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Firefly Lane – L’estate in cui imparammo a volare

Sul trend del momento anche Firefly Lane. Questa nuova serie Netflix è tratta da un romanzo, di cui l’autrice è Kristin Hannah, e vede come protagoniste indiscusse la famosa Katherine Heigl (Isobel in Grey’s anatomy e Samantha Wheeler in Suits) e Sarah Chalke (Elliot in Scrubs).

Tutta la vicenda è imperniata sull’amicizia tra Kate e Tully che nasce nell’adolescenza e si rafforza con gli anni.

Le ragazze non hanno una vita facile: Tully cresce con una madre hippy e che fa uso di droghe. Questo la porta a farsi una corazza che solo Kate riesce a superare. Quest’ultima dal canto suo ha una famiglia all’apparenza perfetta al suo fianco ma che nasconde dei segreti.

Si tratta di un inno al femminismo nella sua vera accezione, un percorso in salita intrapreso da due persone sempre pronte a sorreggersi. La storia si sviluppa su quattro linee temporali: gli anni 70’ in cui le protagoniste sono adolescenti, gli anni 80’ i quali mostrano due giovani donne che vogliono fare carriera nel mondo dello spettacolo (che spesso le vede solo come oggetti di seduzione), gli anni 2000 che lo spettatore potrebbe essere indotto a definire come il presente, se non fosse per alcuni piccoli scorci del 2003 in cui ci vengono dati e che ci riservano una sorpresa: un funerale.

Carta vincente di Firefly Lane è proprio il gioco (molto ben architettato) sul tempo, fin dall’inizio ci viene prospettato il colpo di scena finale ma con l’incognita di dove la scure andrà a colpire. Finite la serie per scoprirlo, non è così scontato come sembra!

I dialoghi sono belli e non troppo scontati, e si vede la figura femminile sotto diverse vesti: quella della donna in carriera che sembra avere tutto ma in realtà è perseguitata dall’ombra dei rimorsi, e quella della madre di famiglia, contenta di tale ruolo ma infondo persa dentro di esso.

Molto bene affrontato dal punto di vista psicologico il tema dell’influenza della famiglia sulla vita adulta. Tully ad esempio è una bambina trascurata dalla madre e diventa una donna che ama attirare l’attenzione su di se a qualsiasi costo, fregandosene del mondo attorno, ma che in diverse occasioni non vorrebbe altro che l’approvazione della mamma.

Comparsa di qualità, anche se in pochi episodi, Jon-Michael Ecker che interpreta un paramedico con cui Tully ha una relazione e che fa sperare allo spettatore che in fondo il lieto fine esiste per tutte, ma proprio come nella vita reale il destino mischierà le carte con un imprevisto.

Altro protagonista, ma che viene un po’ oscurato dalle due donne, è Johnny Ryan (interpretato da Ben Lawson), marito di Kate, cotta segreta di Tully, e a volte terzo incomodo nella loro amicizia, che c’entri qualcosa con il finale aperto lasciato dall’ideatrice della serie Maggie Friedman.

Chi guarderà Firefly Lane alla fine si chiederà se qualche pazzo pensi eventualmente di non farne una seconda, bè vivere per scoprire ad oggi Netflix non ha ancora autorizzato la seconda stagione, ma nel (più che probabile) caso di rinnovo dovremmo aspettare il 2022 per scoprire la sorte delle due donne.

Articolo a cura di Eleonora Vignudelli