Che poi perchè Extraction non andava bene? Che titolo è NOME COGNOME quando nessuno ne ha mai sentito parlare?
La trama in una riga: figlio di uomo importante viene rapito, segue presa in carico del recupero da parte di tosto mercenario.
Sistemata la trama, parliamo delle cose importanti: Tyler Rake è un action robusto dove Chris Hemsworth torna in qualche modo a collaborare con i fratelli Russo…senza martello
Dei Russo è infatti la sceneggiatura e la graphic novel Ciudad che dà vita al film, in cui Thor Hemsworth dà il meglio di sè in termini di presenza scenica, ottimamente coreografato nel togliere la vita a una percentuale non trascurabile delle forze dell’ordine indiane.
A tratti Tyler sembra quasi John Wick in una danza macabra a ritmo -sostenuto- di Glock; chiaramente il contesto è diverso ma la il training si vede e la credibilità dal punto di vista tattico e di movimenti dell’attore ci sono tutte. Ovviamente ci troviamo davanti a un film, motivo per cui sarà necessario sospendere la propria incredulità una manciata di volte per assecondare il flow e godersi lo spettacolo.
Forse una sorpresa dal nostro lato del mondo, ma ci sono due superstar in Tyler Rake
In parte anche la star di Bollywood Randeep Hooda: di certo non ha il fisico da semplice lacchè del signore della droga di turno.
L’azione basta?
Tyler Rake supera a pieni voti l’intrattenimento lato action, mantenendo il livello di adrenalina sempre alto. Di contro, l’approfondimento dei personaggi è abbastanza limitato, lasciando spazio alla loro caratterizzazione e bonding solo in alcuni scambi fugaci e un unico respiro a metà pellicola in compagnia dell’ottimo David Hopper Harbour. Questo squilibrio è evidente e comporta da un lato il chiaro intento ludico della pellicola, dall’altro lo scarso effetto di determinate scelte che, almeno nelle intenzioni, immagino volessero essere più drammatiche.
In questo modo, potrebbero sfuggire alcune scelte interessanti come il parallelismo tra il tuffo all’inizio e quello alla fine del film; senz’altro ne perde il pathos nel rapporto protagonista-ragazzino, motivo per cui Tyler Rake è di certo più vicino all’essere bello senz’anima come John Wick, Atomica bionda che dell’enorme Man on Fire. Non ci sono i brividi, insomma.
Ne esce comunque una pellicola valida, cui si perdona anche il finale obiettivamente furbo: senza fare spoiler, per poter fare contenti tutti e lasciare in mano al consenso del pubblico un possibile sequel, l’incredulità non la dovrete semplicemente sospendere, ma scaricarle un caricatore addosso.