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Le regine del crimine (2019) – Quelle brave ragazze!

Tratto da una graphic novel dal titolo ‘The Kitchen’ scritta da Ollie Masters e Ming Doyle per l’etichetta Vertigo, divisione della DC Comics, Le regine del crimine è la parabola di tre desperate housewives in veri e propri boss della mafia irlandese.

Nella New York del 1978 Kathy Brennan (Melissa McCarthy), Ruby O’Carroll (Tiffany Haddish) e Claire Walsh (Elisabeth Moss) solo le mogli, fedeli e servizievoli di altrettanti criminali di una cosca locale. Le loro domestiche esistenze vengono sconvolte dall’arresto dei tre uomini, da parte di due agenti dell’FBI.

Kathy, Ruby e Claire decidono così di rimboccarsi le maniche e sostituire i loro “maschi” negli affari di famiglia.

Opera prima dietro la mdp di Andrea Berloff, già Premio Oscar per la sceneggiatura dello straordinario Straight Outta Compton, Le regine del crimine è la risposta tutta al femminile ai gangster movie nineties come Donnie Brasco e Quei bravi ragazzi.

Tre improbabili eroine del crimine che con un misto di determinazione e intelligenza, riescono in breve tempo a sopperire alla totale inesperienza nella gestione degli sporchi affari del loro territorio. A tal proposito il titolo originale The Kitchen fa riferimento al quartiere dove si svolge buona parte della narrazione, il famigerato Hell’s Kitchen di New York.

A dispetto della presenza di Melissa McCarthy (Una mamma per amica, Spy, Ghostbusters), la pellicola è meno comica del previsto.

La regista Andrea Berloff si sforza di aderire il più possibile alle atmosfere della graphic novel. Rinuncia in partenza alle tinte noir a favore di un gangster di stratta femminista e ironico. L’altalenante sceneggiatura (firmata sempre dalla stessa Berloff) è forse il lato debole. Piuttosto la pellicola brilla per il cast. Una prova corale nel quale oltre alla McCarthy e alla poco nota Haddish, spicca su tutti la splendida Elisabeth Moss. L’attrice di Mad Men e The Handmaid’s Tale, ha alle spalle anche un’impressionante curriculum cinematografico. Dopo aver lavorato con Kasdan, Salles,Wheatley, Östlund e Peele, l’attrice è nel pieno della sua maturità artistica. Sarebbe bello affidarle una parte più a fuoco, capace di valorizzarla compiutamente.

Virtuoso come sempre il coprotagonista Domhnall Gleeson e brava, nonostante la piccola parte, la ritrovata Annabella Sciorra.

Nel complesso una pellicola piacevole ma dalla quale era lecito aspettarsi qualcosa di più.