”Il Canale” (The Canal) è un film horror britannico del 2014, scritto e diretto da Ivan Kavanagh con protagonista un meraviglioso Rupert Evans (”The Boy”).
Nei film moderni, le case infestate sono ancora in voga ed esponenti ulteriori nel mondo cinematografico proseguono ad arricchire il filone di haunted house. Con un (forte) tocco di ”Amityville Horror”, ”Dream House”, ”Shining” e ”Sinister”, l’irlandese Kavanagh cerca, con ”Il Canale”, di raccontare la sua, di storia, che tanto riuscita non è.
David (Rupert Evans) è un archivista filmico il quale si è appena trasferito con sua moglie Alice (Hannah Hoekstra) in una nuova confortevole abitazione. Al suo interno, vi crescerà il loro figlioletto Billy, nato proprio dopo il loro trasferimento. Cinque anni dopo, a lavoro una collega di David, Claire, gli chiede di controllare per lei alcuni film appena arrivati; durante la visione di questi contenuti, David vede esposta la casa dove attualmente abita e fa una scoperta agghiacciante.
Tra le mura della sua casa, nel 1902, ci fu un terribile massacro; il vecchio proprietario, infatti, ammazzò la sua compagna colpendola con un coltello più di cinquanta volte davanti alle loro bambine, per poi gettare il cadavere nel canale nei pressi della dimora. Nello stesso periodo, l’uomo comincia a sospettare il tradimento da parte di sua moglie con Alex, un suo collega. Una sera, seguendo sua moglie Alice, capisce che i suoi dubbi erano più che fondati.
Infatti, l’uomo becca la donna mentre ha un intenso rapporto sessuale con Alex. Devastato dalla vista di quella scena, prende un martello (che poi getta nel canale) e comincia a sentirsi male, vomitando in un losco bagno pubblico. Qui, crede di avere delle visioni, per poi assistere all’omicidio della moglie da parte di una figura misteriosa. Il giorno seguente, la sua vita viene sconvolta quando sua moglie è ritenuta ufficialmente scomparsa.
”Il Canale” è un film che a primo acchito potrebbe interessare, affascinare. Ma attenzione a non farsi ingannare. Il Canale è un crescendo di follia che circonda il protagonista, ritrovatosi di fronte a tradimenti e perdite affettive. E’ il delirio psicologico di una vittima caduta nella trappola del sovrannaturale. Kavanagh è bravo a mostrare ciò ad alto livello, ma non a raccontarlo, a esplicarlo. Rupert Evans è il cuore pulsante dell’opera, strumento del regista perfettamente utilizzato alla perfezione delle sue capacità recitative. Capacità, infatti, che mettono in risalto l’isterismo turbolento di un personaggio contorto e disperato.
Nonostante qualche scena di forte impatto horror, la massima riduzione (positiva) di jumpscares, un’atmosfera cupa e ben creata e un epilogo originale e tosto a livello psicologico, ”Il Canale” risulta essere una storia alquanto prevedibile e poco coinvolgente. Pur apprezzando lo sforzo di Kavanagh nella stesura, (plauso per l’impegno e l’idea di base), il soggetto è deludente e banale, non provoca alcuna emozione e non aggiunge nulla di nuovo al cinema horror. ”Il Canale” quindi, ambizioso nel suo genere, non spicca tra i suoi simili e non racconta nulla: è un prodotto senza sapore alcuno, che tenta di brillare in un mondo di stelle, restando purtroppo, nell’ombra.