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Intervista ad Alex Lucchesi!

Buongiorno Alex! Con quali film e in che periodo della tua vita nasce la passione per il cinema?

Rispondo con affermativa certezza che il tutto avvenne nei primi anni 80. Il cammino verso questa passione (che poi sarebbe diventata la mia professione) mi fu illuminato dal duo Carpenter alla regia e Russell, nelle vesti di alcuni fra i personaggi iconografici più riusciti di sempre. Nel 1986, con l’avvento di “Grosso guaio a Chinatown” (un flop dell’epoca secondo la critica, ma non per me, che posso  anche vantare di averlo visto al cinema) i giochi si erano ormai fatti. E fu così che innalzai la mia spada al cielo e gridai: per il potere di Greyskull! (il resto è Storia… o Preludio a seconda dei punti di vista).

Il tuo debutto nel cinema avviene con “Kiss me Lorena” di Favilla e Izzo?

Non esattamente. “Kiss me Lorena” è il frutto di una grande collaborazione ed amicizia. Amicizia che mi lega tuttora e che ci legava all’epoca (già dal 1998) con i Licaoni di Alessandro Izzo, Francesca Detti e di tanti altri membri che da sempre hanno preso parte (sia in qualità di tecnici che di attori) ai progetti del gruppo.

Tra questi (progetti) rammento volentieri “Santre” (2003) una commedia pulp dai toni “tarantiniani”. E quello che per me ancora ad oggi è uno dei nostri lavori più riusciti, “Last Blood” (2004). UN cortometraggio ispirato al racconto di Richard Matheson “Io sono leggenda”, con il quale ho avviato la mia carriera da caratterista del genere.  Un grazie ad Alessandro Izzo e Guglielmo Favilla. Un corto che riuscì a farsi notare in molti festival grazie all’ottima realizzazione e cura nei dettagli.

E scavando più nel profondo, non posso non ricordare un aneddoto molto triste che mi lega particolarmente a questo lavoro. il giorno che fummo premiati al Genova Film Festival (festival molto bello e ben organizzato) e dove io stesso ricevetti una menzione speciale (la mia prima ed unica) come miglior attore, proprio in quella data “1 luglio 2004”, veniva a mancare Marlon Brando, uno degli attori che più stimo e sul quale ho impostato gran parte del mio metodo di recitazione.

Successivamente, il 2005 fu l’anno di “Kiss me Lorena”, una divertentissima commedia. Vanta (e molti non ci crederanno) il fatto di essere stato il primo film italiano scaricabile gratuitamente dalla rete. Proprio quando youtube ancora non esisteva. Il film è una commedia a sketch che vede un gruppo di attori (in una cornice seria e dai toni drammatici) alle prese con la realizzazione di un ipotetico film. Alterna il tutto con scene di natura comica e demenziale attraverso i generi cinematografici più disparati. Va visto per capire.

Fu un esperimento molto interessante che, oltre a divertirci, ci permise l’interpretazione di in una buona  quantità di personaggi. Aggiungo anche che, se mai incontrassi Martin Mcfly (nel futuro o nel passato) e la sua Delorean volante faccio volentieri un salto nel 2005 e mi candido nuovamente per partecipare al set di “Kiss me Lorena”. Due me che non devono mai incontrarsi per non creare problemi nel continuum temporale.

Che dire: lavorare con i Licaoni fa venire voglia di fare cinema. Non a caso ho di recente preso parte al nuovo set di Alessandro Izzo che con l’incredibile sceneggiatura scritta da Francesca Detti. Hanno dato vita ad un grandissimo corto dai toni carpenteriani di nome “Twinky Doo’s magic world”.  Davvero un grande lavoro e con un cast notevole. Si va da Maurizio Tesei (con il quale avevo già avuto modo di lavorare) a Fiorenza Pieri, Guglielmo Favilla e un bravissimo Luca Di Giovanni.

Nello stesso anno di “Kiss me Lorena”, cioè nel 2005, prendi parte ad un film, “Piano 17”, che nel corso del tempo divenne un piccolo cult. Ci puoi parlare di questo film?

