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La forma della voce – La recensione

Un bambino viene messo da parte dai suoi amici dopo aver bullizzato una bambina sorda al punto di farla andare via. Anni dopo, preso dai sensi di colpa e cresciuto, riconosce i suoi errori e cerca di riavvicinarsi alla ragazza.

Esce solo per due giorni al cinema (24 e 25 Ottobre) “La forma della voce”, questo fenomeno cinematografico giapponese tratto da una serie di ben sette manga dal titolo A Silent Voice. Dopo il bellissimo “Your Name”, anche questo film d’animazione è imperdibile non esclusivamente per le tematiche trattate, ma per come vengono affrontate.

Si parla di bullismo, suicidio, sensi di colpa, amicizia, adolescenza, perdono, redenzione. Tutte tematiche forti che non vengono trattate con i guanti, ma presentate con estremo realismo.
I protagonisti di La forma della voce

La sceneggiatura è scritta così bene che “La forma della voce” non annoia per tutta la sua durata (due ore e dieci minuti) e alterna sapientemente momenti drammatici ad altrettanti più comici come il personaggio di Nagatsu Tomohiro decisamente irresistibile. I personaggi sono approfonditi in maniera esemplare ed è impossibile non andare in empatia.

Lo script funziona perfettamente sul grande schermo grazie alla regia impeccabile e molto sensibile di Naoko Yamada. “La forma della voce” fa piangere molto e più volte, ma mai in modo ricattatorio il che è un grandissimo pregio. E’ una storia splendida che ti prende il cuore e ti rimane dentro.

Il gruppo di amici

Non perdetevi questo film d’animazione oggi 25 Ottobre! Sicuramente non ve ne pentirete. “La forma della voce” ti emoziona con realtà, sensibilità e poesia. Perché ognuno di noi ha provato almeno una volta il bullismo sulla propria pelle come vittima e/o come carnefice.

Grazie Nexo Digital per averlo distribuito e ai nostri amici di VVVVID per lo sponsor.

VOTI FINALI
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Redattore e Co-fondatore

Cantante lirico, attore, insegnante e... cinefilo! Amo il cinema in ogni suo genere con un'adorazione particolare per il cinema europeo specialmente britannico, visto che sono un sostenitore della scuola inglese. Molto spesso dalla parte opposta dei blockbuster e sulla strada degli indie e del cinema d’autore non solo di oggi... Pochi effetti speciali e molte emozioni!