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Cosa dice Mel Brooks nel commento audio di Balle Spaziali?

I commenti audio dei film, presenti nelle edizioni home video, regalano spesso alcune ore di intrattenimento per chi ama gli aneddoti e i dietro le quinte dal set.
Negli Stati Uniti è recentemente arrivata l’edizione 4K UHD di Balle Spaziali, il celebre film-parodia di Mel Brooks.
Nei contenuti speciali dell’edizione è presente il commento audio del regista al film (nella sua registrazione originale del 1996), che ci porta a scoprire il suo punto di vista sulla lavorazione.

 Vediamo insieme le principali curiosità emerse.

La prima cosa che si nota è che, durante la registrazione, Mel Brooks ride spesso e si diverte con il film.
È probabile che non vedesse Balle Spaziali da molto tempo, partecipando così alle battute e godendoselo in maniera genuina.

Scopriamo che, inizialmente, il film aveva una sceneggiatura lunga ben 247 pagine.
Per convenzione si fa corrispondere ad una pagina scritta poco meno di un minuto sullo schermo.
La prima versione di Balle Spaziali prevedeva quindi una durata che per il genere parodia si può definire imponente.
Trovarono però la quadra, e la forma più adatta, con una nuova versione di 140 pagine e andarono sul set.
Il primo montaggio arrivò così a due ore e venti minuti, poi limato in post produzione, per dare ritmo al film nella forma che conosciamo noi di novantasette minuti circa.

Balle Spaziali prende chiaramente di mira il genere fantascientifico e fantasy.
Il primo bersaglio, ovviamente, è la saga di Star Wars.
George Lucas vide una versione provvisoria del film (probabilmente a metà tra quella di più di due ore e quella definitiva) e rise per tutto il tempo.
Se ne innamorò, insomma, e mobilità la ILM (Industrial Light & Magic) da lui fondata, per aiutare la post produzione.
Mel Brooks ha detto che Balle Spaziali è stato il suo film più costoso, con un budget di 25 milioni.

Era abitudine di Brooks non mangiare mai con gli attori.
La motivazione?
Sono animali, come ben noto”.
Balle Spaziali fu un’eccezione, dal momento che si trovò molto bene con il cast decise di godere della loro compagnia.
Certo, Gene Wilder avrebbe dovuto interpretare Yogurt secondo i desideri iniziali di Brooks.
Così non fu, perché l’attore lo abbandonò per fare i suoi film.
Brooks sostiene che fu un peccato e che dovette assumersi lui il ruolo di Yogurt. L’abbondante trucco necessario per calarsi nella parte gli provocò una terribile eruzione cutanea, ma non fu un grosso problema per lui.
Nel commento aggiunge infatti che ha amato così tanto il personaggio da credere che ne valesse la pena. 

Balle Spaziali guarda chiaramente al genere della fantascienza fine anni ’70 e inizio ’80, ma per Brooks è un film d’epoca, che si basa sull’immaginario delle fiabe del quattordicesimo secolo per poi svolgersi nel futuro e nello spazio.
Una scelta stilistica, a dirla tutta, non differente da quella che George Lucas adottò per la sua fiaba spaziale di cavalieri e principesse chiamata Guerre Stellari. 

Per realizzare il veicolo di Casco Nero e dare l’impressione che stesse volando sopra la sabbia la produzione ha adottato un semplice trucco: hanno messo uno specchio sul fondo, che riflette il terreno, come si può ben vedere da questa immagine.

Mel Brooks ama dirigere, ma ancora di più si gode il processo di scrittura.
Lo sottolinea nel commento audio dicendo: “quando si scrive non c’è nulla e poi c’è qualcosa, è quasi un’opera divina, è veramente una creazione.
Una volta che hai una sceneggiatura fatta c’è qualcosa su cui lavorare, c’è qualcosa da progettare, hai del materiale per cui assumere un cameraman e filmare.
Ma non può eguagliare il potere di creare qualcosa dal nulla
”.

Ci sono però alcuni rimpianti, proprio in fase di sceneggiatura.
La battuta “stiamo preparando la nave per la metamorfosi signore”; “bene, procedete”, “pronto Kafka!” non è riuscita.

A suo dire infatti: “gli intellettuali mi hanno odiato e le persone che non avevano mai sentito parlare di Kafka non sanno di cosa sto parlando”. 

Trova invece molto riuscita la sequenza in cui Casco Nero guarda le videocassette di Balle Spaziali mandandole avanti e indietro per individuare la posizione esatta dei protagonisti. È un’idea di cui va molto orgoglioso.