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Predator, la nascita di un’icona

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Nella profonda giungla dell’America centrale vengono rinvenuti un gran numero di corpi scuoiati e appesi a testa in giù ed è un mistero su chi o cosa  possa aver compiuto un tale massacro.

Un commando militare delle forze speciali Statunitensi capitanato dal maggiore Dutch viene reclutato dalla CIA per porre fine alla minaccia.

Una volta giunti sul posto però si renderanno conto che dovranno affrontare qualcosa di ancora più pericoloso rispetto a quello che pensavano.

La pellicola esce nel 1987 in pieno boom del filone“action”, nello stesso anno usciranno tra gli altri: Arma letale, Robocop e Over the Top. È il primo capitolo di una trilogia che comprende Predator 2 e Predators e segna la consacrazione definitiva di Schwarzenegger come attore di genere completando una tripletta “mitologica”dopo Conan il Barbaro e Terminator.

Alla regia troviamo John Mctiernan (Caccia ad ottobre rosso, Die Hard-duri a morire), mente alla sceneggiatura ci sono i fratelli Thomas (Wild wild west, Behind enemy lines).

Il cast oltre il già citato Swarzie comprende Carl Wheaters (l’Apollo Creed della saga di Rocky) per gli appassionati del wrestling americano Jesse “the Body” Ventura e Shane Black (regista di Iron man 3 e sceneggiatore di Arma Letale).

Piccola curiosità sul cast: sia Schwarzenegger che Ventura diventeranno nei primi anni 2000 governatori rispettivamente della California e del Minnesota.

Predator è un film che colpisce ancora oggi. Il regista non mostra subito la creatura (richiamando alla mente l’Alien di Scott), ma decide di farla entrare in scena poco alla volta, rendendo la giungla circostante claustrofobica. Geniale la trovata di far percepire allo spettatore il terrore e il senso d’impotenza dei protagonisti attraverso lo sguardo ad infrarossi di Predator (scena che ha tormentato per anni le notti del sottoscritto che ha visto il film per la prima volta all’età di 6 anni), creando una immedesimazione totale con i protagonisti e demarcando un confine netto tra buoni e cattivi. 

Uno Schwarzenegger al pieno della forma fisica interpreta il maggiore Dutch, un eroe tutto di un pezzo che trasuda testosterone per 107 minuti e che, paradossalmente, non disdegna in alcuni frangenti una lucidissima autocritica.    

Memorabili e diventate cult alcune battute, dal “ma allora sei un mostro schifoso!” al “se può essere ferito, può essere ucciso”, che fanno sorride e “gasare” lo spettatore durante la visione. 

Infine c’è il protagonista indiscusso: PREDATOR. 

Predator è la rappresentazione fisica della paura che gli Stati Uniti hanno vissuto durante la guerra del Vietnam, dove per 20 anni – nell’ostilità totale della giungla – hanno affrontato un nemico il più delle volte invisibile, con un odio feroce verso l’invasore e maestro nella guerra di logoramento.

Alieno appartenente alla razza Yautja dall’aspetto umanoide dotato di un’intelligenza superiore, forza fisica sovrumana, invisibilità, gadget ipertecnologici e un altissima attitudine al massacro.

Predator è il cacciatore definitivo: freddo, calcolatore, all’apparenza invincibile e con un inaspettato senso dell’onore (SPOILER: Durante il combattimento finale toglie la maschera e si libera delle armi per affrontare corpo a corpo il protagonista in segno di rispetto. Da brividi).

Da subito il pubblico lo pone in contrapposizione con lo xenomorfo di Alien. Da una parte una creatura istinto e brutalità, dall’altra un alieno stratega ed evoluto.

Nel corso degli anni gli appassionati di fantascienza (grazie ad una scena presente in Predator 2) hanno dibattuto su chi potesse prevalere in un ipotetico scontro tra le due razze e Hollywood, prendendo la palla al balzo, ha scontentato tutti producendo i due film crossover Alien vs Predator.

La rivalità inoltre va avanti su carta grazie agli albi a fumetti che in tutti questi anni sono usciti in fumetteria. Queste pubblicazioni allargano in modo considerevole l’universo delle due razze e danno una motivazione più o meno logica alla guerra che combattono.

Sempre in ambito fumettistico il nostro Predatore di fiducia compare in epici crossover tra i quali vanno assolutamente citati: BATMAN VS PREDATOR E JUSTICE LEAGUE VS PREDATOR.

Storie che non rientrano nella continuity ufficiale ma assolutamente imperdibili per gli appassionati.

In conclusione, Predator è un film che anche a distanza di 30 anni dall’uscita va assolutamente recuperato.

Per i canoni attuali la trama non sarà originale e gli effetti speciali sembreranno sorpassati, ma è un punto di partenza fondamentale per avvicinarsi al genere.

Aspettiamo il reboot in programma nel 2018 diretto da Shane Black per capire se la saga tornerà di nuovo in auge o verrà affossata definitivamente.

Frase supercult: “NON HO TEMPO PER SANGUINARE”