“Piano 17” è un film girato dai Manetti Bros sul territorio romano. Il collegamento fra me e il duo di cineasti lo si deve al cortometraggio citato precedentemente, “Last Blood”. Durante la presentazione dello stesso al Joe d’Amato Film Festival creò un meccanismo di interesse fra Marco Manetti e i registi del corto Alessandro Izzo e Guglielmo Favilla.

– Galeotto fu’l libro e chi lo scrisse! –

Appassionati del genere, i Manetti Bros ci coinvolsero nel loro progetto. Mi crearono appositamente un personaggio che, durante la rapina raccontata all’interno del film, mi vedeva eroicamente ribellarmi al gruppo dei criminali. Sono stato accreditato nei titoli come il “Giovane Eroe”. Un‘altra tacca nella mia carriera da caratterista. In questa scena per altro era presente, nelle vesti di una guardia giurata della banca, un nome molto apprezzato nel cinema di genere, Enzo G. Castellari.

Nel 2008 sei nel cast di un film tv, “Aldo Moro – il Presidente”. Ci puoi raccontare di questa tua esperienza lavorativa?

Il film in due puntate della Rai (successivamente riproposto in un singolo episodio) fu per me più un ripiego e una casualità. Servivano delle figure che sapessero muoversi in scena armati. Un’amica comune, mia e di Guglielmo (che lavorava per il casting del film), ci propose la parte. Siccome faticarono a trovare nei casting romani il personale adatto alle loro esigenze (perché appunto le armi dovevano effettivamente sparare e non potevano farlo fare ad un qualsiasi provinante) ci contattò per sapere se potevamo essere interessati.

Accettai di farlo solo perché vidi che stavano molto stretti con i tempi e perché avremmo risolto così il problema a questa nostra amica. Quindi definiamola più un esperienza e basta. Solitamente ilavori televisivi non mi piacciono. Non sono realizzati come dovrebbero a causa di tante limitazioni a cui spesso vanno incontro per motivi di produzione e non. Non a caso, amo le cose indipendenti e di forte identità dove il valore umano e il proprio talento fanno la differenza.

In “Eaters” di Boni & Ristori eccoti nel ruolo del protagonista. Con questo film il pubblico comincia a conoscerti…

Questo film segna come giustamente hai sottolineato nella domanda un altro passaggio importante nella mia carriera da caratterista. Il film riesce (nonostante la scarsità di mezzi) ad aprire una breccia nel mercato internazionale. Da molti anni in Italia non si affrontavano più certi generi. Devo dire orgogliosamente che il mio affiatamento con Guglielmo (squadra ormai rodata negli anni) ci ha portato o permesso di dare vita a due personaggi ben caratterizzati, alle prese con un mondo apocalittico e infestato da Zombie.

Il film nasce (anche questo) dalla casualità. Stavamo lavorando (sia io che Guglielmo) sul set di un nostro amico e regista Davide Cancila per uno dei suoi primi cortometraggi, “Origine dei demoni”. Con lui ho lavorato di recente per il suo primo lungometraggio, attualmente in post produzione, “Iced Hunter” nelle vesti di un leggendario spadaccino di nome Raphael. Come dicevamo, sul set di Cancila vennero a fargli la direzione della fotografia il duo Boni/Ristori.

I quali ci proposero (perché conoscitori di “Last Blood” che avevano più volte presentato al Festival La Perla Nera di Empoli) lo script di “Eaters”. Il film, nato da una collaborazione di maestranze del genere (vedi truccatori come David Bracci, Enrico Galli e Carlo Diamantini) e stunt di professione (capitanati da Michele Silvestri e Max Valente) permise al film di avere un respiro (nella messa in scena) di natura internazionale.

Consentì ai due (allora emergenti) registi di realizzare la loro opera prima con una certa qualità. Io lavorai personalmente sulla caratterizzazione del mio personaggio (come sempre faccio). Il recitare impostato (metodo che molti non sopportano) era per me la cosa più naturale del mondo.

Lavori anche con Alberto Bogo in “Extreme Jukebox”, film che ha avuto piu’ successo all’estero che in Italia!

