C’è un magnate della farmaceutica che, compiuti ottant’anni, considera la sua vita insoddisfacente e decide, quindi, di voler lasciare ai posteri qualcosa di cui ci si ricorderà per sempre: è indeciso se realizzare un ponte o un film.
La scelta cade su quest’ultimo e di conseguenza fa ingaggiare la migliore regista in circolazione, Lola Cuevas, e acquista i diritti di un libro di cui non conosce nemmeno la storia. La Cuevas, tanto geniale quanto eccentrica, sceglie per il ruolo dei protagonisti due famosi attori di enorme talento ma con un ego ancora più sconfinato: uno è Felix Rivero, star con risonanza internazionale, amato da Hollywood e circondato continuamente da donne molto più giovani. L’altro è Ivan Torres, interprete di teatro, radicale e chiuso a qualsiasi forma di riconoscimento tanto da dilettarsi, in nome della propria coerenza e onestà intellettuale, in discorsi allo specchio in cui immagina di rifiutare prestigiosi premi.
Già da questo incipit si può avere l’idea di quanto geniale sia il nuovo lavoro di Gaston Duprat e Mariano Cohn, che tornano al lido dopo il geniale “Il cittadino illustre” (che consegnò meritatamente la Coppa Volpi a Oscar Martinez). Ma è proseguendo nello sviluppo della storia che il duo argentino dà il meglio, tra trovate eccentriche e dialoghi perfetti per un film che deride un certo tipo di star system, con star capricciose ed egoiche, miliardari ignoranti, situazioni esilaranti ed episodi di metacinema.
Supportati da una sceneggiatura praticamente senza difetti e da un cast in stato di grazia, Duprat e Cohn fanno satira in punta di fioretto, prendendosi gioco del meccanismo in cui loro stessi fanno parte partecipando, ad esempio, proprio al Festival di Venezia.
Il trio Penelope Cruz, Antonio Banderas e Oscar Martinez regala perle di recitazione e situazioni esilaranti, in un film arguto ed intelligente nel pieno stile del duo argentino, che torna a narrare l’altra faccia del successo cinque anni dopo quel Cittadino illustre che, idealmente, prosegue in questa “Competizione Ufficiale” tra Torres e Rivero.
Articolo a cura de La Sposa