Home Rubriche Outsider Ricomincio da noi – Non è mai troppo tardi per amare

Ricomincio da noi – Non è mai troppo tardi per amare

Quando Sandra, una raffinata “Lady” britannica, dopo quarant’anni di matrimonio, scopre che il facoltoso marito, la tradisce con la migliore amica, decide di rifugiarsi a Londra dalla sorella Bif con la quale da anni non ha più rapporti.

Con riluttanza Sandra cerca di ricominciare a vivere in un ambiente molto lontano dalle convenzioni sociali aristocratiche a cui era abituata, venendo a contatto con il mondo di Bif, spirito libero alternativo e classico “drop out” degli anni ’60. La sorella è infatti circondata da arzilli “vecchietti” che si danno un gran da fare tra il nuoto e soprattutto la danza. Dopo qualche mese di conflitti culturali, però il cuore di Sandra si scioglie e oltre a recuperare il rapporto con sua sorella, in occasione di un’inaspettata vacanza a Roma, scopre che c’è un mondo nuovo che l’aspetta e chissà, magari anche un nuovo amore….

La pellicola è una riuscita riflessione sulla vita e sulla morte, ma soprattutto su come non preoccuparsi di quest’ultima, se non si spreca neanche un fiato della prima.

Finding your feet, il titolo originale del film, si potrebbe tradurre con un semplice “rimettersi in piedi” o “ritrovare se stessi”, in effetti la pellicola del navigato Richard Loncraine è una brillante e simpatica commedia agrodolce che s’inserisce perfettamente nel filone dei film “non è mai troppo tardi”, per vivere, innamorarsi e soprattutto danzare come se non ci fosse un domani, o almeno come se il domani non fosse realmente una preoccupazione.

Prendete due parti di Calendar Girls, una parte di Marigold Hotel, un spruzzata di Full Monty e avrete Ricomincio da Noi.

Il perfetto film da vedere una domenica pomeriggio con vostra madre, o se per ragioni cronologiche, siete voi la madre, con un corpo avvizzito, ma un cuore ancora palpitante, allora è una perfetta commedia sentimentale per ridere e per commuoversi, grazie agli arguti dialoghi molto british e a quella senile saggezza autoironica, tipica dell’ultimo Allen.
Certo, la pellicola manca di una sana anarchia tecnica e narrativa, è un po’ piacione e un filo stucchevole, soprattutto nel finale romano, quando viene infarcito di cliché alla “To Rome with love”, ma poco importa, visto che il suo obiettivo non è quello di stravolgere la storia del cinema ma solo quello di intrattenere lo spettatore.


Il suo merito principale è poi quello di essere una splendida prova corale di attori di primissimo livello.

Tra loro Celia Imrie (Il diario di Bridget Jones, Calendar Girls) , Timothy Spall (Il tè nel deserto, Il discorso del re) e una grandissima Imelda Staunton (Ragione e sentimento, Il segreto di Vera Drake), capaci anche e nonostante qualche difetto nella sceneggiatura e una regia un po’ datata, di catapultare lo spettatore nel cuore di una storia e di un film che sono un omaggio all’amicizia e all’ottimismo, perché in fondo, parafrasando lo stesso Woody Allen: “la parola più bella del mondo non è amore, ma benigno”