Anche Hugh Jackman, come Taika Waititi, ha rischiato di perdere il ruolo della vita, quello di Wolverine nella saga di X-Men naturalmente, a causa di un incidente con la sicurezza aeroportuale.
La star australiana è rimasta collegata alla parte del celeberrimo X-Men dal 2000, anno di uscita della prima pellicola della fu 20Th Century Fox diretta da Bryan Singer, al 2017, anno in cui Logan – The Wolverine, l’acclamato lungometraggio di James Mangold, è approdato nelle sale di tutto il mondo.
Ospite allo show di Jimmy Kimmel – trovate il video nella parte superiore di questa pagina – Hugh Jackman ha raccontato di come, poco prima dell’inizio delle riprese di X-Men, abbia rischiato di non poter mettere piede sul set per vestire i panni di Wolverine perché non aveva ancora un visto di lavoro per accedere in territorio canadese e si è quindi ritrovato nella famigerata saletta di detenzione della sicurezza aeroportuale dove ha dovuto spiegare le ragioni del suo viaggio nel paese rischiando di essere rispedito a casa.
L’attore racconta:
Ero a pezzi. Una cosa patetica. L’agente mi dice “Vai là”.
E si trattava della stanza, di quella stanza.
Quella stanza in cui non vorresti mai trovarti.
Perché quella stanza è il male.
Mi ritrovo lì dentro e mi ci fanno stare per tipo un’ora e mezzo.
L’agente mi fece aspettare aspettare intenzionalmente.
Allora me ne vado a fare una telefonata solo che il tizio mi fa “Lascia subito quel telefono! È una cosa seria, non hai diritti qua dentro e non puoi fare delle telefonate”.
Me ne sto lì che penso “Ok, ho appena perso la più grande opportunità della mia vita, sto per finire in prigione e non so che accidenti fare”.
L’agente mi comunica che, con tutta probabilità, mi avrebbero rispedito a casa con un altro aereo.
Al che comincio a spiegarmi “Guarda, mi dispiace.
È che… ho ottenuto questa parte in questa cosa e non hanno ancora ricevuto il mio visto”.
Al che lui mi domanda “Di cosa si tratta” e io “Gli X-Men.
È un fumetto”.
Lui a quel punto “Cosa? Cioè, intendi tipo la roba animata degli X-Men?” e io gli spiego che “No, stanno facendo una versione live action del fumetto”.
Lui resta stupito e mi chiede per quale personaggio avevo ottenuto la parte e gli comunico che “È un personaggio chiamato Wolverine” al che esclama incredulo “Cosa?” per poi guardarmi, chiamare tutti i suoi colleghi e dire loro “Hey gente, è Wolverine! Questo tizio è Wolverine”.
Insomma sono uscito scortato dalla polizia.
Ho firmato un sacco di autografi.
Era un fan accanito degli X-Men. Ed è l’unica ragione per cui sono finito a fare Wolverine.