Facciamola breve: Stoker non era proprio un capolavoro; non che un regista possa girare solo capolavori, ma dopo la Trilogia della Vendetta era difficile non avere aspettative alte…altissime.
Che sia stata una debolezza da prima pellicola in inglese? Perchè il buon Park Chan-Wook con The Handmaiden fa ricordare a tutti come si fa dell’ottimo cinema, e non si può che dirgli grazie.
La trama: Siamo nella Corea degli anni ’30, e un truffatore assolda una ladra per irretire una giovane nobildonna; una volta che questa diventerà sua sposa, il piano è di rinchiuderla nel manicomio più vicino, lasciando il ricco bottino a disposizione.
Manca un piccolo dettaglio, ovvero l’attrazione fatale tra le due donne.

Fosse solo per questo aspetto, Chan-Wook va ammirato per dipingere senza remore nè freno alcuno le scene altamente erotiche tra le due donne; non c’è volgarità nè censura, semplicemente l’intimità di una coppia, fatte di lamenti, cosce attorcigliate, P.O.V. di vagine.
L’erotismo di The handmaiden supera facilmente quello di Vita di Adele
Ma l’eros è solo uno dei piani di profondità del film, cui fa da contraltare una figura quantomeno meschina del maschio. Non uso questa parola a caso, dato che gli uomini di The handmaiden possono essere in un caso dei vecchi sadici, in un altro degli abili truffatori; ma sono accumunati da un’impotenza di fondo davanti al potere di queste due donne; impotenza che si manifesta in perversioni e un totale inutilizzo del proprio membro.

Ci troviamo quindi di fronte a un thriller, con forti note erotiche, dove il dipanarsi della trama vedrà diversi piani di prospettiva andar a ribaltare quanto davate per assodato fino a un minuto prima.
E allora divertitevi con la storia di questo film, amatene l’uso sapiente di luce e colori e lasciatevi eccitare!
Assolutamente da vedere.