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La Maledizione di Dirty Dancing

Difficile non adorare Dirty Dancing, la storia di una ragazza normale che nel giro di un’estate diventa una principessa, una ballerina, una ribelle, scoprendosi donna e librandosi in aria.

Parliamo di una delle scene iconiche degli anni 80. Eppure c’è una maledizione intorno a questo film. Una iattura o una jettatura gauteriana di cui in pochi sono al corrente. Tutto ebbe inizio negli anni ’50 anche se il film è ambientato nel 1963, Eleanor Bergstein, giovanissima newyorkese di 17 anni di buona famiglia ebrea, trascorreva le vacanze nei vicini Catskill Mountains. Un periodo in cui “tutti mi chiamavano ancora baby e a me non dispiaceva affatto. Era prima che uccidessero Kennedy, prima dei Beatles, quando io credevo nell’impegno civile e soprattutto quando mai avrei pensato che al mondo potesse esistere un altro uomo oltre a mio padre.”

A questo punto Eleanor ebbe l’idea di scrivere una sceneggiatura per il teatro, per Broadway e le cose andarono alla grande, fu un successone fin quando Hollywood non si accorse del potenziale di quella storia e decise di farci un film. Le cose non andarono peggio, anzi, la pellicola partita con un budget ridotto e senza attori famosissimi, incassò oltre 214 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando il primo film a vendere più di un milione di copie in quella che, non senza nostalgia, chiamiamo “cassetta”, l’home video insomma.

Un successo scritto, Patrick Swayze che fino ad allora aveva girato film come I ragazzi della 56ª strada di Coppola e Alba Rossa di Milius, di li a poco sarebbe diventato un sex symbol degli anni novanta. Alla giovane e promettente Frances “Baby” Houseman, nella vita Jennifer Grey, sarebbero state spalancate tutte le porte di Hollywood. Stessa cosa ovviamente per il regista esordiente Emile Ardolino, di origini italiane, che aveva diretto solo un documentario e nel giro di pochi mesi si trovò ad essere uno dei registi fabbrica soldi che tanto amano negli studi di L.A..

Ma le cose non andarono così. La Maledizione di Dirty Dancing colpì inesorabilmente. Non subito ma col tempo.

Il primo a pagarne le conseguenze fu proprio Ardolino che dopo essersi confermato come un regista, talentuoso con Sister Act, contrasse il virus dell’Hiv e morì a soli 49 anni per complicazioni dovute alla malattia. Swayze ebbe in effetti molto successo negli anni successivi, inanellando una serie impressionante di film cult, persino un sequel di Dirty Dancing. Poi però gli venne diagnosticato un tumore al pancreas e si spense il 14 settembre 2009 all’età di 57 anni (la stessa età della morte del padre), venti mesi dopo la conferma della diagnosi.

Max Cantor, attore che nel film interpretava il ruolo di Robbie Gould,  morì nel 1991 di overdose e una delle ballerine professioniste del cast, Jennifer Stahl, venne uccisa nel suo appartamento di New York nel 2001. Anche Jerry Orbach, attore che interpretò il ruolo del padre di Baby,  venne colpito dalla maledizione e si spense nel 2004 per un tumore alla prostata.
Ma non è finita qui… persino la Vestron Video, lo studio di produzione del film, nonostante i milioni guadagnati con Dirty Dancing, finì rapidamente in bancarotta.

Meglio andò a “baby”, lo stesso anno in cui girò Dirty Dancing infatti, l’attrice ebbe un gravissimo incidente automobilistico in Irlanda, insieme al suo fidanzato di allora, il collega Matthew Broderick. I due si salvarono per miracolo, ma nello scontro morirono due donne. L’attrice per anni fece molta fatica a lavorare e pian piano Hollywood si dimenticò di lei, nonostante si fosse sottoposto ad un intervento chirurgico per cambiare il suo caratteristico naso. Nel 2010 dopo un controllo medico per la sua partecipazione a Dancing with the Stars (versione americana di Ballando con le stelle), le venne diagnosticato un nodulo maligno al collo, che successivamente è stato asportato chirurgicamente.

E la nostra Eleanor Bergstein?! L’originale “baby”, scrittrice di Dirty Dancing?

Ci riprovò con It’s My Turn, interpretato da Michael Douglas. Il film fu un flop e lei venne nominata ai Razzie Awards per la peggior sceneggiatura, ma capì l’antifona e si ritirò, non scrisse più nulla. Ora ha 83 anni e vive da sola a casa con 12 gatti (o almeno così la immaginiamo!).

Le riprese del film avvennero a Lake Lure, una località molto affascinante. Qui nel 1987 c’era lo splendido Kutsher Hotel, neanche a dirlo pochi anni dopo le riprese di “Lucky” Dancing, chiuse i battenti e oggi al suo posto c’è un centro benessere.

Tra le canzoni del film c’è un pezzo meraviglioso, scritto proprio nell’estate del 1963, dall’immenso Phil Spector e portato al successo dalle The Ronettes, Be My Baby. Spesso considerata come la massima espressione del cosiddetto “Wall of Sound” di Spector, la canzone è riconosciuta come uno dei brani che maggiormente hanno influenzato l’evoluzione dell’intero genere pop.

Spector, ce ci ha lasciati di recente, era un genio ma non proprio una brava persona, ha infatti passato gli ultimi 20 anni di vita in carcere per omicidio di secondo grado ai danni della modella e attrice statunitense Lana Clarkson.

La maledizione di Dirty Dancing è compiuta.

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Cresciuto a pane e ‘nduja e ganster movie italoamericani, ha deciso di dedicare la sua intera e misera esistenza al cinema, assecondando la dipendenza che esso crea nelle menti e nei cuori degli stolti e sei sognatori.