Un uomo, solo nella sua casa, si lascia andare tristemente al ricordo di una passata storia d’amore con una donna, e al rapporto affettuoso che aveva con la figlia di lei. Ben presto i dolci e malinconici ricordi lasciano spazio agli incubi, reali, di un uomo che nasconde dei terribili segreti…
Roberto Varazzi gira nel 2010 quello che rimane, al momento, il suo unico cortometraggio: LA LUCE NEL BUIO. L’argomento trattato dal regista è molto delicato, la pedofilia. I primi tre minuti in realtà non danno alcun indizio del tema trattato. Sembra di trovarsi di fronte al solito cortometraggio “depressivo-sentimentale”. Una voce fuori campo, che rappresenta i pensieri del protagonista (un bravo Gabriele Limone), snocciola una serie di frasi d’amore alquanto stucchevoli e tediose.
Tre minuti dove credi di stare in un mondo di buoni sentimenti e di frustrazioni d’amore, ma non è cosi’: vieni bruscamente sbalzato in un altro mondo, quello malsano e distorto della mente di un pedofilo assassino. Il protagonista, da vittima d’amore, si palesa come un implacabile carnefice. Un carnefice forse anche lui vittima, in tenera età, di morbose attenzioni. Il finale, altamente drammatico e durissimo, fa capire che LA LUCE NEL BUIO non vuole di certo essere un’opera buonista e consolatoria, anzi.
Il taglio dell’opera è palesemente amatoriale. LA LUCE NEL BUIO ha più di un difetto a livello tecnico, e risente molto della mancanza di un budget. Non aspettatevi quindi chissà quali raffinatezze registiche. Il punto di forza del corto è proprio la storia, e l’approccio duro e per niente consolatorio che ha il regista nei confronti del tema trattato. La voce fuori campo che ci accompagna per i quasi 10 minuti di durata è affidata all’attore Francesco Castaldi, già visto ne “I Cesaroni” e in “R.i.s. Roma – Delitti Imperfetti”. LA LUCE NEL BUIO, oltretutto, è anche un fumetto, sceneggiato dal regista stesso e disegnato da Veronica Bianchi.
Voto: 6/7.
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