Immaginate un Ritorno al futuro in versione afroamericana. Al posto della storica Hill Valley c’è il Bronx. Niente Johnny B. Goode suonata da Marty McFly, bensì tanta musica hip hop e sonorità giamaicane. Al posto di Robert Zemeckis, un esordiente che ha fatto da aiuto regia a Spike Lee (che infatti produce il film). Ma soprattutto Michael J. Fox che anziché viaggiare nel tempo, appare in un simpatico cameo, nel ruolo del preside della Bronx High School of Science.
A differenza della fittizia Hill Valley però questo istituto esiste realmente e ha sfornato ben due Premi Nobel per la fisica . E di fisica parliamo in questo See You Yesterday science fiction film dai toni allegri e spensierati (non sempre però). Una commedia concepita per gli adolescenti (e qualche quarantenne nostalgico) ma che si consiglia ad un pubblico che abbia compiuto i 14 anni.
Il perché è semplice. Pur nei suoi toni scanzonati, questa commedia che parla di viaggi nel tempo, pone comunque l’attenzione su temi sociali molto cari a Spike Lee. In particolare all’arroganza della polizia contro la popolazione afroamericana in questo storico quartiere di Ny.
La storia è quella di C.J. Walker (Eden Duncan-Smith), e del suo miglior amico Sebastian (Danté Crichlow), due piccoli geni che per la prova scolastica, sono riusciti ad inventare un metodo per aprire vortici spaziotemporali e viaggiare così nel tempo. Armati di due zaini con dentro spume protoniche e discutibili attrezzi da loro costruiti, i due ragazzi decidono di sperimentare la loro invenzione. Niente Delorean, niente plutonio libico. Qui gli antagonisti principali sono la già citata polizia e le conseguenze di un uso sconsiderato di wormhole e/o curve spaziotemporali. D’altronde proprio il personaggio di Michael J. Fox, all’inizio del film mette in guardia di due ragazzini dicendo loro: “Se i viaggi nel tempo fossero possibili, costituirebbero il problema etico e filosofico più controverso che esista!”.
Ora, questo non vuol dire che il giovane regista Stefon Bristol e la sceneggiatrice Fredrica Bailey abbiano deciso di affrontare temi di così alto valore concettuale, né tanto meno che siano riusciti a schivare le pallottole pericolose delle incongruenze quando si scrive di viaggi nel tempo. Di sicuro però i due autori hanno provato a spostare la fantasia insita in una delle teoria più affascinanti della fisica moderna su un piano più prettamente sociale.