Una giovane e bella ragazza dagli occhi verdi, cieca, e un giovane arabo si incontrano, o meglio…si scontrano casualmente nel centro di Roma. E’ subito colpo di fulmine. I due trascorrono insieme un pomeriggio romantico. Lui però è a Roma per un motivo ben preciso: compiere un attentato come kamikaze…
Il regista fiorentino Gabriel Cash (conosciuto soprattutto per il fantasy-horror del 2005 “Red Mantis” e per “Lupin III – the fan movie”) gira nel 2016 “La ragazza dagli occhi verdi”, un cortometraggio di 28 minuti, quasi un mediometraggio. Girata quasi tutta in bianco e nero, l’opera di Cash affronta un tema attualissimo: il terrorismo. In particolare quello di matrice araba, e compiuto da un uomo-kamikaze. La motivazione che spinge il protagonista maschile ad un atto così spregevole e criminale non è il fanatismo religioso. Infatti l’uomo si vuole far esplodere perchè sa che poi l’organizzazione terroristica verserà una quantità ingente di denaro nel conto della madre, gravemente malata.
Uccidendo delle persone, e uccidendo sè stesso, l’uomo vuole salvare la madre. La sceneggiatura è complessa, non banale. Analizza anche il punto di vista del terrorista. Cosa assai rara nel cinema occidentale. Lo sviluppo della storia invece è semplicistico e poco credibile. L’uomo comincia ad avere mille dubbi a causa di un paio di occhi verdi incontrati per caso, e dei quali si innamora. Proprio nel giorno dell’attentato che deve compiere.
Il finale, per nulla buonista e consolatorio, riscatta una sceneggiatura diseguale e non completamente convincente. Il cast è sufficientemente in parte, soprattutto i due protagonisti. La fotografia invece è pessima. La città che vediamo ne “La ragazza dagli occhi verdi” è la classica Roma “da cartolina”. Il cortometraggio di Cash, che ora sta girando anche per festival importanti, è un prodotto sicuramente dignitoso. Anche se avrebbe meritato una maggiore cura nella messa in scena e in alcuni comparti tecnici.