Su questo film non mi esprimo a giudizio perché ho visto soltanto una prima versione. Quindi che dire: amo i film di Kurosawa, amo i film di Leone, amo da morire i film di Verhoeven. Mi piace Ridley Scott e sono cresciuto a Carpenter (che suona anche bene perché fa molto manovale). Ma purtroppo i film targati Troma non mi dicono niente. Quindi se un giorno mai lo vedrò magari ti mando la risposta e l’aggiungi in calce.

Con “Zombie massacre” torni a lavorare per Boni & Ristori. Come è andata in quell’occasione?

Non ho visto neanche questo film. Non sono un tipo privo di difetti a quanto pare.

Sei anche tra i protagonisti di una web serie che mi è piaciuta moltissimo, “2 di picche” mi Massimo Russo!

Ecco qui finalmente so di che parlare. Perché Massimo Russo è un gran figo e lavora molto professionalmente. E io sono uno stramaledetto professionista. Mi riempie di orgoglio sapere che apprezzi il lavoro svolto dall’equipe torinese. Perché gli uomini di Russo sono uno meglio dell’altro. Mi sono divertito un sacco a lavorare con il mio brò Luca Ghignone (che interpreta Dante), un bravissimo attore nonché grande doppiatore.

E’ stato dividere il set con il pericolosissimo “Boda”, interpretato dall’incredibile faccia di Umberto Procopio. Un grande volto da caratterista. Max e tutta la squadra di tecnici, da Bt. Abramo, Mattia Puleo, Luca Di Gabriele (che ha inventato i personaggi della serie), Andrea della Rocca, Emilia Cristina, Marinella Baccolo, etc.etc. (mi serve una settimana solo per dirli tutti), hanno dato vita ad un set molto divertente e molto ambizioso. Ed è giusto così, perché quando si lavora bisognerebbe sempre puntare a dare il massimo.

– Chi non lo fa…crea un torto a se stesso e agli altri. –

“2 di Picche” è stata una produzione indipendente e dal budget limitatissimo. Nonostante tutto abbiamo dato vita ad un prodotto di qualità, che non si è fatto mancare niente.  Ci sono personaggi, c’è la storia e c’e persino l’inseguimento con le auto.  Ormai una firma d’obbligo dei lavori targati Russo. Certo godere di una produzione vera e consistente permette la realizzazione di scene altrimenti impossibili da realizzare. Ma è proprio in quelle situazioni meno agevolate che si dà spazio alla creatività, generando qualche volta anche delle vere e proprie pietre miliari.

Il comparto musicale della serie a cura di Enrico Matera. E’ notevole, sottolineo, che il prodotto realizzato da Massimo (dalla grafica al montaggio) tocca spesso vette di alta qualità. Questa collaborazione con il mondo torinese nacque dall’esigenza di Russo di poter continuare la serie pilota di “2 di Picche” avviata precedentemente al mio arrivo. Nella parte di Gerda c’era un ottimo attore di nome Davide Capostagno. Davide non poté continuare la lavorazione del prodotto per problemi personali. Max si mise alla ricerca di uno che avesse una physique du ròle adatta a quel ruolo. Mi notò nella serie goliardica del gruppo Licaonico “Il corso di cazzotti del Dr. Johnson”, e mi propose la parte.

Vestiti i panni di questo sgangherato sicario di nome Gerda mi ritrovo affiancato dal compagno di avventure/disavventure Dante in una serie di guai legati al mondo della mala. Avviato dunque il meccanismo, gli chiesi di mostrarmi del materiale relativo ai suoi precedenti lavori per accertarmi che il suo modus operandi si sposasse con il mio. Fu così che mi diede una copia da visionare di “Torino Nera” il suo primo lungometraggio. Un film di genere, ben realizzato, che vanta fra l’altro un inseguimento con le auto degno degli ottimi “poliziotteschi” italiani anni 70.

 – De’!… L’inseguimento ce lo vuole mettere per forza! –

(De’ è un intercalare Labronico vedi il Borzacchini universale). Presa nota del tutto accettai di vedere lo script, gli mandai una mia interpretazione del personaggio attraverso un video ed eccomi giunto all’interno di questa famiglia.

