E’ dell’acqua gelida a svegliarmi. Una sferzata violenta, dritta sul viso.
Comincia così Piombo, il primo romanzo della nostra amica Hypatia Underwood, già autrice di alcuni articoli nel nostro sito.
Conosciamo un po’ meglio la storia, i personaggi, ed ovviamente la sua autrice.
1) Com’è nata l’idea di Piombo ed ancor prima il tuo amore per la scrittura? C’è stato un momento in particolare ed un libro che ti hanno dato una grossa spinta a scrivere tu in futuro un romanzo?
Il mio amore per la scrittura nasce molto tempo prima che Piombo si concretizzasse!
In realtà sono sempre stata, prima di ogni altra cosa, un’avida lettrice.
Credo che questo abbia fatto nascere in me l’esigenza di tentare di dare forma alle parole nello stesso modo in cui ho sempre letto nelle pagine dei grandi autori che mi hanno sempre affascinata.
E sicuramente leggere mi ha aiutata molto quando si è trattato di snocciolare l’idea che era Piombo, arrivata diversi anni fa come trama di una fanfiction piuttosto articolata e che mi venne guardando un episodio di Grey’s Anatomy!
Devo dire di essere sempre stata un’appassionata di Storia americana, e nel periodo di incubazione della trama mi ero avvicinata molto a tutto ciò che riguardasse i conflitti dell’era moderna, dalla Prima Guerra del Golfo al post 11 Settembre. Erano anche gli anni di The Hurt Locker, il meraviglioso film di Kathryn Bigelow che parla di conflitto da un punto di vista particolare.
Ecco, credo che proprio la pellicola della Bigelow mi abbia dato la spinta a provare a scrivere la storia del Maggiore Takeda e della dottoressa Kato, ma non posso non citare anche tutti i reportage di guerra scritti da Oriana Fallaci, in primis Niente e così sia che è stata una lettura non solo arricchente sotto ogni punto di vista, ma anche di grande ispirazione.
2) Piombo nasce dal mondo delle Fanfiction. Puoi parlarci in maniera un po’ più approfondita di questo mondo forse non conosciuto a tutti?
Molto volentieri, soprattutto perché delle fanfiction non si parla molto spesso!
Le fanfiction sono storie amatoriali scritte da fan che si basano su opere già esistenti come ad esempio libri, fumetti, film, manga o qualsiasi altro prodotto mediatico possa venire in mente.
Esistono tantissime categorie e altrettanti numerosi generi, ma in linea di massima possiamo trovare fanfiction coerenti con la linea narrativa e temporale dell’opera di riferimento, senza stravolgimenti (ad esempio immaginando una scena che non si è vista in un film o fumetto oppure ipotetici seguiti di opere concluse).
Storie che immaginano linee narrative alternative rispetto a quelle messe in scena dall’opera originale (quindi finali alternativi o protagonisti che sopravvivono), oppure fanfiction che si limitano ad utilizzare soltanto i personaggi di una determinata opera per trapiantarli in un contesto totalmente diverso.
In questo caso si parla di Alternative Universe, che è ciò che ho fatto io con Piombo.
Vorrei concludere dicendo che spesso si pensa all’universo delle fanfiction come ad un qualcosa costituito da prodotti di scarsa qualità.
Non nego che moltissime storie siano narrazioni per lo più embrionali e molto acerbe o semplici, ma nel mare di materiale pubblicato quotidianamente in siti dedicati si possono spesso scovare opere estremamente belle e autori assolutamente validi.
I quali di tanto in tanto, per fortuna, sfondano la quarta parete e si lanciano nel mondo editoriale, anche con case editrici note.
3) Quali personaggi hanno colpito la tua attenzione per la scrittura della tua prima FanFiction e cosa ti ha colpito di loro così tanto da scriverci sopra una storia?
Ho scelto dei personaggi che nell’opera originale sono molto carismatici ed affascinanti, e
soprattutto li ho scelti in quanto ciò che stavo sviluppando con Piombo si cuciva perfettamente addosso alle loro caratterizzazioni.
Poi probabilmente sentivo la necessità di scrivere di personaggi belli, con appeal e fascino. In poche parole tutto ciò che io non sono!
4) Parlaci brevemente della storia e dei suoi personaggi principali.
Piombo è ambientato negli Stati Uniti e narra le vicende di un soldato dal ritorno dall’Iraq, il Maggiore Hiromi Takeda, e della psicologa cui viene affidato il suo caso, la dottoressa Airi Kato.
Takeda è vittima, come molti reduci, di un fortissimo disturbo da stress post traumatico derivante dagli avvenimenti legati ad un attentato subito in Iraq e all’esperienza della prigionia.
Allo stesso tempo Airi è molto restia ad accettare il caso di Takeda, poiché deve fare i conti con i sensi di colpa derivanti da un tragico avvenimento personale.
Airi ed Hiromi inizieranno così a conoscersi, a fidarsi reciprocamente ma soprattutto inizieranno insieme un percorso di reinserimento alla vita normale.
Sul loro legame si allargherà però l’ombra non solo della morbosa gelosia di Samuel Foster, collega di Kato e corteggiatore respinto, ma anche del Generale Takeshi Takeda, padre di Hiromi e capo di Stato Maggiore dell’esercito, intenzionato a comprendere quanto sia pericolosa l’influenza di Airi su Hiromi.
