L’edizione 74 della Mostra d’arte cinematografica di Venezia si è appena conclusa con la vittoria del Leone d’Oro per il miglior film assegnata alla pellicola di Guillermo Del Toro The Shape of Water, le Coppe Volpi all’outsider Kamel El Basha per The insult e a Charlotte Rampling per la sua interpretazione in Hannah.
Nessun premio tra i principali per il cinema di casa nostra, fatta eccezione per il riconoscimento come miglior film nella sezione orizzonti per Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli.
Anche quest anno quindi cala il sipario in un’edizione che ha fatto divertire, sognare, emozionare, ed a volte anche annoiare migliaia e migliaia di spettatori.
Lo staff di JAMovie quest’anno aveva in Mr. Byson e Il Biondo i suoi inviati, che di seguito proveranno a descrivervi in breve quello che è stato il loro Festival, indicando le sorprese, le delusioni, le conferme, e tutto ciò che partecipare al festival di Venezia ha significato.
LE IMPRESSIONI DEL BIONDO
Venezia ha sempre qualcosa di magico. Che si vedano uno o cento film, che si facciano uno o mille Red Carpet, l’atmosfera che si respira al Lido nei giorni di Festival è un qualcosa di unico.
La Partecipazione alla Mostra come accreditato per la stampa online non può infatti essere definito come lavoro, perchè quello che muove principalmente noi di JAMovie è la passione per la settima arte.
Non possono essere viste quindi come lavoro le sveglie mattutine, le code per entrare in sala o per essere il più vicino possibile ad attori/attrici nei Red Carpet, le corse per andare da una sala all’altra in quei pochi minuti a disposizione quando si guarda un film dietro l’altro e le recensioni scritte in notturna prima di andare a letto.
La Mostra non può nemmeno essere vista come una vacanza, per i motivi già citati sopra.
Semplicemente può essere definita come una viaggio di nozze,tra lo spettatore ed il cinema, una full immersion di emozioni che le pellicole ci trasmettono, che ci lasciano, per poter poi condividere il tutto con i nostri compagni di viaggio, o con chi si conosce al Lido (altro elemento davvero piacevole).
Relativamente ai Film visti nei giorni del Festival, questo è il recap del Biondo:
MIGLIOR FILM: Foxtrot – di Samuel Maoz

Un film incredibile. Siamo in Israele. La guerra tra israeliani e palestinesi ormai è radicata fin dentro il midollo della società, ma è come il Foxtrot, un tipico ballo israeliano.
Si parte da un punto, e si ritorna sempre a quello di partenza. Nonostante si provi a cambiare le cose, purtroppo questo è inevitabile.
Ed il popolo israeliano ormai è così abituato alle conseguenze dello stato di guerra di che nemmeno un funerale può più scatenare emozioni.
Tutto è organizzato e gestito in maniera robotica, senza sentimenti, senza emozioni. Si esegue solo il protocollo. Ed intanto si continua a morire.
MIGLIOR OUTSIDER: Temporada de Caza – di Natalia Garagiola

Un Mommy tutto al maschile. Il difficile rapporto padre volenteroso / figlio difficile nelle fredde ed innevate terre del territorio argentino.
Speriamo solo che il film trovi il prima possibile una distribuzione in Italia.
MIGLIOR “COMPITINO”: Suburbicon – di George Clooney

Divertente, simpatico, film che scorre bene quello di Clooney. Ma niente di più.
Trama già vista, attori che fanno il minimo sindacale (se pensate che il migliore è Oscar Isaac che ha il minutaggio più breve potete capire molto).
Quel film da sei e nulla di più.
FILM CHE AVREI VOLUTO VEDERE: Human Flow – di Ali Weiwei

L’orrore dei campi profughi sparsi in tutto il globo e la sofferenza di chi ogni giorno lotta per sopravvivere lontano da casa sua ed in condizioni spesso pietose.
Un film che tutti dovremmo vedere.
MIGLIOR “DORMITA IN SALA”: Marvin – di Anne Fontaine
Come per Suburbicon. Ma qui non ci sono nè divertimento nè risate. Una colossale noia. Eppure la parte iniziale del film poteva far presagire una piacevole pellicola su un tema molto delicato.
MIGLIOR DELUSIONE: Caniba – di Verena Paravel e Lucien Castaing-Taylor

