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Replicas: anche Keanu Reeves è umano

William Foster (Keanu Reeves) è un brillante neuroscienziato che lavora per la Bionyne Corporation a Puerto Rico, una misteriosa azienda biotecnologica.

Lo scopo dei suoi studi è quello di mettere a punto una innovativa e fantascientifica traslazione della coscienza umana post mortem in un corpo digitale. Una tecnologia capace dunque di riportare in vita le persone. Purtroppo almeno per ora questi tentativi risultano ancora difettosi. Le coscienze rianimate rigettano i nuovi corpi meccanici, per lo sconforto suo e del collega specializzato in clonazione (Thomas Middleditch). La vita dello scienziato però viene travolta da un incidente stradale che uccide in un sol colpo la sua bella moglie Mona (Alice Eve) e i loro tre figli Sophie, Matt e Zoe.

A quel punto William tenterà l’impossibile: clonare i corpi e tentare il transfert delle loro coscienze. Lo scienziato insieme al suo fedele collega decide allora di rubare le attrezzature Bionyne necessarie per estrarre le mappe neurali della sua famiglia e clonare i corpi sostitutivi per loro. Ma c’è un problema: ci sono solo tre capsule e William dovrà scegliere quale dei figli lasciar morire definitivamente.

Presentato in pompa magna al Toronto International Film Festival 2018, Replicas avrebbe dovuto essere uno dei titoli forti della scorsa annata cinematografica, ma è stato un tale flop al botteghino da pregiudicarne anche la distribuzione.

AV Club, un dei più importanti siti online di approfondimento cinematografico inglese lo ha definito “così brutto da poter provocare una crisi esistenziale”.

Migliore non è stato il giudizio del pubblico. Ma cerchiamo di analizzare il perché di tale disastro. In ritardo di un 20ina d’anni il film sembra essere una “replica” appunto di film sci-fi ’90s. Non aiuta inoltre la pochezza tecnica del CGI usato per il film, al limite del ridicolo. Di per sé l’idea è anche divertente e il cast ha ovviamente un grosso potenziale. Da una parte c’è il re del botteghino Keanu, dall’altra la bomba sexy inglese Alice Eve (Lei è troppo per me, Star Trek Into Darkness) e a completare il terzetto c’è il simpatico Thomas Middleditch in una parte vagamente simile a quella del nerd Richard Hendricks in Silicon Valley. Meno convincente John Ortiz, penalizzato da un ruolo del villain di turno, Jones, capo di Keanu e dell’azienda biotecnologica.

Il regista Jeffrey Nachmanoff, noto ai più per essere lo scrittore dell’apocalittico The Day After Tomorrow, cerca di limitare i danni confezionando una thrillerino fantascientifico che riflette sulle implicazioni etiche della clonazione umana.

Il risultato è in effetti indifendibile.