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THE BLIND KING di Raffaele Picchio

Dopo il suicidio della moglie un giovane uomo si rifugia in una nuova casa insieme alla figlioletta. I due, quasi sempre isolati e rinchiusi in casa, cominciano ad avere gli stessi incubi e visioni. La situazione degenera velocemente, e a nulla servono le visite e l’aiuto della sorella di lui…

Opera seconda di Raffaele Picchio dopo il chiacchieratissimo MORITURIS, horror del 2011. MORITURIS, distribuito in tutto il mondo in dvd, Italia compresa, divenne famoso in quanto fu bocciato in commissione censura, non ottenendo il visto utile per l’uscita in sala. Ciò scatenò un grosso polverone contro la censura cinematografica. Al di là delle polemiche su alcune sequenze ritenute da alcune persone troppo violente, MORITURIS era proprio un bel film. E diventò assai velocemente un cult dell’underground tricolore.

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C’era quindi grande aspettativa da parte dei tanti fans di Picchio su questo suo ritorno dietro la macchina da presa. Dopo ben 5 anni di nulla o quasi. Ed ecco che finalmente arriva THE BLIND KING. “Il re cieco” si presenta come una pellicola molto diversa da MORITURIS: più introspettiva e meno estrema. Qualcuno, me compreso, temeva fosse una “marchetta” del regista, e invece no. THE BLIND KING si rivela un film poco commerciale e molto personale. Un film durissimo e poco consolatorio, lontanissimo da qualsiasi cosa che si possa accomunare all’aggettivo “commerciale”. Come MORITURIS, ma in modo diverso, THE BLIND KING ci porta gradualmente negli inferi dell’animo umano. Senza sconti. E senza concessione alcuna al buonismo, alla pietà o peggio ancora ad un semi-happy end. Marciume e perdizione. Anche questa volta Picchio non si piega, e tutto sommato non delude i suoi fans. Però questa opera seconda rappresenta un mezzo passo indietro rispetto a MORITURIS, questo è certo.

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Principale imputata è la sceneggiatura, piena di dialoghi inutili e “spiegoni”. Ma non solo: la prima ora di film è francamente noiosa. Il regista romano ci aveva abituato con MORITURIS a carburare lentamente, ma qui si è un po’ esagerato. THE BLIND KING si riscatta negli ultimi 30 minuti scarsi col tostissimo e disperato finale. 2/3 di film sono invece da dimenticare, o quasi. Ottimo invece il cast, in particolare Aaaron Stielstra e Désirée Giorgetti. Sciatte invece fotografia e locations: si notano fin troppo le ristrettezze di budget.

Voto: 6,5.