L’ultimo di Eli Roth è sotto la voce ‘horror’ per il nome del regista, e niente più: Knock Knock stupisce, ma non in modo positivo.
Una struttura à la Funny Games, ma col twister: non c’è sangue.
Scusate lo spoilerone, ma a volte mi piace pensare di poter salvare il vostro prezioso tempo, per cui, se siete qui perchè Roth è una garanzia gore, guardate altrove. Ed è un peccato, perchè la struttura è stuzziacante: Il buon Keanu Reeves è Papà Cool, un 40-qualcosa con moglie bella ma che si concede non così spesso, pargoli che ama, lavoro fico ma che lo lascia da solo in casa per il weekend.
E in una notte di pioggia, non saranno i testimoni di Geova, o Equitalia a bussare. No, saranno due fagiane
la parte più bella del film è qui: loro che fanno le stupidine, lui che, ringalluzzito, parla di quando faceva il dj, di quanto è fortunato di avere una moglie bella e artista, e così via…fino all’ovvio threesome. Girato con inaspettata classe da Roth, va detto.
Ma poi si passa alle brutte notizie ( e non parlo di loro due che si rivelano due bastarde senza gloria: quello era decisamente prevedibile ). Il povero Papà Cool subisce angherie a destra e a manca, fino a ritrovarsi… a un finale che definire anti-climatico è davvero riduttivo.
Se da una parte si può ammirare la spinta più impegnata di Roth, qualcosa già visibile in Green inferno, la gestione della dicotomia violenza / messaggio social(e) è davvero mal gestita, lasciano con l’amaro in bocca chi si aspettava grossi spargimenti di sangue.
Peccato.