Per tutte le curiosità su storia, personaggi e ambientazione, vi rimando anche al mio sito.
5)Piombo affronta nelle sue vicende molti temi delicati ed importanti, che hai saputo approfondire in maniera impeccabile. Temi come la guerra, il disturbo post traumatico che può derivare per alcuni soldati, l’amore tra due donne, la violenza su di esse, il rapporto problematico genitori/figli.
Quali pellicole ti hanno ispirato o quali film consiglieresti per ognuno dei temi principali del tuo romanzo?
Come già detto, molto di Piombo è figlio di The Hurt Locker di Kathryn Bigelow.
Ma l’ispirazione è derivata anche da storie come Brothers, sia l’originale della danese Susanne Bier (con il titolo Non desiderare la donna d’altri) che il già citato remake di Jim Sheridan del 2009. Li consiglio tutti per quanto riguarda la tematica guerra e disturbo post traumatico.
Per l’amore tra due donne mi sento di consigliare Carol, trasposizione di un bellissimo romanzo di Patricia Highsmith e che tratta con molta eleganza un amore fortissimo durante un’epoca in cui l’omosessualità era qualcosa di moralmente sbagliato.
Mi sento anche di suggerire Boys don’t cry, film del 1999 di Kimberly Peirce e tratto da una storia vera, che consegnò l’Oscar nelle mani di Hilary Swank.
Sul rapporto problematico genitori-figli si potrebbe tirare in ballo Mommy di Xavier Dolan, ma sull’argomento mi viene in mente il primo capolavoro di Wes Anderson, I Tenenbaum, che forse però allarga lo spettro sulla complessità di intere dinamiche familiari, così come Magnolia di Paul Thomas Anderson.
Su note più leggere, potremmo dire che anche Alla ricerca di Nemo – che spesso compare in Piombo – è un esempio di rapporto problematico padre-figlio!
6) Trasportiamo Piombo nel mondo cinema. Lo vedresti più come Serie tv o come film ?
Quali attori / attrici potrebbero interpretare i personaggi principali della storia?
C’è molto cinema in Piombo, e penso che chiunque si voglia avventurare nella lettura se ne potrà accorgere senza fatica!
Per quanto riguarda invece una eventuale trasposizione cinematografica del libro, devo dire che ogni tanto mi diverto a pensare ad un ipotetico film di Piombo.
Eppure penso sempre più spesso, vista l’altissima qualità che ormai hanno le serie tv, che forse una serie gli renderebbe più giustizia, se non altro per la lunghezza della storia!
Eventuali attori o attrici… vediamo, vorrei scritturare un sacco di gente!
Da Cate Blanchett a Julianne Moore, da Ruta Gedmintas a Erika Linder.
John Hamm sarebbe un ottimo tenente Crawford, mentre per la dottoressa Kato vedrei perfetta Alicia Vikander.
Matthew Goode sarebbe un credibilissimo Foster, così come Fassbender lo vorrei fortemente per interpretare il tenente Charles Moher.
D’altronde se devo sognare, meglio farlo in grande, no?
7) Quali sono stati i personaggi più semplice e difficile da descrivere all’interno del romanzo?
Tutti i personaggi di Piombo sono molto complessi, quindi in realtà ognuno di essi ha richiesto una certa dose di impegno nella stesura.
Forse Hiromi ed Airi, nascendo da personaggi già esistenti, hanno richiesto minor sforzo in fase di caratterizzazione in quanto mi sono potuta appoggiare su figure che erano già ben consolidate.
Per il personaggio più difficile da rappresentare penso che la palma d’oro la vinca il Generale Takeshi Takeda, padre di Hiromi.
8) Cosa ti senti di consigliare a chi come te si avvicina al mondo della scrittura?
Di buttarsi, senza dubbi o paure.
Di scrivere continuamente anche se si pensa di non essere in grado di farlo.
Non c’è idea che non meriti di essere raccontata.
Io l’ho capito tardi, ma alla fine l’ho fatto e oggi non me ne pento affatto.
9) Quali sono i tuoi progetti futuri ? C’è uno scrittore/scrittrice a cui ti ispiri?
Nel futuro c’è la conclusione del progetto Piombo, nonché uno spin off che tratterà esclusivamente la vita del Generale Takeda in Vietnam.
Come dicevo all’inizio di questa intervista, leggendo tantissimo ho un ventaglio di scrittori e scrittrici preferiti pressoché sconfinato (da Baricco a Safran Foer, passando per Margaret Atwood). Ma ammetto di avere un’ammirazione che sfocia nella venerazione per Oriana Fallaci e per tutte le sue opere.
10) Chi è Hypatia Underwood nella vita di tutti giorni? Cosa ti rende felice oggi?
Hypatia è una persona molto ordinaria, amante del cinema, dei viaggi, con un lavoro altrettanto ordinario e sempre meno tempo di scrivere rispetto a quanto ne vorrebbe, ma tengo duro!
Oggi mi rende felice chiacchierare davanti ad una birra con gli amici, un viaggio dopo mesi di duro lavoro.
Ma penso che attualmente mi renda molto felice un equilibrio che non ho avuto per molto tempo e che penso di aver finalmente raggiunto.
E chiaramente mi rende molto felice questa intervista, quindi approfitto per ringraziare tutti i ragazzacci di JAMovie per questa opportunità!!