Ovvero, un’astronave capace di percorrere distanze impensabili in modo istantaneo grazie a un motore capace di creare un wormhole. Tutto molto bello, peccato che la Event Horizon scompaia per 7 anni prima di dar segni di vita in prossimità di Nettuno. E per segni di vita, si intende la registrazione di gente che muore male urlando cose a caso in latino. A capo della spedizione di ricognizione c’è il capitano Miller, con a bordo il Dr.Weir, inventore della nave. Ben presto i membri dell’equipaggio inizieranno a vedere cose davvero brutte…
Se vi sa di già visto, è perchè in Punto di non ritorno sono presenti un po’ tutti i topos del fanta-horror nello spazio; ma questo non è necessariamente un difetto: Anderson ci regala un’astronave gotica di indubbia atmosfera, un livello di gore non male ed effetti speciali che tutto sommato che invecchiano bene (eccezion fatta per gli oggetti fluttuanti a gravità zero).
Certamente un paio di cafonate ci sono, ma chiusi entrambi gli occhi davanti a un tizio che viene sbattuto fuori dallo spazio, imprecando come un nero del ghetto, e dallo spazio ritorna imprecando di nuovo come in una gag comica, non si puo’ certo chiedere chissà che approccio realistico alla fisica a un film di intrattenimento: Sam Neill è grandioso, sembra uscito da Il seme della follia-2 ; Fishburne è in forma, la tematica dimensioni paralleli infernali è accattivante, e per concludere, la serie Dead Space è senz’altro figlia adottiva di questa pellicola! Quindi, da vedere.