Ringraziamo la nostra amica e fan Elisa Bruno per la recensione della 1a stagione di Game of thrones !
“In the game of Thrones, you win or you die, there is no middle ground“. Basterebbe questa frase emblematica a far capire che aria tira nei Sette Regni di Westeros. Non esistono vie di mezzo, non esiste pietà.
Il Trono di Spade è l’adattamento televisivo dei romanzi fantasy dello statunitense George R.R. Martin “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, saga non fortunatissima in libreria ai suoi esordi ma decollata alla grande dal 2011 grazie alla serie televisiva. Entrambe le versioni sono sì fantasy, ma in modo un po’ diverso da come siamo abituati a concepire questo termine, in una versione che si può tranquillamente definire più adulta.
Vengono nominate delle creature fantastiche quali stregoni e draghi ma vengono considerate appartenenti ad un remoto passato (anche se proprio così non è) e le vicende intricate e intrecciate di una miriade di personaggi sono principalmente legate, sin dall’inizio della storia, a tre nodi fondamentali: le lotte intestine fra le casate dei Sette Regni per la supremazia nel Westeros, cioè Sette Regni governati da sette Lord asserviti ad un unico Re, la difesa della Grande Barriera a nord dei Sette Regni, che li separa da una sconfinata landa di ghiaccio (e da tutto ciò che vi abita) e le vicende che riguardano l’ultima erede della casata dei Targaryan, ‘esule’ nelle terre del Sud, Daenerys, decisa a riprendersi il trono di suo padre (ucciso una ventina d’anni a occhio e croce dall’inizio della storia e detto il ‘Re Folle’, e non era un eufemismo).
Nell’universo creato da Martin (e reso per lo schermo da D.B. Weiss e David Benioff) le stagioni durano anni, svariati e imprevedibili, ed il motto della casata degli Stark ‘winter is coming’ è il leit motiv della parte iniziale della serie, implicando nella frase stessa una più o meno oscura minaccia di guerre, grandi difficoltà e freddo mortale. L’ambientazione è grossomodo quella del nostro medioevo europeo, a cui appunto fa riferimento la struttura sociale di tutti i personaggi. L’episodio pilota della prima stagione, a mio avviso, non rende giustizia alla serie stessa. Ci sono elementi di forte richiamo, piuttosto tipici peraltro – intrighi, sesso, complotti – ma io lo vidi (in evidente ritardo) nel 2013 e non mi fece venire voglia di proseguire. A pensarci ora mi sembra incredibile, eppure andò proprio così.
Mancava in quel pilot un elemento che si è rivelato molto presto un ingrediente preziosissimo per la serie stessa, e cioè la grande capacità evolutiva dei personaggi. E’ una cosa rara in assoluto ma forse in special modo in una serie americana, dove di norma si tende a standardizzare notevolmente i characters.
In Game of Thrones la stragrande maggioranza dei personaggi ha una tridimensionalità notevole, ovviamente non tutti allo stesso livello. Questa preziosa caratteristica rende enormemente più piacevole seguirne le vicende, lascia spazio di crescita al personaggio stesso, sia nel bene che nel male (inteso in senso morale), da un senso compiuto alle sue azioni, avvicinandolo maggiormente allo spessore datogli in campo letterario. Lo rende insomma umanamente credibile, sia per pregi che per difetti.
Un elemento mi era rimasto impresso in questo primissimo episodio: nelle immagini iniziali un gruppo di tre rangers ( i Guardiani della Barriera di Ghiaccio, nobile compito svolto nella maggior parte dei casi da avanzi di galera) in perlustrazione oltre la Barriera viene attaccato da dei ‘non-morti’. Per fortuna non sono caratterizzati dal solito aspetto disgustoso, però hanno strani occhi color ghiaccio (ed il fatto poi che vi fosse fra loro una bambina costituisce a mio avviso un elemento di notevole impatto). Non stravedo per i non-morti in generale come genere cinematografico o televisivo, ma di certo i primi cinque minuti mi sembrano assolutamente folgoranti.
Dopo questo attacco un ranger soltanto riesce a fuggire a sud. Viene catturato e in breve tempo giustiziato da Ned (Eddard) Stark, Lord di Grande Inverno (Winterfell). Stark esegue la sentenza per diserzione dinanzi ai sui figli maschi: Robb, il primogenito, Brandon, e Jon Snow, suo figlio illegittimo per nulla amato da Lady Stark, Catelyn Tully, la quale ha dato alla luce anche un altro figlio maschio, Rickon, e due figlie, Sansa ed Arya.
