L’Irlanda, un gruppo di amici, tanta voglia di divertirsi, ricetta impeccabile per una vacanza da sogno. Ma poi ci sono anche loro, dei funghi allucinogeni che i ragazzi protagonisti della storia sanno essere proprio tipici di quei luoghi.
I mitici funghi vengono trovati, provati, ed è qui che comincia un viaggio, un viaggio fatto di smarrimento, disorientamento, allucinazioni, paura, e morte.
“Shrooms – trip senza ritorno” riprende come altri titoli il tema del bosco come luogo – habitat della paura, vista qui come incapacità di distinguere ciò che è vero da ciò che è solo allucinazione.
Ispirato ad un’esperienza simile avuta dal regista Paddy Breathnach non sarà mai ricordato di certo come un “must see” del genere horror ma l’effetto della visione del film non sarà certo letale come i funghetti trovati dai nostri amici (anche se manca davvero poco). La pellicola del filone “bosco/ragazzi persi” (qui persi anche psicologicamente) che negli ultimi anni è stata più volte riproposta (“Cabin Fever”, “Wrong turn”), vede l’ennesima, e forse inutile, riproposizione.
Tanto fumo (e qui ci sta tutto), parecchi funghi, tuttavia, niente arrosto.