Presentato all’edizione 2016 del Festival di Cannes nella sezione Quinzaine des Réalisateurs, Fai bei sogni è l’ultima interessante ed emozionante pellicola del regista Marco Bellocchio.
Una pellicola che partendo da una semplice, seppur drammatico fatto, nasconde più di un significato molto più ampio della vicenda raccontata.
Si perchè non si tratta solo della storia del piccolo/grande Massimo (Valerio Mastrandrea) e di come la sua vita sia stata segnata da un tragico evento che lo ha colpito durante l’infanzia.
Fai bei sogni è molto di più. Fai bei sogni, attraverso l’immobilità mentale del suo protagonista vuole raccontare l’immobilità di un paese intero, il nostro.
Attraverso la commemorazione e la nostalgia di qualcosa che non c’è più (il Grande Torino infrantosi a Superga del film) vuole commemorare un’Italia che non c’è più.
E così anche le false speranze, quelle di un Italia nuova, più forte, vengono sconfitte con la fine della Prima Repubblica e l’avvento di Tangentopoli.
Il protagonista e simbolo di tutto ciò è Massimo, un bambino privato fin dall’infanzia del dono più prezioso che un bambino possa avere, senza mai sapere (o senza mai voler sapere) il perchè di questa privazione.
Sarà Bellocchio con il continuo intreccio tra presente e passato a ricostruire tutta la sua storia ed a svelarci questo.
nel frattempo Massimo rimarrà in un’eterna lotta con se stesso e con il mondo per sopperire a questa mancanza, aiutato a volte dalle persone che incontrerà nel suo cammino, dalle sue esperienze lavorative, ed anche da Belfagor.
Bellocchio con il suo tocco delicato e quasi magico ci accompagna nella ricerca della verità di Massimo. Una verità che si nasconde, ma a cui forse non bisogna andare incontro per una volta.
Una verità in cui forse dobbiamo nascondere noi stessi per una volta, ed aspettare.
Per vedere ancora di più, per vedere oltre.