Dopo l’esecuzione, Ned Stark, con i propri figli e con il loro coetaneo Theon Greyjoy (cresciuto con essi ma preso in ostaggio da piccolo e discendente della casa dei Greyjoy delle Isole di Ferro), trova sulla strada di ritorno per Grande Inverno una scena che sa di presagio. Un cervo ucciso da una metalupa, a sua volta morta, mentre i suoi sei cuccioli ancora vivi si stanno cibando di ciò che ne resta del cervo (il simbolo della casata dei Baratheon, ovvero quella del Re Robert è appunto un cervo, mentre il lupo è l’effige degli Stark). I sei cuccioli saranno adottati dai figli di Ned (compreso l’illegittimo Jon Snow).
L’attuale Re, Robert Baratheon, è sul trono da circa una dozzina d’anni, caratterizzati da una lunga e prospera stagione estiva e da un relativo periodo di pace. Re Robert divenne tale dopo un’insurrezione da parte di svariati Lord (fra cui Stark, suo amico personale) contro il regno del terrore del già citato ‘Re Pazzo’, colui che voleva dare alle fiamme tutto e tutti, appartenente alla casata dei Targaryen.
Il Re, la cui sede ufficiale è Approdo del Re (King’s Landing), prospera città fortificata, è in procinto di arrivare a Grande Inverno, accompagnato dalla regina, Cersei Lannister e dai figli, oltre ovviamente ad una nutrita parte della sua corte. L’apparenza di una visita di cortesia cela un motivo ben più serio. Re Robert è reso inquieto dalla morte del suo Primo Cavaliere Jon Arryn, avvenuta in circostanze poco chiare. Impone quindi al riluttante amico Ned Stark di prenderne il posto, costretto quindi ad accettare dal volere del Re.
A peggiorare il momento di tensione c’è ‘l’incidente’ avvenuto ai danni di Brandon Stark. Arrampicatosi sui muri di una torre, assiste suo malgrado all’incesto fra la regina Cersei ed il fratello gemello Jamie, il quale lo spinge giù al suolo per eliminarlo come testimone; il ragazzo entra in coma. Un sicario tenterà di ucciderlo nel sonno ma fallirà grazie all’intervento del metalupo di Bran, Summer. Il ragazzo si risveglierà di lì a poco non ricordando l’accaduto e scoprendo che non potrà mai più camminare. Catelyn Stark sospetta fortemente dei Lannister e decide di viaggiare in incognito verso il sud, a seguito del Re e di suo marito, Ned Stark. Egli ha deciso di portare con se a corte le loro due figlie. Sansa Stark, infatuata al suo promesso sposo Joffrey Baratheon (primogenito del Re) ha un primo assaggio della sua crudeltà quando, a causa di una banale scaramuccia fra adolescenti.
Il futuro Re farà eliminare un innocente e uno dei metalupi di casa Stark, provocando l’ira di Arya Stark e la sua animosità nei confronti della sorella maggiore che ha la “brillante” idea di prendere le parti del Principe.
Joffrey si rivelerà essere un piccolo lurido infame già dalla sua prima apparizione. I danni da lui provocati saranno innumerevoli (il giovanissimo futuro Re è, al contrario di dei personaggi ‘in evoluzione’ di cui si parlava poco sopra, un idiota sadico tout court, già talmente guasto alla nascita da non avere nessuna possibilità evolutiva, a differenza di altri preziosi membri della famiglia Lannister).
Strada facendo Jon Snow si separa dal convoglio del padre per dirigersi alla Barriera, dove intende divenire un membro dei Guardiani della Notte, detti anche i Corvi, ossia coloro che giurano di proteggere la civiltà da tutto ciò che sta al di là del grande muro di ghiaccio. Ad accompagnarlo c’è Tyrion Lannister, fratello minore di Cersei e Jamie.
Tyrion è uno dei personaggi più apprezzati de Il Trono di Spade. E’ nano, non amato ne tanto meno gradito ai membri della sua stessa famiglia, è dotato di grande intelligenza e ironia. Assiduo frequentatore di bordelli e peccatore incallito, ha imparato che facendo un punto di forza dei propri difetti fisici (che gli vengono puntualmente sbattuti in faccia) nessuno potrà farlo soffrire come sperato. Snow pronuncerà il Giuramento dei ‘Corvi’ e non si troverà propriamente a suo agio in mezzo alla massa di taglia gole che si annovera fra le file dei Guerrieri della Notte. Soltanto una recluta si dimostra affine a lui, il goffo Samwell “Sam” Tarly, anch’esso figlio di un nobile (e quindi come Jon meno cerbero degli altri) ma scacciato dal padre in quanto ritenuto troppo imbarazzante per succedergli.
