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The Sessions – gli incontri (2012)

Un film delicato. Una pellicola che pur trattando di un personaggio molto particolare, affetto da una malattia ancor più particolare e grave, riesce a coinvolgere lo spettatore non per essere una storia strappalacrime e che richiede singhiozzamenti a comando. Ma forse proprio per il suo modo di essere allo stesso tempo emotiva e leggera, drammatica ma molto ironica, piace ancora di più.
Stiamo parlando dell’ultimo film del regista Ben Lewin, The Sessions, dove come protagonista abbiamo Mark O’Brien, che dall’età di sei anni è affetto da una grave forma di poliomelite che lo costringe a stare allettato 24 ore su 24 e a passare gran parte della giornata attaccato ad un polmone d’acciaio.

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Nonostante questo enorme problema, l’uomo, 38enne all’epoca dei fatti narrati nel film, è già laureato, scrive poesie, e come tutte le persone normali ( e con normali intendiamo non affette da una malattia come questa) ha un desiderio : quello di poter perdere la verginità.

Dopo svariate ricerche e continui dialoghi sul tema insieme al suo confessore Padre Brendan, Mark, grazie anche all’aiuto dell’infermiera che si occupa di lui, arriva alla terapista Cheryl Cohen-Greene, una professionista del sesso che dovrà aiutarlo a raggiungere questo suo obiettivo.

Il film del regista Lewin tratta la vera storia di Mark O’Brien, che già dalla tenera età di sei anni ha contratto la poliomelite ed è completamente dipendente da un polmone d’acciaio e da infermieri che devono continuamente prendersi cura di lui. Nonostante ciò il ragazzo è un tipo molto sveglio, ironico, istruito, e con gli stessi obiettivi e desideri dei suoi coetanei non affetti da questa patologia. E Lewin ci mostra la sua personalità, il rapporto con le sue infermiere ( se ne avvicenderanno alcune durante la pellicola) , quello con la sua terapista Cheryl, splendidamente interpretata da una Helen Hunt che alla veneranda età di 53 anni dimostra ancora di aver molto da dire, e non solo come attrice.

05 The sessionsE ancor più grande  è l’interpretazione di John Hawkes, che presta anima ( e ancor più ) corpo nella non facile interpretazione di un giovane affetto da una malattia che lo costringe immobile e a letto tutto il santo giorno, potendo utilizzare solo i suoi occhi e la sua bocca per comunicare. Sarà Cheryl ad aiutarlo ad esprimere le sue sensazioni e  soddisfare le sue voglie nascoste anche con il corpo, in un rapporto tra i due che subirà mutamenti durante la pellicola.
I dialoghi e la nota ironica che pervade l’intera pellicola non rendono mai noioso il film nonostante di azione ce ne sia ben poca e di parlato ben molto.

Da ricordare è anche la figura del confessore di Mark, quel padre Brendan interpretato da un pacato ma presente William H. Macy che apre un interessante punto di vista nel suo modo di porsi di fornte al desiderio di Mark : non lo giudica, non dice se quello che il ragazzo desidera è giusto o sbagliato, ma lo ascolta, lo supporta. La Chiesa questa volta non giudica e non si schiera contro un peccatore ma lo ascolta, lo accoglie.

Basato sull’articolo “On Seeing a Sex Surrogate” scritto dallo stesso Mark O’Brien, questo The Sessions rimarrà nella vostra memoria come un film che ci strappa più di un sorriso tra qualche immagine o scena dalla lacrima facile, e che con il sorriso ed un senso di leggerezza ci lascia al termine della pellicola.

Il film, presentato in anteprima al Sundance del 2012, ha ricevuto nominations in tutte le più importanti manifestazioni cinematografiche quali Oscar, Golden Globe, BAFTA e Satellite Awards, vincendo però premi solo agli “ Independent Spirit Award” del 2013 (riconoscimenti sia per la Hunt che per Hawkes).