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Venezia 74: Temporada de Caza – La Recensione

In Mommy avevamo assistito ad una pellicola dove una madre cercava di prendersi cura di un figlio non facile da gestire.
Nel film Temporada de Caza, presentato nella sezione Orizzonti a Venezia74 e diretto da Natalia Garagiola, è invece un padre a dover prendersi cura del suo primogenito problematico.

Nahuel (Lautaro Bettoni), il ragazzo in questione, non ha regole, non vuole averne, non rispetta niente e nessuno.
L’unica persona che era per lui un punto di riferimento e avrebbe potuto instradare era sua madre, che però non c’è più, ma la cui presenza è sempre forte e netta all’interno della pellicola e soprattutto nel cuore e nella mente di Nahuel.

Nahuel e suo padre Ernesto

Dopo una rissa a scuola il ragazzo, che ora vive con il compagno della sua defunta madre viene mandato dal suo vero padre Ernesto (German Palacios) per poter essere rimesso in riga.
Ernesto è padre di altre quattro figlie avute dalla nuova moglie.
Elemento che non farà sentire Nahuel a suo agio, soprattutto subito dopo il suo arrivo.
L’ostinazione di Nahuel nel non adattarsi però sarà pari alla determinazione di suo padre di poterlo inserire nel suo nucleo familiare.
Sacrificio che compirà parallelamente al duro lavoro per sostenere la sua già numerosa famiglia.
Il film di Garagiola ci mostra un rapporto padre/figlio molto duro, difficile, ma sempre diretto.

L’impervio territorio della provincia argentina

Quello di Nahuel è un viaggio verso una stabilità, mentale e fisica. La ricerca di un po’ di pace dopo la perdita di sua madre, la ricerca del suo posto nel mondo e nella società.
Società in cui fa molta fatica ad integrarsi (la scena del bacio con una sua coetanea è uno degli esempi).
Nella bianca, suggestiva ed allo stesso tempo fredda ed ipervia provincia argentina Nahuel dovrà lottare non poco contro i suoi demoni per raggiungere il suo equilibrio.
Accanto però troverà un padre, un uomo, un amico. Ernesto ricoprirà per lui tutte queste figure, contemporaneamente ed in momenti diversi, per far si che finalmente il figlio, possa imparare a camminare da solo.
Nella vita, ma anche nella fredda e poco accogliente provincia argentina.

Temporada de Caza è una pellicola che gioca quasi nulla sull’azione e punta tutto sugli sguardi.
Sui silenzi (perchè anche di parole ce ne sono poche), e sui sentimenti dei suoi protagonisti.
Un figlio non facile da gestire, un padre determinato (nel periodo in cui tutti per la crisi si spostano nelle città lui fa invece il percorso contrario).
Un rapporto padre/figlio che cambia continuamente pelle durante la pellicola e che mai risulta scontato.

Se il buongiorno si vede dal mattino (opera prima questa per la Garagiola), allora ne vedremo sicuramente delle belle.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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