Ogni civiltà è stata fondata sulle spalle di una manodopera sacrificabile. Ma non posso crearne di più. … C’è un ordine nelle cose. Questo facciamo qui. Manteniamo l’ordine. Il mondo è fondato su un muro che separa le specie. Dì ad entrambi i lati che non c’è il muro, e la guerra è certa.
È questo l’incipit del trailer del Blade Runner 2049 di Denis Villeneuve, con una poderosa sceneggiatura scritta a più preziose mani quali quelle di Hampton Fancher, Michael Green, Philip K. Dick, e di Ridley Scott, padre del mitico Blade Runner del 1982, uscito nelle sale cinematografiche del pianeta terra il 14 del mese di ottobre di allora.
Il trailer continua con una breve conversazione tra i due protagonisti del film, Harrison Ford e Ryan Gosling:
“-Sei uno sbirro. Una volta facevo il tuo lavoro. Ero bravo
– Lo so!
– Che cosa vuoi?
– Voglio farti delle domande.”
Chiede l’Agente K (Gosling) all’oramai anziano ma vitale Agente Rick Deckard (Ford). Scena che proietta lo spettatore, con il doveroso e marcato rispetto della regia e della sceneggiatura, al primo episodio di quella che rischia di diventare una “serie” cinematografica, più che un sequel.
Esattamente 35 anni dopo l’oramai mitico debutto neo-noir di Scott, gli appassionati e i fan di Blade Runner potranno, tra poche settimane, ritornare a vedere indagare i protagonisti di oggi e quelli di allora, sullo stesso inquietante tema
Cosa è reale e cosa è virtuale? Cosa significa vivere da esseri umani in questo pianeta? Cos’è realmente un essere umano?
Domande di sempre. Domande che hanno attraversato la storia di tutte le civiltà, di tutte le culture. Domande riproposte allo spettatore oggi, come allora.
La risposta? Forse si trova dentro la mente di chi sta indagando. Forse si trovava in Rick Deckard (Ford)? Oppure oggi nell’Agente K (Gosling)?
Ma questo lo scoprirà lo spettatore andando a vedere il film!
Quello che ad un certo punto della narrazione senza ritorno ci dice Jared Leto, nuovo “creatore” di replicanti, è questo: “La chiave per il futuro è finalmente rivelata. Portalo da me.” Ma cosa significa veramente questa frase detta dal “burattinaio” … o presunto tale?
Anche questo lo scoprirà (forse?) lo spettatore andando a vedere il film!
Blade Runner 2049 si svolge esattamente trenta anni dopo l’ambientazione del Blade Runner datato 1982 della Los Angeles del 2019. L’Agente cacciatore di taglie di androidi biorobotici “replicanti”, adesso è Ryan Gosling, come lo fu allora Harrison Ford. Il suo compito bloccare una devastante guerra tra gli esseri umani e gli esseri appariscenti, i replicanti umanoidi. Quale sarà la scoperta che avrà fatto l’Agente K nelle sue indagini tanto da esser diventato pericoloso per lo stesso equilibrio di questa Los Angeles futuristica magnificamente dipinta da una sceneggiatura hard boiled del ripescato Hampton Fancher (ma che ha fatto in questi ultimi trent’anni?) affiancato da Michael Green e Philip K. Dick, ma tutti “diretti” dal sempre più grande Ridley Scott?
Anche questo si scoprirà, certamente, nelle sale cinematografiche, in Italia dal 5 ottobre 2017.
Articolo a cura di Andrea Giostra