A chi, ogni tanto, non piacerebbe essere interessante? Essere brillante? Essere il centro dell’attenzione, mentre tutti intorno pendono dalle tue labbra?
Magari non a tutti, ma sicuramente alla protagonista di Sick of myself, Signe, una giovane ragazza che lavora in caffetteria.
Il suo fidanzato, Thomas (Eirik Sæther), è un artista che crea installazioni ready made con oggetti sottratti illegalmente da luoghi pubblici.
Le sue ambizioni sono grandi, tanto da soffocare Signe (Kristine Kujath Thorp) e le sue esigenze di avere i proiettori puntati su di lei.
Questa necessità diventa palpabile una mattina in cui, al lavoro, si trova a dover soccorrere una donna aggredita alla gola da un cane.
Le lodi della polizia, l’interesse destato in Thomas e nei loro amici la fa sentire bene, importante.
Da quell’evento il bisogno di attenzioni diviene indispensabile in un modo sempre più pressante, tanto da diventare irrefrenabile.
Inizialmente Signe cede solo a qualche piccola bugia, poi a menzogne sempre più grandi tanto più sente che Thomas (anche lui egocentrico) le ruba la scena con il suo lavoro e si concentra su di esso e non su di lei.
Ormai ossessionata dal bisogno di essere al centro dell’attenzione, Signe prende una decisione estrema: procurarsi delle gravi lesioni ed altri effetti collaterali assumendo un farmaco pericoloso e dichiarato illegale, fingendo che sia una strana malattia insorta improvvisamente e senza motivo.
Sick of Myself è un film che parla della società contemporanea, quella governata dai social dove se non hai abbastanza follower o like non sei nessuno, dove vieni misurata non in base a quello che sei, ma all’interesse o alla curiosità che susciti.
Il regista e sceneggiatore Kristoffer Borgli qui porta il problema all’estremo, sfociando in una vera e propria patologia psichiatrica come la Sindrome di Munchausen e sdrammatizzando la tematica con intermezzi quasi grotteschi in cui Signe fantastica su come il suo gesto scellerato la porterà ad una sempre crescente attenzione, sia nella sfera personale che in quella mediatica, ignorando il fatto che se non cambierà il suo atteggiamento porterà se stessa ad uccidersi lentamente.
Sick of myself è una pellicola che sicuramente fa riflettere.
Il film non strappa sorrisi anche dove ci prova a causa della gravità della situazione e dei personaggi indisponenti, ma non per questo immeritevole di una visione.
Sick of myself è disponibile su Mubi o su Amazon Prime Premium.