Non lo si può bocciare questo film.
Di cose che non vanno ce ne sono, più di una, a partire dalla storia e dal contesto in cui essa si sviluppa, trita e ritrita in più di una pellicola.
Ma ci sono altri elementi in “Raze”, di Josh C. Waller, che sono molto molto validi.
Cominciamo con questi, così magari invogliamo più di una persona a guardarlo questo film.
Primis : cast al 99% al femminile, e che femmine,cari maschietti. C’è Zoe Bell, la protagonista, che interpreta Sabrina.
C’è quella gnocca di Rachel Nichols che apre il film e niente più.
C’è la cattivona di turno, Phoebe, alias Rebecca Marshall, e non poteva mancare la mulatta, Tracie Thomas (Teresa nel film).
Tutte donne, belle, sexy, e ………….cazzute.
Si estremamente cazzute. O meglio: magari non lo sarebbero, ma qualcuno le ha strappate alle loro vite.
Le ha rinchiuse in una specie di prigione non si sa come non si sa dove, e a turno, un rosso ascensore (che non è rosso a caso forse, perchè anticipa un altro rosso che dopo si vedrà), le porta in quello che potrebbe essere il fondo di un pozzo.
Il pozzo però nel film diventa una specie di ring.
Si perchè a turno sempre, due signorine alla volta, devono darsele di santa ragione.
Finchè ne hanno, finchè son vive, fino a che una delle due non va dal Creatore.
E non possono sottrarsi a ciò, perchè altrimenti la persona più importante della loro vita verrà eliminata.
E allora assistiamo ad una serie di incontri, all’ultimo sangue (eccolo l’altro rosso protagonista), per giungere ad una campionessa finale, che poi verrà reinserita nella società.
E di sangue se ne vede, pur non essendo uno splatter il regista Waller non ce le nasconde le scene in cui le donne, all’occasione lottatrici, si tirano pugni in faccia, mettono dita nel collo della rivale, rompono arti, utilizzano la faccia dell’avversaria come formaggio da grattugiare, e chi più ne ha più ne metta.
Belli e delicati visini che dopo un po’ grondano di sangue, come per il cameo di Rosario Dawson, altra perla sexy della pellicola che però non fa una gran comparsata.
Quest idea malsana ce l’hanno avuta due aguzzini.
Uno risponde al nome di Joseph (Doug Jones) e l’altra è una vecchia conoscenza del famosissimo Twin Peaks, la moracchiona dagli occhi di ghiaccio Sherilyn Fenn, che qui interpreta la dolce metà di Joseph, Elizabeth, anche se non ha più il sexy appeal che aveva nella cittadina che ha dato i natali, e anche la morte, a Laura Palmer.
Insomma il cast rosa è buono, soprattutto per uno dei temi fondamentali del film, la lotta, le scene di lotta sono buone, anche più che buone.
E mettere le donne, non gli uomini, uno contro l’altro non è affatto male.
Perchè si sa, il gentilsesso sa nascondere bene molte cose.
Ma quando non ha in simpatia un’altro essere umano del suo stesso sesso, forse una bella vagonata di pugni e calci glieli vorrebbe anche dare.
Ma le donne sono brave, a non farlo capire, più di noi.
Ogni film che si rispetti però ha anche delle parti recitate, eh per forza, altrimenti era solo lotta, wrestling, o chiamatelo come volete.
Ed effettivamente qui le parti dialogate non è che siano proprio delle migliori.
Anzi, di empatia ne smuovono ben poca.
Anche la protagonista, quella Zoe Bell che avevamo già visto non in ruolo da protagonista con Tarantino in Death Proof, non riesce a trasmettere le giuste emozioni per far si che lo spettatore possa provare simpatia per lei, possa schierarsi con lei.
Lei che lotta per sua figlia, e quale madre che lotta per sua figlia non ci smuove emozioni.
Lei, la Bell, appunto.
E poi la storia.
Persone rapite, portate in un posto che non conoscono, senza sapere il motivo del loro rapimento, da altri.
Altri che hanno portato là queste donne per un loro malsano concetto di intrattenimento, che in questo caso consiste nel vedere due donne che si menano a più non posso, fino a che una delle due non soccombe.
Ecco uno legge questa frase e subito gli vengono in mente : “Battle Royal”, “Saw”, “Hostel”, “Il cubo”, che per un motivo o per un altro, pongono “Raze” come un qualcosa che in parte è stato già fatto, già visto.
Le personalità dei vari personaggi non sono approfondite più di tanto, a parte forse quella di Sabrina, la protagonista.
Le altre sono solo accennate.
C’è la donna che combatte solo per se stessa.
Quella che è spinta a lottare perchè ha subito abusi.
Quella fuori di testa e quella che invece prova eccitamento nel lottare perchè da piccola ne ha prese non so quante.
Clichè già visti.
Per non parlare di tutta la combriccola di spettatori sadici che c’è dietro a queste lotte che ricorda tanto “Anarchia – La notte del giudizio”.
Il tutto per fortuna viene salvato da quelle scelte che prima abbiamo elencato : è un film di botte? Si, e allora il sangue si vede.
I volti distrutti compaiono, prima, durante e dopo le bastonate.
Scene forti ce ne sono, in un contesto di violenza sono le donne ad essere protagoniste una volta tanto.
L’ultimo quarto d’ora poi ha la giusta adrenalina.
Se guardate “Raze” con l’aspettativa di vedere un film che vi farà fare salti di due metri ne resterete delusi.
Se invece lo guarderete con la consapevolezza di vedere una buona pellicola che in alcuni aspetti è diversa dalle solite, vi potrete gustare ogni singolo minuto degli 87 che formano la pellicola di Waller, uscita in anteprima al Tribeca Film Festival del 2013.