Dopo 15 anni finalmente la sceneggiautra del dramma familiare di Barbara Rossi Prudente, vincitrice nel 1999 del Premio Franco Solinas ha visto la luce.
Ma nel film della regista casertana “Esterno sera”, suo esordio nei lungometraggi, di luce ce n’è poca.
Non siamo nel Sud Italia fatto di sole, mare, ospitalità, aranci e limoni. L’atmosfera è ben diversa, più tetra, più cupa, non a caso ad introdurre quello che sarà il protagonista delle ambientazioni del film è proprio il titolo.
Di sera, è proprio di sera che la protagonista, Alba, mette in mostra solo uno dei suoi tanti lati bizzarri e controversi del suo carattere : correre bendata in strada per racimolare soldi tramite scommesse.
Un insensato gioco tra la vita e la morte, per sentire un brivido, per provare un emozione, quelle emozioni che il suo ambiente familiare non riesce a darle.
Una famiglia che la vede più come un problema che come una figlia da accogliere e proteggere, finendola spesso per ignorare, un padre che lei rifiuta con tutta se stessa, due fratelli che la adorano ma che non riescono ad entrare in quel complesso corridoio di vicoli strettissimi di cui è fatta la sua mente. Alba è un personaggio in bilico, soprattutto mentalmente. Ma a darle quell’ inasperato senso di equilibrio arriva dal Nord suo cugino Fabrizio, che incarna l‘unica possibilità per la ragazza di ritrovare la sua via, di sentirsi finalmente libera, protetta ed amata.
Ma il ritorno di Fabrizio porta con sè un oscuro segreto familiare.
E in molte parti, e specialmente nel contesto socio – familiare in cui Alba vive, i panni sporchi si lavano in casa. Non senza problemi però.
Una Sicilia cupa e tetra ripresa con luci sporche e fredde, è lo sfondo ideale per questo dramma familiare che la regista Rossi Prudente ci presenta in “Esterno sera”.
Alba è una ragazza fuori dalle righe, che sembra andare in una direzione che nemmeno lei conosce, oscurata sia dalle ombre delle notti siciliane sia da quello omertoso e misterioso della sua famiglia.
Le pericolose corse che compie bendata in strada (sempre di notte) sono forse l’unica emozione vera che la ragazza è in grado di provare, un disperato bisogno di una vita vera che sembra poterle dare suo cugino Fabrizio, che però non viene certo nei panni di ambasciatore, perchè porta con sè un regalo non certo piacevole.
Il clima siciliano che la regista descrive con l’ambientazione, la fotografia e le riprese è asfissiante, chiuso, quasi claustrofobico, come la famiglia di Alba, che vede a capo una madre tentacolare ed un padre silenzioso e sfuggente.
I suoi comportamenti ed il suo equilibrio instabile stridono con i modi di fare del nucleo familiare e dell’ambiente che la circonda, così come il suo nome stona con il titolo del film.
Nonostante la sceneggiatura in alcuni punti si perde un po, ed il segreto familiare poteva essere rivelato qualche minuto pi tardi il film non annoia, non abbassa troppo il ritmo, che pur non essendo altissimo non rallenta mai troppo. La sensazione di inquietudine e di un qualcosa di brutto che sta per accadere la si ha per quasi tutto il film, che per essere un’opera prima è sicuramente migliorabile, ma comunque godibile.
Nel cast oltre alla brava Valentina Vacca, che recita insieme al fratello Emilio Vacca, anche un ottimo Salvatore Cantalupo, nel ruolo di Umberto, il padre di Alba. Senza infamia e senza lode la prestazione di Ricky Tognazzi.