Uno spin-off che comincia a dare segni di stanchezza già dopo la terza stagione.
Fear The Walking Dead, costola della più conosciuta serie ideata e prodotta da Robert Kirkman, al termine della terza stagione comincia a mostrare non pochi difetti.
Troppo simile alla serie madre in molti aspetti, che non vengono poi utilizzati e sviluppati alla giusta maniera, fanno si che questo spin-off non proponga nulla di alternativo alle vicende di Rick Grimes e soci.
Se quest ultimi cominciano un po’ a battere la fiacca nell’attesa dello scontro finale tra Neegan e Rick, c’è da dire a loro vantaggio che di stagioni ne sono già passate otto, più del doppio dello spin-off.

La scelta di spezzare in due la stagione con una pausa di due mesi come The Walking dead non ha avuto la stessa fortuna.
Cosa molto più importante è la poca caratterizzazione dei personaggi.
Vedremo parecchie uscite di scena in questa stagione, e a parte il personaggio di Madison (Kim Dickens), gli altri vedranno uno stallo nella loro caratterizzazione.
Probabile outsider può essere solamente il personaggio di Daniel, interpretato da Rubén Blades.

Come per la serie madre anche qui il focus è spostato più sulla lotta tra bande di sopravvissuti che tra umani e zombie, con questi ultimi che però riusciranno ancora a dire la loro.
In attesa del crossover tuttavia non possiamo che notare un momento di pochezza creativa per quanto riguarda questo spin-off.

Unico tasto su cui la serie può spingere per avere un qualcosa di leggermente diverso da The Walking Dead è la continua difficoltà dei vari protagonisti a rimanere tutti uniti.
I personaggi principali stentano a muoversi come gruppo e molti di loro prendono più di una volta strade differenti.
Se tuttavia la serie non avrà un’accelerazione improvvisa, la quarta stagione sarà molto dura da digerire.