Quello che doveva essere un documentario su un cannibale ancora in vita e che avrebbe dovuto scatenare reazioni da vomito o svenimenti, diventa il noioso racconto del killer Sagawa, che all’inizio degli anni 80′ uccise e mangiò parti di una sua compagna di studi.
Delusione.
LA VENEZIA DI MR.BYSON
Meravigliosa. La città, l’atmosfera e ovviamente il festival. Tre giorni tra turismo e tanto, ma tanto, cinema.
La prima emozione alla consegna dell’accredito stampa. Mentre la gentilissima signora parlava dei vari utilizzi della magica tessera ero, letteralmente, in estasi.
Venezia 74 è realtà!!
30 Settembre 2017. Ci si tira a lucido per la cerimonia d’apertura, si corre a prendere il vaporetto e, fortunatamente, si arriva in tempo per il primo red carpet. Mentre ci si accapiglia per un posto cominciano a sfilare le star. Dalla tv l’effetto “bolgia” non si avverte ma appena il primo attore mette piede sul tappeto rosso inizia una lotta per la sopravvivenza che coinvolge fotografi, fan e stampa. Sfilano per noi Kristen Wiig, Greta Scarano, Alessandro Borghi, John Landis, Matt Damon e tanti altri ma l’ora è tarda, bisogna entrare in sala.
La Cerimonia d’apertura
Le luci si spengono, compare il “madrino” Alessandro Borghi sul palco e, dopo aver presentato le varie sezioni e film, da il via ufficialmente alla 74° Mostra del cinema di Venezia. Il momento da pelle d’oca lo si vive durante il tributo alla carriera della presidentessa della giuria Annette Bening. Commozione generale, applausi e sorrisi. C’è giusto il tempo di ricomporsi perchè, dopo una breve pausa, c’è da vedere il primo film in concorso. Cellulari spenti, cala il silenzio, ci siamo inizia Downsizing.
DOWNSIZING
JAMovie ha la sua prima recensione. Downsizing si rivela un film godibile ma a cui manca quel qualcosa in più che lo renderebbe indimenticabile. Ma al Palabiennale si ride, parecchio, con i personaggi. Applausi vigorosi per Christoph Waltz vero mattatore della pellicola. A luci accese si esce dalla sala tutto sommato soddisfatti.
La prima giornata volge al termine. Si torna stanchi, ma felici, in albergo con il pensiero già rivolto all’indomani.
IL GUILLERMO DEL TORO DAY

Vedere e fotografare ad un centimetro, separati da un semplice muretto, Guillermo Del Toro è stato il coronamento di un sogno. Il regista messicano, disponibile con tutti e molto sorridente, attraversa sornione il red carpet sottobraccio all’attrice protagonista del suo nuovo film. Lei è Sally Hawkins ed il film è The Shape Of Water.
Troviamo anche il tempo di farci fare una domanda dall’inviata Gabriella di Lega Nerd e, dopo una risposta data in preda all’agitazione, ci si avvia di nuovo verso il Palabiennale con l’hype alle stelle e con la sensazione che avremmo visto un grande film.
THE SHAPE OF WATER
Ora a leone d’oro vinto è facile parlare. Ma li in quella sala gremita di persone alla fine della proiezione il pensiero era soltanto uno: The Shape of Water merita la vittoria finale. Un film mai banale che fa emozionare, sorridere e fantasticare. Sally Hawkins regala un’interpretazione tanto dolente quanto piena di amore e speranza che fa sciogliere anche il cuore più duro. Metà sala alla fine della proiezione piangeva, mentre l’altra metà si alzava in piedi per tributare una doverosa standing ovation. 1600 persone sconosciute unite in un’unica grande emozione.
Questa è la magia del Cinema, questa è Venezia.
Alla fine dell’esperienza non posso far altro che ringraziare la grande “famiglia” JAMovie, tutte le persone che abbiamo molestato e quella santa donna di mia moglie Sara, fotografa d’eccezione per l’occasione, per questa indimenticabile avventura.
Questo, Venezia, non è un addio ma solo un arrivederci.