Home recensioni horror The End? L’inferno fuori- La Recensione

The End? L’inferno fuori- La Recensione

The End

Riportare in voga un genere ormai surclassato nel nostro paese è un’operazione coraggiosa e poco affrontata. Daniele Misischia però, ha osato e ci è riuscito.

The End? L’inferno fuori è un fresco zombie movie riportante in cima l’horror dei vecchi tempi che era solito fare l’Italia, e che il resto del mondo astutamente amava emulare.

The End

Claudio Verona (Alessandro Roja) è un cinico uomo d’affari convinto di possedere il mondo ai propri piedi. Il soggetto è il classico cliché del business moderno, privo di remore e sentimenti. Comanda i suoi dipendenti senza neanche prestare attenzione alla loro identità, ignora gli ammiratori dal buon cuore e tradisce sua moglie Lorena con qualsiasi donna cada ai suoi piedi.

L’avvenente Verona, come abitudine, si sta recando a lavoro per un importante appuntamento. Ignaro di ciò che succede attorno a lui, entra nell’ascensore per salire al piano ove si trova il suo ufficio. Qualcosa però non va come previsto e Claudio è costretto a rimaner bloccato nell’ascensore. Persino i tecnici sembrano abbandonarlo lì, fuori dal mondo, mentre lui è intento a perdere la pazienza.

Ciò però non sarà il suo problema più grande: all’esterno Roma è vittima di un’apocalisse zombie.

The End

The End? L’inferno fuori non è soltanto un progetto audace e nostalgico, ma qualcosa di puramente innovativo nel panorama italiano. Tra cinepanettoni e commediole da quattro soldi, Misischia decide di (ri)portare avanti un genere dimenticato nel nostro paese: l’horror. Un genere dimenticato non dallo spettatore, ma da chi ha la possibilità di mettere in atto lavori artistici preferendo l’incasso alla rinomanza.

L’opera del regista romano, in cui fa anche una piacevole comparsa, si rifà a classici del terrore. Demoni 2 di Lamberto Bava e 28 Giorni Dopo di Danny Boyle sono facilmente intuibili. Per l’atmosfera apocalittica del film di Misischia sarebbero state opportune musiche con ritmi più ossessivi e perturbanti rispetto al lavoro svolto da Isac Roitn.

Daniele Misischia spinge sul disturbante psicologico ma non sulla violenza carnale, lieve pecca risanata però da utili escamotage.

The End

Misischia ripropone l’orrore e lo mescola al dramma claustrofobico. Il dramma di perdere persone care, il dramma dell’isolamento, il dramma dell’inesistenza.

Il tutto è condito da una regia funzionale e un’ottima recitazione (notevole Alessandro Roja nel reggere un intero film sulle proprie spalle, ragguardevole sorpresa Claudio Camilli). The End? L’inferno fuori non agevolmente diventerà a livello globale il nuovo Zombi romeriano, ma probabilmente avrà un buon riscontro nel mercato estero.

Misischia ha dato all’Italia proprio ciò di cui  aveva bisogno.