Giunto ad Approdo del Re Ned Stark inizia a prendere parte al Consiglio Ristretto, di cui fanno parte anche tre ben assortiti figuri di cui sentiremo parlare molto a lungo (Lord Petyr Baelish, detto Ditocorto, il quale si rivelerà essere pure meglio di Keiser Soze, Lord Varys, l’Eunuco capo di tutte le spie della città, ed il vecchio Pycelle, il più viscido tirapiedi immaginabile). Qui si rende conto della situazione pressoché catastrofica delle finanze reali, indebitate con i Lannister nonché con la Banca di Ferro di Daavos.
Inoltre ha la pessima idea di cercare di capire chi e perché possa aver eliminato il suo predecessore, il Primo Cavaliere Jon Arryn. Nel corso di un paio di puntate viene a scoprire che quest’ultimo stava indagando in segreto (a parte il fatto che tenere un segreto ad Approdo del Re è cosa praticamente impossibile) sulla discendenza illegittima di Robert Baratheon.
Dopo aver consultato un Grande Libro sulle casate nobili che comprende descrizioni caratteriali e fisiche, Ned si rende conto che i ‘bastardi’ del Re hanno i capelli scuri come il sovrano mentre i sui ‘sedicenti’ figli legittimi hanno tutti i capelli biondi, proprio come tutti i membri della famiglia Lannister. Non ci vuole un mago per capire che i figli ufficiali del Re sono tutti nati dall’incesto fra la Regina Cersei e suo fratello Jamie, ergo il Re non ha eredi ufficiali. E questa scoperta così scottante è costata la vita a chi lo ha preceduto.
E qui si deve aprire una piccola parentesi. Per quanto possa risultare deplorevole e ripugnante ai nostri occhi, la relazione fra i due rampolli Lannister non è dettata dalla libidine tout court: ciò che lega i due è amore incondizionato. Sbagliato, deviato certo, ma di amore si tratta. Ecco nuovamente quel dualismo così affascinante di Game of Thrones di cui sopra, quel poter vedere molte cose, forse ogni cosa, da punti di vista differenti, inusuali e seducenti. Jamie Lannister, soprannominato in modo dispregiativo ‘Lo Sterminatore di Re’, è come il fratello Tyrion, ovvero un personaggio estremamente interessante, tutt’altro che apprezzabile all’inizio (a differenza del nano) ma che rivela a poco a poco che essere un Lannister non comporta soltanto e necessariamente essere uno stronzo.
Catelyn Stark giunge in segreto ad Approdo del Re. Viene accolta da Lord Baelish, da sempre innamorato di lei e non ricambiato, e da Varys. Lady Stark mostrerà ai due l’arma con cui il sicario ha tentato di uccidere Bran a Winterfell. Ditocorto le rivelerà che il pugnale è suo ma che lo perse tempo addietro a seguito di una scommessa a favore di Tyrion Lannister, suo attuale proprietario. Questo accresce i timori di Catelyn sapendo che il marito e le sue due figlie sono proprio nelle fauci del leone, ovvero dei Lannister (a proposito: un Leone ruggente è proprio la loro effige).
A grande distanza dagli intrighi di Approdo del Re troviamo gli ultimi due Targaryen, Daenerys e suo fratello Viserys. Quest’ultimo, evidentemente pazzo quanto il loro defunto padre, intende riconquistare il regno che fu di suo padre facendo sposare la sorella al re dei selvaggi Dothraki, Khal Drogo. Daenerys, che non mostra segni di pazzia, dopo aver fatto innamorare di se il brutale marito, facendogli capire che è possibile tenere distanti l’amore dalla violenza, comincerà a sentirsi una Khaleesi, ossia una Regina, iniziando a respingere drasticamente i soprusi del fratello. Quando egli la minaccerà con un coltello sarà umiliato dai Dothraki, e continuando a sfoggiare imperterrito la propria -arroganza, finirà per ricevere la giusta punizione da Khal Drogo, il quale durante un rito sacro gli farà colare in testa dell’oro fuso, uccidendolo.
Daenerys non batterà ciglio, rendendosi quindi conto di essere l’ultima Dominatrice dei Draghi, quindi immune al fuoco ed al calore estremo. Ora si ritrova Regina, aspirante al trono del Westeros e per giunta incinta di Khal Drogo, perdutamente innamorato di lei.