Ci puoi parlare di “Una ragione per combattere: a reason to fight”?

Non posso parlare di “Una ragione per combattere” senza prima fare un piccolo salto indietro nel tempo. Durante la lavorazione di “Virtual Zone”, un film dal passato molto travagliato, che però vantava l’idea di fondo e la sceneggiatura di Sonia Cardini molto, molto interessante, mi trovai ad incrociare il cammino con Alessandro Baccini. In questo film dai mille nomi (perche in seguito verrà chiamato “Virtually dead” e chissà quanti altri nomi ancora gliene verranno affibbiati prima di raggiungere una sua dimensione) ho uno scontro fisico con il personaggio interpretato dal Baccini.

Il film trattava di un gruppo di ragazzi finiti all’interno di un video game. Per tutta una serie di motivi che non spoilero devono affrontare i personaggi virtuali del gioco per cercare di sopravvivere.  Alessandro interpretava una di queste minacce.  La scena tra di noi risultò molto credibile perché entrambi sapevamo muoverci in quel frangente e comunque avevamo un passato sportivo legato al mondo dei combattimenti. In seguito a quell’episodio, Alessandro Baccini cominciò la realizzazione della sua opera prima, quindi già in fase avanzata. Mi contattò per un incontro di persona. Mi disse che gli avrebbe fatto piacere se avessi accettato di collaborare al suo progetto per dargli una mano nella realizzazione delle scene di colluttazione.

Il film trattava (lo dice il titolo stesso) di combattimenti. Nella fattispecie combattimenti clandestini. E fu così che con il mio gruppo di lavoro (La falange Oplita), che vede il sempreverde Alessio Cherubini (una delle facce più internazionali dell’intera penisola) e Camilla Daldoss (che si è dimostrata una delle operatrici di ripresa fra le più efficienti dell’intero parco nazionale italiano indipendente), ci ritrovammo a contribuire con il nostro operato sul set. Un set non totalmente facile perché comunque già avviato. Con noi si unì il già citato Michele Silvestri (che prese parte come uno dei combattenti all’interno del film).

E il visual effects Alessio Barzocchini conosciuto anche come il “Grande Barzo”. Altro nome che spazia in un sacco di lavori indipendenti ricoprendo lo scomodo ruolo del grafico 3d e realizzatore di visual effects. L’opera dell’ allora esordiente Baccini fu così completata. Oltre ad aver dato una mano in quel frangente (per la realizzazione di alcune scene) feci anche un cameo nel film, interpretando il ruolo del Texano. Il film vanta una bellissima colonna sonora a cura di Giovanni Puliafito.

Nel 2014 reciti in “Beautiful people”, un film che purtroppo non ha ancora trovato uno sbocco distributivo, almeno in Italia

“Beautiful people” di Amerigo Brini è un buon film. Almeno, la versione che riuscii a vedere subito post-prodotta era molto bella. Se poi la grande mente della distribuzione ha pensato di manipolarla come spesso accade per molti prodotti, questo ancora non mi è dato di saperlo. In questo lavoro interpreto “Testamento”, un criminale membro di una gang che ama rapinare e creare violenza verso famiglie di persone benestanti. Il personaggio fu molto interessante. Dovetti recitare in inglese e mi fu data carta bianca sulla sua personalizzazione.

Feci delle proposte, e Brini, che non è uno stupido, ha saputo subito coglierne il buono e il potenziale. Questa produzione mi rivede al fianco di altri amici quali Enrico Galli (effetti di prostetico) e Marco Palese, in veste di produttore. Brini e la sua equipe fecero un ottimo lavoro. Furono tutti veramente in gamba, creando una vera e propria sinergia. Resero il set tanto operativo quanto piacevole. Qui conobbi lo scenografo Vincenzo Nuzzolese (uno scenografo dal passato di spadaccino).

Ritrovai Paco Ferrari alla fotografia (con il quale avevo già lavorato). Ed ebbi la fortuna di recitare al fianco di un cast madre lingua di tutto rispetto. Danny Cutler (grande presenza scenica) e David White, altra icona ormai nota del cinema indipendente italiano. Gran brava persona. Senza ovviamente togliere nulla agli altri membri del cast. Alex Southern, Kate Marie Davies, e la bravissima  Vanina Marini che insieme, ad Ettore Nicoletti, diedero vita ad una scena molto difficile e ben riuscita del film.

