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Tokyo 32: Food for a Funeral – La Recensione

Food for a funeral è un film ambientato nelle vaste e sperdute montagne turche che parla della musica, delle credenze e delle tradizioni dell’Anatolia nordorientale.

Faccio parte della generazione dei giovani produttori turchi – dice Dilek Aydin alla conferenza stampa del Tokyo Film Festival, – e di solito produciamo film sulla vita urbana, essendoci stancati dei film ambientati nelle campagne.
Ma quando ho letto lo script, mi sono emozionata per la sua poesia.
È un film sulla tradizione ma, in un certo senso, la sua musica può essere trasformata in una sorta di stile hip-hop.
Non è come i film a cui siamo abituati
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©2019 TIFF

È infatti ricco di poesia e di allegorie il nuovo film di Reis Çelik, mostrato alla premiere del Festival del Cinema di Tokyo nella sezione competizioni.
Girato nelle aride montagne turche, il film parla di Mustafa (Takhan Omarov), un giovane adolescente che studia sotto la guida del maestro Ziettin (Ziettin Aliev) per diventare Asiq, un cantante che accompagna la sua canzone con uno strumento tradizionale turco, la saz (un liuto a manico lungo).
Insieme al suo maestro gira per i piccoli paesini confinanti per celebrare matrimoni o riti liturgici grazie al quale riceve in dono della frutta, un piccolo tesoro visto e considerato che il terreno del suo villaggio è troppo sterile e asciutto per poter permettere agli alberi da frutto di crescere.
Durante la celebrazione di un matrimonio in Georgia, Mustafa riceve una mela rossa che ha intenzione di donare ad una ragazza del villaggio di cui è perdutamente innamorato.

La mela rappresenta la trasformazione di Mustafa da bambino a uomo, simbolo di un amore, il primo amore, che non potrà mai sbocciare.
Assapora per il la prima volta il gusto amaro di un desiderio irrealizzabile, in quanto la ragazza è già promessa in sposa ad un altro uomo.
Durante il matrimonio di lei, infatti, Mustafa prende finalmente coraggio consegnandole la mela.
Mentre inizia a mangiarla, con un’espressione triste per aver sposato un uomo che non ama, viene rimproverata dallo sposo che gliela prende gettandola a terra, pretendendo inoltre che si cambi musica.
Le note tradizionali della saz non sono più la musica ideale per un matrimonio e Mustafa è costretto a smettere di suonare per lasciare spazio a note più moderne e adatte alle danze.

©2019 TIFF

Food For Funeral è un film di difficile lettura, forse proprio perché non ha bisogno di alcuna interpretazione.
Otto anni fa al regista capitò di dover girare un film vicino ad un lago ghiacciato.
Per puro caso, gira una scena con dei suonatori di saz che lo stavano accompagnando, appoggiando la mela mozzicata che uno di loro stava mangiando, sul lago ghiacciato. Scrive circa una ventina di sceneggiature che ruotano a questa scena, tutte legate a miti e leggende del luogo, per poi arrivare ad una storia del tutto diversa, quella di Food for a Funeral.
Il titolo stesso non ha un significato particolare nel film.
È il titolo di un libro di un suo vecchio insegnante a cui prima di morire aveva promesso di intitolare un suo film come uno dei suoi libri.

L’intento di Çelik, dunque, è quello di farci abbandonare alla bellezza delle immagini, al suono armonioso della saz, alla voce melodiosa dei cantanti, al fascino delle tradizioni anatoliche con la quali è cresciuto.

 

Articolo a cura di Pamela De Santis