Guardando la prima stagione di una delle ultime serie Fox The Passage, si ha proprio la sensazione che abbiamo scritto nel titolo.
Ovvero quello di trovarsi di fronte ad un prodotto che strizza un po’ l’occhio a TWD e un po’ alla serie targata Gullermo del Toro The Strain.
Un virus proveniente dalla Bolivia che trasforma le persone colpite in vampiri succhiasangue.
Vampiri che possono comunicare sia tra loro che con le persone non infette.
A combattere questa minaccia un team di scienziati che in questo virus sperava di trovare una cura definitiva a tutte le malattie.
A guidarli sono il Dottor Jonas Lear (Henry Ian Cusick di Lost) e la dottoressa Nichole Sykes (Caroline Chikezie).

Legati a questa vicenda sono anche i due protaognisti della serie, ovvero l’agente federale Brad Wolgast (Mark-Paul Gosselaar) e la giovanissima Amy Bellafonte (Saniyya Sidney).
Il team di scienziati infatti dopo alcuni esperimenti su condannati a morte che per sfuggire all’esecuzione hanno deciso di fare da cavie per l’esperimento chiamato Noah iniettandosi il virus per studiarne gli effetti, ha trovato in Amy la possibile soluzione finale.
Una persona molto giovane infatti potrebbe controllare l’effetto del virus in modo da limitarne / annullarne gli effetti collaterali.

Saranno però alcuni effetti non considerati e la particolare abilità di coloro già infettati a rimettere tutto in discussione e a portare con sè gravi conseguenze per tutti.
Virus, trasformazioni, mutazioni, cure e succhiasangue.
Ecco gli ingedienti principali di The Passage.
In questa prima stagione perà è forte il fattore umano, quello dei legami tra ivari personaggi.
In particolar modo conosceremo meglio il rapporto che lega l’orfana Amy all’agente Wolgast, sconvolto da un passato familiare molto triste, quello tra Amy e uno degli infetti, lo scienziato Tim Fanning, personaggio chiave di questa stagione.
E last but not least quello tra il collega di Wolgast, Clark Richards (Vincent Piazza) e un’altra cavia, la bionda sexy Shauna Babcock (Brianne Howey).

Una stagione che si lascia guardare seppur senza mostrarci comunque un qualcosa di nuovo e diverso da serie che abbiamo già citato in questo articolo e che si lascia guardare anche se non presenta episodi particolarmente riusciti e degni di nota.
Il finale lascia presagire un piccolo cambio di rotta per questa serie tratta dall’omonimo romanzo di Justin Cronin.
La sensazione però, è che The Passage, serie pur ben concepita, non abbia ancora trovato il suo posto nel mondo, rimanendo per ora in un limbo che non la differenzia da altri prodotti simili già ben più noti e di successo.