Quando Re Baratheon viene a sapere che l’ultima dei Targaryan attende un figlio, vuole farla uccidere per evitare future pretese al suo trono. Ned Stark si oppone fermamente a questa decisione e si dimette dall’incarico di Primo Cavaliere. Prosegue però le sue indagini sulla progenie vera o presunta del Re e proprio a questo punto deve misurarsi con Jamie Lannister, offeso in merito alla cattura di suo fratello Tyrion da parte di Lady Stark. I due si affrontano e Ned Stark viene ferito. Dopo le prime cure il Re in persona gli intima di ritirare le dimissioni date, tornando così ad essere il Primo Cavaliere.
Poi Robert Baratheon decide di andare a caccia, ignorando con leggerezza il fatto di essere oltre che apparire ad un quarto d’ora scarso da un colpo apoplettico, lasciando a Stark anche il compito della reggenza dal momento che il sovrano sarà assente.
A questo punto la situazione precipita irrimediabilmente. Il Re tornerà dalla caccia gravemente ferito, e prima di morire nominerà Ned Reggente al Trono, poiché ripone da sempre poca fiducia nella Regina, ma Lord Stark non farà in tempo a capire che tira una brutta aria e farà grossomodo la fine di Massimo Decimo Meridio ne Il Gladiatore.
Le sue figlie Sansa e Arya assistono alla sua decapitazione, la prima come ospite/prigioniera dei Lannister e la seconda, essendo una ribelle nata, già pronta a fuggire dalla capitale travestita da maschietto. Arya Stark è un altro personaggio di cui prender nota. Coraggiosa, determinata, decisa a diventare brava nel maneggiare la spada, sfortunata perché a questo punto il suo cognome comincia a parlare da sé, si avvia da questo punto in poi a diventare un character con molte strade aperte, e non tutte propriamente ‘legali’. Sansa invece troverà il modo di sopravvivere fra un’ambigua sottomissione al suo ‘soit disant’ promesso sposo Re Joffrey ed a una serie di piccoli colpi di fortuna generalmente determinati dalla presenza – fisica e di spirito – di Tyrion Lannister.
Il primogenito Robb Stark, tipico eroe senza macchia e senza paura ma non per questo monotematico, riunisce i Lord che si oppongono alla supremazia dei Lannister. Viene da tutti loro nominato ‘Re del Nord’ e la madre Catelyn si unisce a lui nella discesa verso Approdo del Re. Ormai è guerra.
La prima battaglia vede vittoriosa proprio la casata del Lupo che porta a casa un preziosissimo bottino: Jamie Lannister, primogenito e pupillo di Tywin Lannister il quale, furente, da l’incarico di Primo Cavaliere al figlio Tyrion, pur odiandolo, per occuparsi interamente della difficile liberazione di Jamie. Il periodo in cui il nano si occupa di gestire il potere ad Approdo del Re è l’unico momento in cui le cose filano abbastanza lisce nella capitale, ma ovviamente non ci sarà un comitato di ringraziamento a salutarlo a fine mandato.
Nelle terre d’oltre mare la situazione si fa difficile per Daenerys. Khal Drogo ha deciso di seguirla nella riconquista del suo trono, ma il destino vuole che per colpa di una ferita apparentemente insignificante passa a miglior vita.
Dal momento che Daenerys si è avvalsa dell’aiuto di una sedicente maga nel disperato tentativo di salvare il marito, questo gesto fa si che la maggior parte dei Dothraki le volti le spalle alla morte del loro re. Khaleesi immola sulla pira il corpo di Khal Drogo, e già che c’è mette nel calderone la strega che ha fatto soltanto del suo peggio causando la perdita del figlio che porta in grembo e la sua conseguente sterilità.
A questo punto avviene la svolta: Daenerys cammina fra le fiamme che immolano il marito, portando con se le uova di drago avute quale regalo di nozze e uscendone illesa e con le uova dischiuse a mostrare il suo nuovo, immenso potere. Ora lei è ufficialmente La Madre dei Draghi, pronti a seminare morte e distruzione al suo comando. Così si conclude la prima stagione.
Nulla è stato lasciato al caso dall’HBO, che ha perfettamente compreso quale impatto avrebbe avuto sul pubblico la trasposizione perfetta sotto ogni punto di vista della saga creata da George R.R. Martin. Costumi, scenografie, fotografia e persino gli effetti speciali, sono perfetti.
Non tutto può essere tale s’intende. La quantità e varietà di personaggi e di eventi da seguire rende frammentario l’andamento della narrazione.
Tutto ciò risulta a tratti difficile per lo spettatore meno attento seguire i fatti in un ordine cronologico esatto. Però l’impatto sul pubblico resta enorme, epocale, e non soltanto grazie al tipico tam tam mediatico. Basta la visione di questa prima stagione per rendersi conto che Game of Thrones è stato concepito come un prodotto destinato a restare a lungo nella memoria collettiva.