Home Rubriche Horror L’ entità ti vuole : “Entity” – di Sidney J. Furie (1981)

L’ entità ti vuole : “Entity” – di Sidney J. Furie (1981)

Carla Moran è una giovane donna, mamma di tre figli, che vive sola con loro in una piccola casa a Culver City, in California.
La loro vita sembra trascorrere tranquilla fino a che Carla non comincia ad essere vittima di aggressioni notturne che si consumano nella sua stanza da letto ad opera di una persona che però la donna non riesce a vedere. Un essere invisibile che dapprima sembra percuoterla, e poi, in breve tempo, arriva anche a violentarla, più volte.
Scossa per l’accaduto a cui non sa dare una spiegazione ed in balia di una forza / entità a cui non si riesce a dare un volto, la donna cerca aiuto dapprima dallo psichiatra Phil Sneiderman ( Ron Silver ) , poi quando la situazione non migliora, al team di parapsicologi che devono assolutamente cercare di risolvere la situazione con questa Presenza sconosciuta.
Ispirata agli eventi accaduti alla signora Doris Bither , ed al libro scritto poi sulla donna da Frank De Felitta nel 1978, il film “Entity” mette al centro del lungometraggio la storia di una donna che si imbatte in una presenza invisibile che arriva ad abusare sessualmente di lei, senza mai rivelarsi, rimanendo quella che anche nel mondo del cinema conosciamo come ”Poltergeist”.
Il regista canadese Sidney J. Furie parte proprio dall’opera di De Felitta per raccontare una storia sul paranormale molto diversa dai film sul tema che siamo abituati a vedere oggi (Paranormal Activity, ESP), ma con alcun elemento comunque da apprezzare. Partiamo inizialmente dall ‘interpretazione della protagonista, ovvero Carla Moran, cui da anima e corpo Barbara Hershey, davvero buona e da ricordare, soprattutto nelle scene in cui subisce le violenze e le sevizie dell’ entità, ma anche in quelle in cui si relaziona con gli altri protagonisti della storia.

02 The entity

Altri protagonisti dicevamo che invece rimangono un po’ troppo ai margini della storia e non hanno la giusta caratterizzazione che meriterebbero. Viene alla ribalta, sparisce per un po’ e poi ritorna lo psichiatra Sneiderman, di cui s’intuisce ma non viene poi così spiegato il forte interesse verso la sua paziente. Anche la posizione del figlio maggiore della donna, Billy ( David Labiosa ) ha un’impennata iniziale per poi terminare nel dimenticatoio.
Molto belle sono le scene in cui l’Entità attacca la donna, sopratutto quelle in cui la Moran viene assalita e violentata da nuda ( oggi un effetto del genere non stupirebbe nessuno ma non scordiamoci che il film è uscito nel 1981 ).
Le manifestazioni dell’ entità paranormale si manifestano non solo con attacchi alla donna ma anche con i soliti effetti di oggetti spostati, distrutti, ginestre aperte e disintegrate, scariche elettriche. La tensione c’è, si nota, non è delle più elevate però il film si fa vedere dal primo all’ultimo minuto, anche se alla fine, la pellicola si perde un po’ in quello che ineffetti è l’unica parte dichiaratamente inventata del film ( e si vede, in negativo però ).
Il film comunque nonostante qualche piccolo errore che poteva essere evitato ha avuto grandi incassi nella sua uscita nelle sale americane dell’epoca, arrivando nella sua prima settimana di programmazione ad insediare il film “Tootsie” che già da due settimane era uno dei film più visti nel nuovo continente.
Anche Martin Scorsese ha parlato positivamente della pellicola definendola una delle pellicole più spaventose di tutti i tempi.
Tralasciando comunque i dati dei botteghini e gli illustri pareri di registi e recensori, il film di Furie rimane un classico per il genere horror e per il sottogenere del paranormale, abbastanza innovativo all’epoca ed ancora valido di fronte ad alcune pellicole contemporanee sul paranormale che nonostante una maggior tecnologia non sono riuscite a produrre una pellicola che valga nemmeno la metà di quella del regista canadese.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

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