L’anno dopo sei ancora il protagonista, questa volta per “Insane” di Eros D’Antona

Con Eros nasce una prima collaborazione per un progetto horror dal titolo “Devil’s Hand”. Durante la lavorazione di questo prodotto si crearono i presupposti per realizzare un film ambizioso come “Insane”. Lavorare sul set fu molto piacevole (altro cast tecnico votato alla morte, e preparato). Il cast artistico prevedeva una serie di nomi a partire dal mio brò Ivan King. Ritroverò Ivan successivamente come protagonista nel film di Cancila “Iced Hunter”). Il precedentemente citato White (di “Beatiful People”).

L’elegantissima Linda Hand che, oltre ad  essere la truccatrice ufficiale del filml recitava anche una parte dove avevamo uno scambio di battute divertenti in multilingua. Simone Bisanzio (altra faccia da caratterista) e in ultimo ma non meno importante Zac Zanghellini, giovane promessa del cinema con la “C” maiuscola. Un ragazzino che già notai sul set del cortometraggio di Ivan King “House of the rising sun” e sulla web serie di “2 di Picche” di Massimo Russo. Io nel film interpreto Frank, un ex assassino che ha deciso di chiudere con il suo passato.

Tra un susseguirsi di situazioni molto sopra le righe giungerà ad uno scontro diretto con i suoi inseguitori. I  fratelli D’Antona furono molto bravi a tirar su una squadra compatta di ragazzi giovani ma molto preparati. Il personaggio di Roberto si sposava perfettamente con la trama e suo fratello Mirko fece un ottima performance sfruttando il suo volto da caratterista del genere.

Le riprese furono a Taranto. Tutte le persone coinvolte nel progetto si dimostrarono molto ospitali. Gli stessi cittadini del posto contribuirono a rendere le riprese possibili e senza alcun ostacolo. Fattore da non sottovalutare quando si lavora in produzioni indipendenti. Il film vanta scene complesse e non semplici da realizzare vista la natura del budget pressoché irrisoria.

Sei nel cast anche di “Alienween” di Federico Sfascia, un regista che stimo tantissimo

Siamo in due a stimarlo. E’ il regista indie italiano con più personalità che abbia finora incontrato. I suoi lavori si riconoscono già dalle prime inquadrature e dall’utilizzo della fotografia. Sfascia sa il fatto suo. E poi i suoi film, a differenza di tanti (ma tanti, aiutami a dire tanti), raccontano qualcosa che ha forti e solide basi di conoscenza del genere. Lui non fa il verso a…, quando omaggia qualcosa o vuol far trapelare un messaggio, lo fa e basta. Perché è così che deve essere e non altrimenti.  Sfascia non scimmiotta i generi…li manipola, è diverso.

Di Sfascia se ne sente dire di tutti i colori. Viene continuamente attaccato dagli addetti lavori o dai critici in generale per questo suo “non piegarsi mai” al diventare una puttana del cinema. E posso affermare personalmente che Sfascia non si è mai venduto al compromesso. Cosa molto comune invece al 90% di tutti quelli che operano in questo settore. E questa è una grande “virtù” da apprezzare. Che io apprezzo tantissimo. Anzi, direi che questa è una delle cose (per quanto  possiamo sembrare diversi nel nostro modus operandi ) che più ci accomuna.

 – L’idea di fare le mignotte non ci va a genio.  Proprio non ci va’ –  

E’ un po’ come dire:

– Al mio mulo non piace la gente che ride! Ha come l’impressione che si rida di lui! –

Di Federico apprezzo inoltre anche il suo modo dissacratorio di rispondere. E’ nel suo stile farlo. E’ se stesso! Ed essere se stessi è il primo passo che guida verso la vittoria. Ma ci sono altre cose che ci accomunano. Siamo dei visionari, perché giustamente abbiamo una visione (chi non ce l’ha non può capire). Ci piace lavorare con i nostri metodi perché sono quelli che ci rappresentano. Ci piacciono i prodotti curati, chi tira via o si giustifica dicendo che il budget era basso e fa un lavoro approssimato sicuramente non ci rappresenta.

