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Killers of the Flower Moon: quattro nuovi ingressi nel cast del film di Martin Scorsese

The Wrap segnala quattro nuovi ingressi nel cast di Killers of the Flower Moon, attesissimo film diretto da Martin Scorsese: si tratta di Jason Isbell, Sturgill Simpson, William Belleau (la saga di Twilight) e Louis Cancelmi (The Irishman).

Per il musicista vincitore del Grammy Jason Isbell si tratta del debutto davanti alla macchina da presa di un lungometraggio: il suo ruolo sarà quello di un avversario del personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio, Burkhart.
Simpson interpreterà invece un famigerato campione di rodeo e contrabbandiere di nome Henry Grammer.
In quanto a Belleau e Cancelmi, il primo sarà Henry Roan, proprietario di un ranch a Osage con degli stretti legami con la famiglia di Burkhart, il secondo interpreterà Kelsie Morrison, un truffatore locale e amico del personaggio di DiCaprio, Burkhart.

Martin Scorsese doveva lavorare a Killers of the Flower Moon insieme alla Paramount. Lo studio si è poi tirato indietro, anche a causa di alcune variazioni dello script volute da Leonardo DiCaprio che hanno spaventato la major.
Ed è a questo punto che è subentrata la Apple che ha deciso di accollarsi il colossale budget del lungometraggio (che dovrebbe aggirarsi intorno ai 200 milioni di dollari).
Killers of the Flower Moon approderà nelle sale cinematografiche con la Paramount che si farà carico dei soli costi di marketing (prendendo una percentuale sui profitti finali), mentre la Apple coprirà il budget e lo sviluppo.

Killers of the Flowers Moon vede Leonardo DiCaprio nel cast, verrà prodotto dalla Apple e distribuito dalla Paramount. La sceneggiatura di Eric Roth è tratta dal romanzo di David Grann Gli assassini della terra rossa che racconta la storia vera degli omicidi di membri della tribù Osage nell’Oklahoma degli anni venti, occorsi dopo la scoperta del petrolio nelle loro terre.
Robert De Niro interpreterà il serial killer William Hale.

Questa la sinossi:

Negli anni Venti del Novecento, la popolazione al mondo con la maggiore ricchezza pro-capite era, abbastanza sorprendentemente, la nazione indiana degli Osage, confinata nei decenni precedenti in una riserva in Oklahoma.
Senza più bisonti da cacciare, impossibilitati quasi a parlare la loro lingua e a praticare la loro religione e cultura, improvvisamente si ritrovarono ricchissimi per la scoperta nelle loro terre di giacimenti petroliferi immensi: cominciarono così a girare in Cadillac e a mandare i figli a studiare in Europa, con grande invidia dell’opinione pubblica bianca, in prevalenza quacchera.
Altrettanto improvvisamente però, all’interno delle famiglie osage più facoltose, si verificarono delle morti inspiegabili e sospette.


E, negli ultimi baluardi del West selvaggio, dove personaggi come J.P. Getty andavano costruendo le proprie fortune e dove banditi leggendari seminavano il terrore, molti di coloro che osarono indagare su questi omicidi finirono per essere assassinati a loro volta. Superate le ventiquattro vittime, il caso passò a un organismo investigativo relativamente nuovo, l’FBI, che tuttavia non riuscì a fare sostanziali passi in avanti, finché il suo giovane direttore, J. Edgard Hoover, non cercò l’aiuto di un Ranger in pensione, Tom White.
White mise insieme una squadra di detective piuttosto eterogenea, compreso un agente amerindio, e portò alla luce una cospirazione spietata ai danni di una popolazione intera.