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Intervista a Katy Monique Cuomo!

Oggi intervistiamo Katy Monique Cuomo, attrice cinematografica e teatrale con esperienza pluriennale ed anche scrittrice, che ha debuttato come regista nel 2016 con il cortometraggio Holly, con la fotografia di Blasco Giurato.

1) Domanda scontata forse ma non troppo: quando e come nasce la tua passione per il cinema?
C’è stato un episodio in particolare, un attore/attrice, un film che ti hanno colpito?

Ricordo un episodio, ero molto giovane,vivevo a Padova negli squat (case occupate) ero punk, facevo teatro sperimentale, un teatro contro tutti e tutto…conobbi una donna provata dalla
vita, diventammo amiche.
Lei era una specie di medium, un giorno trovai un biglietto sulla mia porta dove mi chiedeva di andare a casa sua perchè doveva dirmi delle cose che aveva visto per me.
Quando arrivai,la trovai che mi aspettava in una camera in penombra, mi disse che aveva visto il mio futuro, che avrei fatto cinema e televisione e fu lei ad aggiungere al mio nome Monique. Al momento mi misi a ridere ma poi,due anni dopo, partii per Roma in cerca di fortuna.

2) Cominci il tuo percorso da artista nel mondo del teatro. Cosa ti sei portata nel cinema di quella esperienza? Cosa e come consiglieresti a coloro che oggi si avvicinano al mondo del teatro?

Sono maniaca delle prove e della memoria. Studio molto le battute,che lego ai movimenti.
Se non conosco benissimo il copione non riesco a lasciarmi andare nei sentimenti e nella ricerca della profondità del personaggio.
Naturalmente le battute senza l’intenzione o verità non sono
niente, solo parole…
Quando lavoro su un personaggio cerco di trovare dentro di me la
strada, qualcosa di vero che mi appartenga e parallelamente lavoro molto sul testo e mi preparo bene le scene, anche nel cinema.
Un’altra cosa che credo provenga dal teatro è la passione per il
camerino,un angolo magico con lo specchio con le lampadine intorno, con tutti i trucchi e il copione, dove ti concentri e ti prepari per andare in scena.
Non credo di essere la persona più indicata per dare consigli agli altri, ci sono tante strade e ognuno e’ diverso….
Fare con amore, dedizione e professionalità il proprio lavoro certo aiuta.
Essere brave persone anche nella vita, pure, secondo me. Io non separo l’arte dalla vita.
Quando incontro una persona meschina, arrogante….forse sara’ un attore pazzesco ma io non lo sceglierò di certo per lavorare con me. Seguo l’istinto. Sempre.

3) Raccontaci un aneddoto che ricordi con piacere legato alle tue esperienze teatrali.

Lavoravo in uno spettacolo al Teatro dell’Orologio a Roma. Stavamo sempre a ridere. Anche se il regista si arrabbiava, un minuto di silenzio,poi lui stesso faceva una battuta e tutti a ridere di nuovo.
Adoro lavorare in allegria.
Credo che anche sul set dipenda molto dal regista l’atmosfera che
si crea.

Una foto dal set di “Holly”, con la regista Katy Monique Cuomo (a sinistra)

4) Nelle varie produzioni a cui hai preso parte, hai ricoperto sia il ruolo di attrice che, ultimamente, quello di regista. Tutto questo è nato da una necessità o dalla tua voglia di cimentarti in diversi
ruoli? E qual è quello in cui ti senti più a tuo agio?

Io scrivo da sempre ma, forse, non credevo abbastanza in me stessa.
Quando senti bruciare dentro di te più che una necessità, la definirei un’urgenza, sai che non puoi opporti.
Ho delle storie da raccontare.
Si è aperta questa strada autoriale e la percorro con piacere. Adoro anche recitare.
La cosa meravigliosa è quando senti di aver fatto quello che volevi e bene.
Poi può piacere o non piacere.
Credo che sia importante sviluppare una propria indipendenza creativa.
Questo come autrice e regista.
Come attrice, se lavoro in un progetto non mio, devo seguire le indicazioni del regista, sempre coltivando il mio mondo interiore e seguendo il mio istinto ma ho un recinto entro cui muovermi.

5) Hai debuttato alla regia con il cortometraggio Holly, presentato anche agli ultimi David di Donatello.
Parlaci un po’ di come è nata l’idea di questo corto e dei risultati che sta avendo nei vari Festival.

Stavo lavorando alla sceneggiatura di Private dance (film attualmente in sviluppo) ma dalla collaborazione di oltre un anno con la produzione non sortiva nessun risultato.
Così decisi di cambiare strada.
Presi un soggetto che avevo scritto per un lungometraggio e ne feci un corto.
Tempo tre mesi ed ero sul set a girare Holly con al mio fianco un grande direttore della fotografia, Blasco Giurato.
Attualmente il corto è iscritto a numerosi festival, io sono soddisfatta del lavoro svolto, chissà forse qualcuno mi capirà o forse no, chi può dirlo.
Il corto non è proprio immediato, come contenuto. Ma si rivela ad un occhio attento.

6) Ti definisci “una donna che scrive per le donne”. Puoi spiegarci meglio questo concetto?

Le mie storie prediligono i personaggi femminili. Sempre. Almeno fino ad ora.
Credo che sia importante sentire anche il punto di vista femminile.
Il cinema ne ha bisogno.

7) Come vedi l’attuale stato di salute del cinema italiano?

Oltre a Sorrentino, Virzì e Garrone, ultimamente ho apprezzato molto Rovere, MainettiSybilia, Sollima e altri.
Non ho ancora visto il film scritto dalla Mazzantini, mi incuriosisce molto.
Mi sembra che ci sia un certo fermento.
C’è sempre pero’ il problema degli incassi per i film italiani….Sono comunque ottimista.

Katy Monique Cuomo con il fotografo Blasco Giurato sul set di “Holly”

8) Con quale regista e/o attore ti piacerebbe lavorare in futuro?

David Lynch

9) Cosa vuoi dire ai giovani che oggi si avvicinano al mondo della recitazione, in particolar modo al cinema? Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

Studiate e non perdete tempo con persone inutili e con i ciarlatani.
Oggigiorno ci sono tanti strumenti per valutare e capire quali sono i canali validi.
Per quanto riguarda i miei prossimi obiettivi,al momento sto lavorando al mio film lungometraggio che spero presto entri in preparazione ufficiale, vi aggiornerò.

10) Cosa ti rende felice oggi.

Poter passare del tempo con mia figlia, stare abbracciate, farci le coccole.

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Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

‘Rest..In..Peace’