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La Fratellanza – Shot Caller

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Ambientato nel sud della California, con una bellissima fotografia e con un ritmo che incalza la sequenza degli eventi con le belle musiche rapper scritte e cantate da Knightowl, scelte dal brasiliano di nome italiano Antonio Pinto, il film è una eccellente produzione hollywoodiana da vedere.

Il tema trattato, sempre più a cuore nelle produzioni statunitensi degli ultimi anni, è la famiglia. Sembrerà strano, ma invece è proprio così! «Nessuno può toccare la mia famiglia!» dice con occhi decisi e gelidi il bravissimo Nikolaj Coster-Waldau (Jacob/Money) – che ricorda tantissimo un superlativo Viggo Mortenses in “A History of Violence” (2005) di David Cronenberg – a quello che fino ad un attimo prima era stato il suo “Shot Caller”, l’altrettanto bravo J. Nathan Simmons (Prison Inmate). Da questa prospettiva il film è certamente intrigante e interessante, con una sceneggiatura cinica e violenta, che lancia un messaggio chiaro allo spettatore invitandolo a riflettere su cosa sia disposto a fare un padre per proteggere la propria moglie e il proprio unico figli! E certamente, all’interno una narrazione action-crime-drama-thriller questo ingrediente non è certo di facile gestione per la produzione e la regia.

La storia è apparentemente banale e scontata, come tante già viste, ma i risvolti narrativi della sceneggiatura sono assolutamente originali. Jacob/Money ha un lavoro importante e una famiglia felice. Un incidente d’auto cambierà per sempre la sua vita. La successione della narrazione filmica a questo punto si sposta con intelligenza tra l’interno di un penitenziario di sicurezza americano che ricorda il bellissimo Fuga da Alcatraz (1979) di Don Siegel con un magnifico Clint Eastwood, e la vita familiare e processuale esterna che condurrà alla detenzione il protagonista Nikolaj Coster-Waldau.

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Gente simpatica

Il resto è tutto da scoprire nelle sale cinematografiche non potendo scrivere altro se non che è un film che fa riflettere e piace a molti. E se un film piace e fa riflettere, allora è certamente da vedere.

Post Scriptum – Il significato in italiano di “Shot Caller” è semplicemente “Boss”, “Capo”, “Pezzo Grosso” di organizzazioni mafiose, gang, bande, crimine organizzato, com’è di fatto ciò che si narra nel film di Ric Roman Waugh. Che c’azzecca “Fratellanza”? … Se non per il fatto che ad un certo punto del film si parla dell’appartenenza senza più libertà ad una determinata gang di “Guerrieri” dove lo “Shot Caller” del momento dice al nostro protagonista «L’arma più potente di un guerriero è la sua mente. Benvenuto nella Fratellanza»? Perché le distribuzioni italiane perseverano in questa ostinazione di modificare prodotti artistici con pasticci “interpretativi”? Non lo sapremo mai!

Il titolo del film, “Shot Caller”, è stato già usato nel 2001 da Lil’ Troy, famosissimo e geniale rapper statunitense, per una bellissima ballata da ascoltare sicuramente.

Articolo di Andrea Giostra