Marlo è madre di tre figli, di cui uno appena partorito. Marlo è la stanchezza fatta persona. Il marito Drew lavora tutto il giorno, tra loro c’è una tenera complicità, ma non più il sesso ed il mistero. Come si fa ad essere una donna sexy quando i tuo capezzoli esplodono e a stento riesci a farti una doccia?
Forse in qualche perversa categoria di Youporn, ma non nella vita reale. Su consiglio del fratello benestante e grazie alla sua disponibilità economica, Marlo decide di assumere una tata notturna, la giovane ed affascinante Tully. In pratica una persona che fa le veci genitoriali per permettere alla trascurata donna di dormire in santa pace per qualche ora. Là dove potrebbe scattare invidia e addirittura gelosia, tra le due donne s’innesca uno curiosa e sincera complicità. Marlo ritrova improvvisamente le energie perdute di un tempo e Tully la sua confidente e complice indispensabile.
Terzo capitolo della collaborazione tra un figlio d’arte (il papà è stato il creatore di Ghostbusters, tra i tanti film) e un’ex spogliarellista (ma quante ne avrà combinate!). Terza prova d’autore tra un giovane e centratissimo regista e una sceneggiatrice di successo. L’ennesimo tassello di una lunga storia d’amore cinematografico tra Jason Reitman e Diablo Cody, si chiama Tully. Non è una commedia, né un drammone, neanche un thriller, ci mancherebbe.
In pratica si tratta di una sorta di Mary Poppins per adulti.
Un film sulla maternità prima di ogni cosa, sul crescere una famiglia senza rinunciare al proprio io. Zeppo di parolacce e di sconcertante realismo, nel modo in cui affronta le difficoltà di una madre sopraffatta dai problemi di un parto e di una famiglia. La pellicola, come già era stato per Juno e Young Adult (precedenti collaborazioni della ditta Reitman/Cody), si rivolge allo spettatore con disarmante onestà. Affronta il tema dell’importanza di essere se stessi, sempre, anche quando la vita pretende di cambiarti.
In Tully domina un’ironia amara, un dramma esilarante, un commovente umorismo che difficilmente dimenticheremo. Tully, interpretata dalla bellissima Mackenzie Davis, è, metaforicamente, il noi che soffochiamo o che siamo costretti a soffocare. Lei e Marlo hanno gli stessi gusti, amano le stesse canzoni, bevono lo stesso bourbon. Tully è Marlo e Marlo è Tully.
Esattamente come in fondo Reitman è Cody e Cody è Reitman.
Se c’è poi una ragione per vedere ed innamorarsi di questo film è lei, Charlize Theron, mai sopra le righe, che non ha avuto paura di imbruttirsi (vedi Monster) per questo film, ingrassando ben 23 kg ed entrando con tutta la sua fisicità, nel complesso, estenuante, ma anche colorato, mondo di Marlo.
Una menzione particolare va poi alla colonna sonora curata da Rob Simonsen e dalle atmosfere di alcune canzoni come Let You Go dei Beulahbelle e Tiergarten di Rufus Wainwright. Una ciliegina sulla torta o anche sul muffin a forma di minion che prepara Tully per rendere il mondo di Marlo, un posto migliore.
Da vedere e rivedere.