Primo cortometraggio diretto e ideato da Lorenzo Bianchini nel 1997, Paura Dentro è un horror d’atmosfera che sa creare e tenere alta la tensione.
Girato tra i boschi di Monteprato, in Udine, per Paura Dentro Bianchini si è servito di sua cugina Annalisa Gaudio come personaggio protagonista, e di Valentino Roiatti per le macabre musiche. Pur avendo limiti di budget (e lo si vede nel suo essere meravigliosamente grezzo)- rispetto alla raffinatezza più nota di Oltre il guado e i Custodes Bestiae– Paura Dentro è un gioiellino cupo e introspettivo.
Una ragazza sta disegnando, successivamente si addormenta e comincia il suo percorso onirico, che la porterà dritta dritta verso un raggelante viaggio introspettivo.
In Paura Dentro Bianchini rivela già elementi caratteristici che poi avrebbe mescolato nuovamente in futuro- come nel suo lavoro più avatiano Oltre il guado– dove basta l’estetica del paese abbandonato a creare l’alone di mistero. La qualità non è eccelsa, ma con questo gusto amateur si presenta come un pacchetto ben confezionato. Il regista di Radice quadrata di tre e Occhi rivela così il suo distintivo tocco autoriale già in questa notevole primissima opera.
Le tematiche come la solitudine, il bosco solitario, il luogo abbandonato, la figura maligna e mascherata che ossessiona la protagonista, il sogno, il quadro spettrale e il bianco e nero, sono tutte caratteristiche e convenzioni dell’horror, che ci fanno provare la vera Paura. Perché per incutere vero terrore non serve una grande dose di sangue, effetti speciali o urla terrorizzate.