Ci piace ad entrambi Stallone alla regia. E se (la domanda nasce spontanea) vi chiedete: ma “Rocky 4” è un buon film? La risposta è: assolutamente si! E vanta persino una colonna sonora strepitosa. Inoltre, altro fattore comune, abbiamo un infinità di nemici che ci odiano perché diciamo sempre la verità. E in ultimo, a chiusura di questa domanda, non dimentichiamo che sia io che Sfascia abbiamo un profondo rispetto per i valori contenuti nell’opera nipponica che porta il nome di “Hokuto no Ken”.

– Si!…giusto! Ho parlato di Sfascia ma non di AlienWeen –

“Alienween” è un film figo. La sua realizzazione è stata molto travagliata, ma nonostante tutto Sfascia e i suoi  hanno portato a termine la missione. Il film ha una forte identità. I trucchi, gli effetti e quant’altro sono tutti di ottima fattura. Trucchi by Camme Fantaman. Nel film interpreto un dj metallaro un po’ conservatore che, affiancato da Francesca Detti e da Matteo Cantù, ha dato vita a delle buffe ed esilaranti situazioni alternando così gli stati emotivi del film.

Il cast è composto inoltre da ottimi elementi quali Raffaele Ottolenghi, Guglielmo Favilla, Giulia Zeetti e Federica Bertolani. Di Sfascia consiglio inoltre di vedere anche il suo altro film “I rec you”. Altra opera del regista per me totalmente riuscita.

Ci puoi parlare del progetto “Derico”, per il quale sei stato regista, attore e sceneggiatore?

Indi venimmo al fine ove si parte,

lo secondo giron dal terzo,

 e dove si vede di giustizia orribil arte

Questa è una bella domanda!… e la risposta non può essere altrimenti. “Derico” è oggettivamente un film brutto. Chi sono io per poter giudicare il mio operato?

– Ulisse avrebbe risposto Nessuno! E il ciclope avrebbe gridato: Nessuno mi ha sconfitto! –

Quindi, rimettendomi al fatto di aver già 3 volte inviato il film a festival di rinomata importanza, ed essendo stato 3 volte non ammesso alla selezione, non posso far altro che dichiarare quanto segue. La casistica mi vede così: loro rappresentano il 99% della ragione umana. E sicuramente hanno ottime motivazioni e ragioni per non accettarlo. Ed io rappresento quello scomodo un per cento. Se loro si sbagliassero, questo farebbe di me un lungimirante. Ma sappiamo tutti benissimo che questo non è possibile. Quindi “Derico” è oggettivamente brutto.

– Se potevo farcela ce l’avrei già fatta… ma non ce l’ho fatta! –

E gli efori aggiungono dall’alto delle loro vette:  – Onorate gli antichi Dei!… Onorate le carnee! –

Quello che invece sottolineo volentieri (ormai per deformazione professionale) di questo progetto è il comparto tecnico che vi ha preso parte. Purtroppo (o per fortuna) non riesco ad affrontare un lavoro senza riconoscere alle maestranze il proprio valore. E anche questa volta, affiancato dal nostro team tutto fare composto da Alessio Cherubini e Camilla Daldoss, ci siamo organizzati per il compimento dell’opera. Si! “Opera” perché così a me piace chiamarla. Diciamo anche che è un brutto vizio dei toscani. Si svegliano un giorno “storti” e si inventano un’“Opera”. Vedi Mascagni, Puccini etc.etc…che  viziaccio!

“Derico” ha avuto l’onore di avere tra le sue linee grandi collaborazioni. A partire dal team “Red planet movie production” di Daniele Ricci e suo fratello Emanuele. Fino al supporto di Davide Cancila, mio buon amico. Il cast artistico mi ha permesso di sfoggiare una serie di astri nascenti del panorama italiano indie. Il giovane Eugenio Krilov, un ragazzo poco più che ventenne dall’alto potenziale. Il già citato Ivan King. Alessio Cherubini, che oltre ad occuparsi della fotografia, insieme a Camilla ha interpretato il soldato Americano protagonista nel racconto. Claudio Cirri, Andrea Batti (altro attore dai forti lineamenti da caratterista).

