Home news David 2015: un’altra occasione sprecata

David 2015: un’altra occasione sprecata

Ecco un’altra cafonata. Per carità, migliore sicuramente di quella dello scorso anno quando già potevamo rabbrividire solo dando un’occhiata al presentatore, ed alla sua immane brutta figura (stiamo parlando di Paolo Ruffini, uno da “Colorado” per me e niente di più ), testimoniata da una battutaccia fatta alla più grande artista del cinema italiano quale Sophia Loren, e dal siparietto in cui Valerio Mastrandrea l’ha definitivamente (e per fortuna) eliminato dal panorama del cinema italiano, almeno quello che conta.
Anche quest anno però i David di Donatello, hanno continuato ad essere messi in secondo piano dalla nostra emittente televisiva principale, mamma RAI.
Uno spettacolo di due ore e poco più giudicato troppo lungo (quando negli States la cerimonia degli Oscar è molto più lunga e noiosa non lo è nemmeno un po’), un presentatore trito e ritrito, ” l’usato sicuro” Tullio Solenghi, con un abbigliamento più adatto alla prima comunione del nipote che ad una cerimonia televisiva, e che in sequenza sbaglia il nome di uno dei premiatori ( Riccardo Rossi chiamato Enrico, che premiatore………), simula uno scambio di battute non molto amichevoli col presidente BNL Luigi Abete, e non chiama nemmeno sul palco il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, intervistandolo da seduto.
Premi e premiati che vengono presentati in fretta e furia quasi come se tutti avessero un impegno molto urgente dopo la trasmissione, ovviamente anche quest anno messa in seconda serata, perchè cosa volete, sono solo gli Oscar del Cinema Italiano signore e signori, mica la finale di “Amici” o de “L’isola dei famosi”.
Ed a suggellare il tutto, il discorso che coloro che si sono portati a casa le statuette, per il 70% dei casi, dice sempre la stessa frase : Grazie, grazie a tutti, dedico il premio alla troupe, al regista, ed alla mia famiglia. Discorsone.

E dire che questo evento dovrebbe essere invece pompato, organizzato, e gestito in maniera diversa : i David di Donatello, una cerimonia in cui si premiano i migliori film, attori, attrici, e tenici della stagione cinematografica dell’anno precedente. E che anno signore e signori : si perchè di film nel 2014, italiani, ce ne sono stati tanti, e molti di grande livello : volete qualche nome?
“Anime Nere” (che ha meritatamente vinto 9 statuette), “Il giovane Favoloso”, secondo nel numero dei premi dietro il film di Munzi e che ha visto Germano (un grande, il migliore italiano sulla piazza al momento per me ) vincere il premio come miglior attore, “Hungry Hearts”, “Nessuno si salva da solo”, “Torneranno i prati”, “Il ragazzo invisibile”, “Maraviglioso Boccaccio”, “Mia madre”, “Le meraviglie”, “Il nome del figlio” e “Noi e la Giulia”.
Un anno incredibile e con film di buonissima fattura insomma questo 2014 che però non viene supportato da tutto ciò che sta dietro queste splendide pellicole, come dimostra la cerimonia di premiazione che risulta noiosa, affrettata, mal gestita, con pochi picchi di buon livello raggiunti, e senza un presentatore degno di essere chiamato tale.

Passiamo ora a vedere quelle cose (poche) buone che della serata dei David possiamo salvare : l’ospite, e che ospite, quel genio assoluto di Quentin Tarantino, che dopo due sòle, è venuto a ritirare i premi vinti nel 1995 per “Pulp Fitcion” e nel 2013 per “Django” e che in 10 minuti sul palco non ha fatto altro che ricordare che molti dei suoi film , come del resto molte pellicole del cinema made in USA, sono state influenzate da pellicole di prodotte in casa nostra.
A premiarlo un altro grande, un mito, il maestro Ennio Morricone, chapeau, in un momento davvero emozionante.
Ottima l’apparizione seppur fugace di Germano, che in questo momento, per il sottoscritto almeno, rappresenta il meglio che il cinema italiano abbia, e non credo sia poco. Anche sui premi non ci sono state grosse e clamorose (in senso negativo) sorprese, e quindi questo elemento lo giudichiamo come buono.

Ed allora perchè non far diventare questa cerimonia un qualcosa di migliore, più pubblicizzata, diversamente strutturata, rendendola più spettacolare, come i nostri cari americani, perchè noi siamo italiani, noi abbiamo insegnato a tutto e a tutti molte cose, belle e brutte, e quindi sapremo prendere da loro il loro modo spettacolare e la loro dote di far sembrare un evento anche quello che non lo è, ma dandogli quel tocco aulico, solenne, da premiazione, che noi italiani possiamo e sappiamo dare ad una cerimonia come questa che premia i migliori volti e opere cinematografiche del belpaese.
Pur non essendo un vecchietto, ricordo quanto già erano più “evento”, non per la loro importanza ma per come venivano pubblicizzati i cari “Telegatti”, i premi della Televisione, negli anni 90′.
Ed allora perchè intanto non proporre questo spettacolo che dovrebbero essere i David in prima serata, magari anche con una maratona, perchè se organizzata bene non annoia anche se è lunga nei tempi, e vedere tra un premio e l’altro degli scketch , delle performance canore, con un presentatore ed una madrina (che quest anno non c’era per esempio) presi tra attori/attrici di casa nostra che siano in grado di reggere il ruolo (Mastrandrea o Gassmann sono i primi nomi che mi vengono in mente per esempio), e “pompare” l’evento in maniera valida.
Speriamo che il prossimo anno le cose migliorino ancora per questa cerimonia, ma intanto, godiamoci queste pellicole, e attendiamo quelle del 2015, sperando che siano uguali, se non migliori, di quelle dell’anno precedente.

P.S. Per questo articolo, ringrazio tutti, i ragazzi dello staff di JAM, i lettori, tutta la mia famiglia. Sono commosso.

 

 

Articolo precedenteZampaglione provaci tu : “Tulpa” – (2013)
Articolo successivoFather and Son – di Hirokazu Koreeda (2013)
Capo Redattore e Co-fondatore

Grande amante del cinema, e questo è scontato dirlo se sono qua :­) Appassionato da sempre del genere horror, di nicchia e non, e di film di vario genere con poca distribuzione, che molto spesso al contrario dei grandi blockbuster meriterebbero molto più spazio e considerazione; tutto ciò che proviene dalle multisale, nelle mie recensioni scordatevelo pure. Ma se amate quelle pellicole, italiane e non, che ogni anno riempono i festival di Berlino, Cannes, Venezia, Toronto, e dei festival minori, allora siete capitati nel posto giusto.

‘Rest..In..Peace’