«Non è la verità che ci divide. È la paura di non saperla più riconoscere.»
Joe Cross (Joaquin Phoenix) è lo sceriffo della poco ridente cittadina di Eddington, nel New Mexico. È un uomo rigido, che crede fermamente nei valori della libertà americana. Quando il sindaco Ted Garcia (Pedro Pascal), progressista e pragmatico, impone restrizioni sanitarie per contrastare la diffusione della pandemia — come l’obbligo della mascherina e il coprifuoco — Joe si oppone pubblicamente, rifiutandosi di farle rispettare. Il conflitto personale si trasforma rapidamente in uno scontro politico, con l’annuncio inatteso della candidatura di Joe a sindaco, promettendo di “restituire Eddington al suo popolo”.
I successivi eventi coinvolgeranno la moglie di Joe, Louise (Emma Stone), donna introversa e tormentata, e la madre Dawn (Deirdre O’Connell), convinta sostenitrice di teorie del complotto che si diffondono rapidamente sui social. In questo clima di paranoia e confusione, Louise abbraccia le idee del discutibile predicatore Vernon Jefferson Peak (Austin Butler), e le sue idee ambigue, mistiche e negazioniste.
Dopo instant cult come Hereditary e Midsommar, e il più sperimentale delirio onirico/orrorifico Beau ha paura, Ari Aster ha deciso di mettere da parte il genere horror. Lo fa alla cieca, ma neanche tanto, per confrontarsi con (prendi fiato): un western moderno sulla frammentazione della realtà, la paranoia digitale, polarizzazione sociale, tensioni razziali, le isterie collettive, i conflitti ideologici, potere, identità, trauma, ansia, impotenza.
Ari Aster non è in alcun modo interessato alla pandemia e alla sua gestione sanitaria o alle sommosse post George Floyd come evento di cronaca. Tanto meno quelle di un paesino sperduto nel nowhere del New Mexico, una landa dimenticata da Dio, ma non dai GPS.
Il regista vuole solo evidenziare come non esista più un’unica realtà condivisa, ognuno di noi vive in una sua sorta di bolla informativa, teorie virali e tanto pattume algoritmico che contribuisce a creare una realtà pericolosamente distorta. Non l’evento in sé, ma il suo effetto catalizzatore.
Ok lo ammetto Eddington è un film ambizioso e imperfetto, ma chi se ne frega!
Viviamo in un mondo in cui la gente si sta arroccando sempre più su posizioni ideologiche distanti, trasformando le proprie convinzioni in fortini da difendere a ogni costo, arrivando ad azioni estreme, discutibili ed esagerate esattamente come quelle che vediamo in Eddington.
E nella realtà, come nel film, alla fine ad attenderci ci sarà solo il caos.










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