Per i fan dell’ horror il nome di Marcus Dunstan non suona affatto come nuovo.
Egli è infatti stato lo sceneggiatore della trilogia di “Feast” e di alcuni episodi della più popolare saga “Saw”.
Nel 2009 Dunstan ha deciso di mettersi in cabina di regia, dando vita al film “The Collector” .
La storia è semplice : il protagonista è il tuttofare Arkin, che per aiutare la compagna fortemente indebitata con delle losche persone, decide di irrompere di notte nella casa in cui di giorno esegue dei lavori di manutenzione per rubare una pietra preziosa che risolverebbe il suo problema.
Una volta giunta la notte però, in quella casa che doveva essere vuota, c’è già un ospite : un uomo, vestito di nero, con uno strano cappuccio in testa, occhi dagli strani riflessi a seconda dell’angolazione della luce, e presumibilmente provvisto di una laurea in ingegneria meccanica.
Si perchè l’abitazione al suo interno è piena di trappole mortali che meriterebbero ognuna un Oscar per originalità nella creazione e dolore provocato alla vittima.
Pavimenti cosparsi di acidi, lampadari con coltelli al posto delle lampadine, tagliole volanti nascoste ovunque, e per non farsi mancare nulla una stanza in cui al posto dei tappeti sono presenti una quantità industriale di tagliole. Tutti strumenti che l’uomo ha scelto per la gioia della famiglia che abita nella casa, i Chase, ma dai quali Arkin dovrà ben guardarsi per sopravvivere e portare a termine la sua missione.
Facciamo sesso in casa?
Il film di Dunstan non urla certo al capolavoro, in quanto per apprezzarlo bisogna intanto essere amante del genere torture e trappole, quella serie di violenze che più gratuite non si può, e accettare qualche forzatura della trama, come il background inesistente del Collezionista, o la velocità con cui egli ha preparato la miriade di trappole all’ interno della casa. Piccole forzature che comunque vengono in parte recuperate con delle scene di violenza molto forti e ben studiate, (quella del gatto o delle tagliole) e con un ritmo del film che tiene sempre viva l’attenzione dello spettatore.
La figura del Collezionista è a suo modo ben riuscita, piazzandosi a metà strada tra quella del famoso Jigsaw e quella del malsano Seed, e la prova di Josh Stewart è buona.
Il finale lascia presagire un sequel, che è poi uscito nel 2012 e che è ancora inedito in Italia e di cui (forse) si sarebbe potuto fare a meno.
Insomma, se volete passare una tranquilla (si fa per dire) serata in compagnia di un horror che vi tenga svegli e non avete grandi pretese potete anche scegliere questo film.
Un’ opera di cui non sentivamo sicuramente il bisogno, ma comunque più godibile di altri brutti prodotti che ultimamente si vedono in giro.
Il film inizialmente doveva essere chiamato “The Midnight Man” e doveva essere una sorta di prequel di “Saw”, ma l’idea venne subito scartata dai produttori.