Un gruppo di ragazzini veramente talentuosi. Stefano Degasperi, Jacopo Dellamaria, Nico Petracchi e il sempre determinato Zac Zanghellini. E a seguire troviamo Richard J. Burton, Matteo Rover e un grande Alberto Marconcini che, oltre ad aver dato vita ad un personaggio molto particolare, ha reso possibile (grazie alla sua maestria di scenografo) una scena del film altrimenti impossibile. Marconcini è un “Vinciano doc”. Nel suo sangue scorre lo stesso sangue del leggendario Leonardo. Si, anche quello delle tartarughe ninja va bene, abbiamo reso l’idea!

– Derico è volutamente un film di caratteristi – (Una sorta di fucina dove coltivare questa specie in via d’estinzione)

Sul versante musicale invece troviamo altre perle come Piergiulio Manzi e Daniele Michelotti. Hanno contribuito alla scrittura e alla realizzazione dei temi rock all’interno del film (principalmente) e di qualche atmosfera. Il prolifero Daniele Pistocchi, che oltre ad aver creato tutta una serie di brani musicali degni di nota, mi ha affiancato in tutta la fase di mixaggio audio. In ultimo come non spendere due parole su Alessandro Fusaro, giovane compositore veronese dal talento ineccepibile. Un grande.

Quando passa Fusaro…il cappello mi tolgo! I trucchi del film che spaziano da effetti di prostetico ad un animatronico sono a cura di altri piccoli grandi artisti che vanno da Nicole de Luca, Camilla Daldoss e Francesco San Severino per il prostetico mentre L’animatrone invece è a cura di Valerio Cioni e di Matteo Macchi. Il cast tecnico sarebbe ancora molto lungo ma qui invito le persone a controllarlo direttamente sul sito ufficiale del film, www.derico.net. Altrimenti invece di un intervista si trasforma nei titoli di coda del film stesso.

Il film dai tratti molto personali, quindi probabilmente non per tutti. Ma questo per me è irrilevante. Tratta le avventure di questo personaggio (Derico), legato al mondo dell’horror e del fantastico. Dante Alighieri e H.P. Lovecraft sono i temi portanti dell’intera vicenda. Dove, alternati con tutto quello che mi sarebbe piaciuto vedere in un film, si affronta un viaggio insieme al protagonista. A,lla ricerca della ragion perduta senza esclusioni di colpi.

– Decisamente un film molto personale e brutto! –

A quali progetti stai lavorando in questo periodo?

A breve sarà possibile vedere “Wargame” di Alessio Cherubini. Un corto decisamente interessante per gli appassionati del genere. Attualmente sta affrontando il suo percorso attraverso l’universo dei festival. Ricordo il già menzionato “Twinky Doo’s magic world” di Alessandro Izzo. Veramente, un ottimo lavoro. Concludo porgendo un caloroso saluto a tutti i lettori di Jamovie. E a te , Massimo, per l’impegno che metti nello svolgere l’arduo compito di promuovere il verbo. Annuncio inoltre che ho da poco finito di scrivere il mio capolavoro e che quando vedrà la luce, perché questo accadrà! Vedrete la pioggia cadere dal cielo sotto forma di frecce in gocce pesanti come il piombo, i tuoni rimbomberanno e sentirete tremare i pilastri del cielo. Ed io solo allora guarderò il ciclone dritto nell’occhio e gli dirò:

– Mena il tuo colpo più duro amico non mi fai paura! –

 

 

 

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Redattore

Cinefilo incallito fin dalla tenera eta', collezionista di film e organizzatore di eventi di cinema e musica. ha organizzato 4 edizioni della "splatter holocaust night", festival di musica metal e corti horror; decine di concerti rock, punk e metal. Appassionato soprattutto di horror estremo, ma anche di film d'autore europei e della buona fantascienza; ha un debole per gli spaghetti western.