Home Speciale Approfondimenti I 60 anni di Michael J. Fox: una vita da ottimista!

I 60 anni di Michael J. Fox: una vita da ottimista!

 

Era il 1991 Michael J. Fox era all’apice della carriera, quando, sul set del film “Doc Hollywood – Dottore in carriera” notò che le sue dita tremavano senza che potesse controllarle. La diagnosi fu severa e impietosa: Parkison. Michael aveva 30 anni e cadde nella depressione e nell’alcolismo.

Nato in Canada Michael Andrew Fox sbarca a Hollywood a soli 18 anni. Decide di iscriversi allo Screen Actors Guild, ma esistendo già un Michael Fox, il giovane attore fu costretto ad aggiungere una lettera ma non la “A” del suo secondo nome, poiché sarebbe suonato in inglese come un bizzarro “Michael Una Volpe”, quindi optò per “J” in onore all’attore Michael J. Pollard.

Nel 1982 debutta nella televisione statunitense come uno dei protagonisti della serie tv Casa Keaton, seguito dalla pellicola cult degli anni ’80 Ritorno al Futuro della premiata ditta Spielberg/Zemeckis. Fu un trionfo e una notorietà internazionale. 4 anni dopo è protagonista insieme a Sean Penn del film di Brian De Palma Vittime di Guerra. Il rapporto tra i due non fu certo idilliaco. Michael era piuttosto mite mentre Penn era noto per il suo talento ribelle, una vera testa calda. I due a stento riuscirono a tollerarsi, ma alla fine del film, Michael lasciò nel camerino di Penn un biglietto in cui scrisse:

«lavorare con te non è stato un piacere, ma è stato sicuramente un onore».

Pochi mesi prima l’attore aveva conosciuto Tracy Pollan sul set di Casa Keaton. Brava ragazza della East Coast, Tracy era nata a Long Island, colta, borghese e ricca, aveva studiato al celebre Lee Strasberg Institute ed esordito poi come attrice in teatro.

 

Fu amore a prima vista, suggellato dal matrimonio e dal primogenito Sam Michael, quindi le gemelle Aquinnah Kathleen e Schuyler Frances (1995) ed Esmé Annabelle (2001). Una famiglia forte, unita che ha sostenuto l’attore quando fu costretto ad un ritiro dalle scene per colpa degli spasmi e degli infiniti problemi legati al Parkinson. Unita anche quando nel 2017 il destino, insaziabile, si è accanito su Michael che ha dovuto affrontare anche un tumore alla colonna vertebrale. Una battaglia vinta anche grazie ad una lunga e delicata operazione chirurgica.

Nonostante tutto l’attore ha sempre trovato spazio per l’impegno sociale, tanto da ricevere una laurea honoris dall’Istituto Karolinska per la fondazione della Michael J. Fox Foundation for Parkinson’s Research che negli ultimi 20 anni ha raccolto oltre 450 milioni di dollari per lo sviluppo di trattamenti migliori per i pazienti costretti a convivere con questa logorante e drammatica malattia.

Quest’anno Tracy e Michael sono arrivati al 33esimo anni di matrimonio. «Nella nostra relazione preferiamo enfatizzare gli aspetti comici piuttosto che quelli drammatici.

La gente guarda me e mia moglie e scuote la testa dicendo “poverini…”. Non capiscono che noi ci divertiamo più degli altri».

Qualche mese fa Michael ha deciso di ritirarsi del tutto dalle scene. Purtroppo nella sua recente biografia ha ammesso di non riuscire a memorizzare più le battute per colpa del Parkinson. Eppure non ha perso l’ironia e l’entusiasmo: «Abbiamo tutti il nostro carico di sfighe. Abbiamo tutti la nostra merda. È come quella storia su quel gruppo di persone e ognuno mette al centro i suoi peggiori problemi e alla fine ognuno sceglie di riprendersi i propri. Funziona cosi. Preferiresti sempre i tuoi problemi a quelli di un altro».

Oggi Michael J.Fox compie 60 anni, ed è bello parlare di lui anche perché soprattutto per noi della Generazione X, è sempre stato un volto familiare, come quel lontano cugino americano.

Un eterno ragazzo fortunato nella sfortuna, che non si è mai arreso, perché come diceva sempre il suo personaggio più noto Marty McFly: “nessuno può chiamarmi fifone!”.