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American Honey: giovani e ribelli nel Midwest dimenticato

Star (Sasha Lane) è una delle tante adolescenti che proviene da una delle tante famiglie disfunzionali d’America.

Casualmente conosce Jake (Shia LaBeouf) e la sua banda di pazzi degenerati drop out in giro per il Midwest a vendere riviste porta a porta. La ragazza si unisce a loro e ha inizio questo folle on the road dall’Iowa al Nord Dakota. Ma non è tutto facile, la ragazza infatuata di Jake entra in conflitto con Krystal (Riley Keough) capo del gruppo.

“Road to nowhere” diretto dalla bravissima regista britannica Andrea Arnold (Red Road nel 2006 e Fish Tank nel 2009), questo film è uno sguardo poco indulgente e sincero, rivolto ai margini sociali del Midwest, La la Heartland statunitense. Un panorama fatto di case coloniali e brava gente. La working class bianca conservatrice che ha fatto vincere un populista, conservatore e isolazionista alle primarie del 2016 proprio poche settimane prima che American Honey vincesse il Premio della Giuria al Festival di Cannes.

Ma il Midwest dove si muovono gli emarginati di Andrea Harnold è quello fatto di chilometri di strada da percorrere con un macinino, passando attraverso capannoni industriali, Wallmart e McDonalds.

La regista attinge al cinema indie della X Generation di Gregg Araki, Gus Van Sant, Harmony Korine e Larry Clark, telecamera a mano segue fedelmente un gruppo di non attori (con qualche eccezione) tra festini, musica, droga, sesso e sogni.

Ci sono due pellicole a cui non si può fare a meno di pensare. Una è Vegas: Based on a True Story di Amir Naderi, meraviglioso viaggio tra i neon e il dietro le luci della Sin City americana, dove nasce e muore l’illusione dell’american dream. E poi il più recente The Florida Project di Sean Baker, una delle voci più importanti del cinema indipendente americano. In entrambi i casi gli autori spogliano l’America dei loro luoghi comuni. Naderi inizia dal titolo, togliendo “Las” dal nome della città del vizio e Baker filmando una storia di ragazzini in quella parte della Florida nota ai più per l’illusione dreampop del parco divertimento (ma non per tutti) di Walt Disney World a Bay Lake.

L’America ha un sogno ma non per tutti, neanche per Star e la “brava gente” del Midwest.

Il taglio semidocumentaristico della Harnold e la colonna sonora spesso diegetica, conferiscono veridicità alla pellicola. Le canzoni non sono mai scelte a caso, a partire da “Dream, Baby Dream” del poeta degli emarginati Bruce Springsteen che dice “We gotta keep the fire burning”.

Sasha Lane è una sorpresa. Scovata dalla regista mentre ballava, agitando i suoi dreadlocks in un beach party a Miami, la giovane ragazza è oggi una promettente attrice che abbiamo potuto rivedere ancora nei panni di una giovane ribelle ne La diseducazione di Cameron Post di Desiree Akhavan.

American Honey è destinato a diventare un cult movie, ritratto di una generazione allo sbando e delle odierne forme di sopravvivenza economica. Esperienza immersiva e autentica.