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Dark 2: tra l’eterno ritorno e i loop

Dopo un’attesa durata più di un anno e mezzo, il 21 giugno Netflix ha rilasciato sulla propria piattaforma la seconda stagione di Dark. La complessa serie tv tedesca sui viaggi nel tempo, parte esattamente un anno dopo gli eventi della prima stagione: 20 giugno 2020.

La serie evento Dark, è ritornata sulla piattaforma Netflix, con una nuova stagione. Se la prima era stata apprezzata e aveva creato decisamente un’impaziente attesa per il suo ritorno, Dark 2 riesce pienamente a soddisfare le pretese del pubblico. Otto nuovi episodi, che rispondono ad alcuni quesiti lasciati aperti nella precedente stagione, ma apre nuovi misteri.

Dark è una serie che, per l’elevato grado di complessità, collegamenti tra eventi e personaggi e linee temporali,  sembra richiamare molto Lost. Bisognerebbe scrivere un lungo articolo (e forse non sarebbe sufficiente) solo per spiegare le vicende della prima stagione, necessarie premesse per l’avvio della seconda. Cerchiamo di tracciare le linee principali

Dove eravamo rimasti?

Nella cittadina tedesca di Winden, il 21 giugno 2019, Michael Kahnwald si uccide suicidandosi nella soffitta di casa. Nella stessa cittadina, la scomparsa di due bambini e le conseguenti ricerche porteranno alla luce misteri e oscuri segreti, rivelando i rapporti e il passato di quattro famiglie: i Kahnwald, i Nielsen, i Doppler e infine i Tiedemann. Quando il piccolo Mikkel Nielsen scompare, in seguito alla sparizione di un altro ragazzino, strani fenomeni iniziano a mostrarsi: la morte di numerosi uccelli, impulsi elettrici che fanno sobbalzare la corrente nella cittadina. Tutto sembra collegarsi ad alcune sparizioni avvenute 33 anni, quando Mads Nielsen scomparve misteriosamente a soli 13 anni, ma riguardo alla sua fine non se ne seppe più nulla.

I vari personaggi si intrecciano in una serie di relazioni e collegamenti. Il protagonista, Jonas, figlio di Michael, fatica a superare la morte del padre. Alla fine della stagione, il ragazzo scopre l’esistenza di un portale che lo conduce nella Winden del 2052. Jonas non è il solo a viaggiare nel tempo, in quanto il piccolo Mikkel si ritrova catapultato nel 1986, mentre Ulrich (padre di Mikkel) arriva nel 1952. Gli altri ragazzini scomparsi, vengono rapiti da Noah, prete che usa i giovani per degli esperimenti legati ai viaggi nel tempo.

Ridurre la trama di Dark a queste poche righe, sembra molto forzato, ma è necessario tracciare un breve riassunto per riprendere le fila del discorso.

La seconda stagione riprende gli eventi ad un anno di distanza, giungo 2020. Jonas, Mikkel e Ulrich sono ufficialmente dati per scomparsi.  Ognuno nella cittadina, indaga su quanto accaduto, per conto proprio. Le storie tra i vari personaggi si susseguono, creando collegamenti sempre più fitti. Gli 8 episodi sono in realtà un conto alla rovescia per arrivare al 27 giugno 2020: giorno dell’Apocalisse.

Come la stagione precedente, anche questa ha come tematica principale  il tempo e come esso non viaggi in maniera lineare. Il tempo è un loop continuo, nel quale ogni evento è in continua rigenerazione, non ha un’origine nè una fine ben collocabili, ma ogni cosa accade ed è accaduta e, come tale, esiste. Se in questo mondo, i viaggi del tempo esistono, allora al suo interno ogni evento è correlato ad un altro creando delle conseguenti e necessarie reazioni a catena.

I personaggi si dividono tra la consapevolezza che, poste tali regole, il destino è inevitabile e il loro tentativo di cambiarlo. Numerose volte viene ribadito come ciò sia impossibile: se qualcosa è già accaduto, non c’è modo di evitarlo, in quanto quella cosa è nella sua condizione di esistenza. Essa è accaduta e quindi c’è, non si può evitare. Più ci avviciniamo all’apocalisse, più questo concetto sembra reale e impossibile da scardinare. Più si prova a cambiare la sorte degli eventi, più questi accadono esattamente come era in programma, in una catena di accadimenti e viaggi temporali, nei quali diventa impossibile distinguere l’origine di ogni elemento. Cosa viene prima: l’uovo o la gallina?

Il senso di oppressione è forte, dato dalla consapevolezza che qualcosa accadrà e dal fatto che i tutti i personaggi, pian piano, scoprono verità sconvolgenti. Jonas rimane il perno principale attorno a cui i vari personaggi ruotano. Lui sembra il solo in grado di impedire questa apocalisse, ma per farlo, deve poter ritornare nel suo tempo. Vi è da sottolineare come i personaggi non siano al corrente del loro destino, ma solo di alcune porzioni di verità. Tuttavia questo li rende tutti molto più consapevoli dei viaggi nel tempo e della loro nature di semplici pedini di un gioco molto più grande di loro.

Adam sembra essere colui che tesse la fitta e complicata rete di nessi causa-effetto che colpiscono i protagonisti. Un importantissimo personaggio introdotto in questa seconda stagione, dal viso completamente sfregiato, tanto importante quanto difficile da collocare. Troviamo Adam nel 1952, alla guida di una congrega intenzionata a compiere l’Apocalisse. Il misterioso uomo conosce benissimo gli avvenimenti passati, presenti e futuri. Ma sarà davvero lui colui che muove le varie pedine sulla scacchiera, o è anch’egli una pedina? Nel grande e infinito gioco del tempo, Adam sembra essere colui che meglio di tutti ne conosce le regole, ma questo sarà sufficiente ad evitare di cadere nei tranelli dei loop?

Nonostante la presenza dei viaggi nel tempo, Dark continua a mantenere una componente emotiva decisamente intensa. I personaggi, le loro storie e le loro reazioni, continuano ad avere un ruolo centrale. Le loro reazioni colpiscono lo spettatore, all’interno di questo gioco, come fossero delle pedine. Tutto grazie ad una scrittura ben organizzata e coerente. Gli sceneggiatori hanno tutto ben chiaro e ben posto all’interno della serie. Nulla è forzato, tutto sembra ben inserirsi nel contesto. Il buon lavoro di cinque sceneggiatori (Baran bo Odar, Jantje Friese, Martin Behnke, Ronny Schalk, Marc O.Seng) che hanno creato un universo non vero, ma verosimile, che funziona secondo le proprie regole e, dunque, decisamente coerente.

Una nota di merito va data all’interpretazione attoriale. Un cast inedito, di grande talento. Soprattutto i giovani, bravissimi nel mostrare la disperazione, la ribellione, l’incredulità. Per citarne uno, Jonas Kahnwald, interpretato dal giovanissimo Louis Hofmann.

Insomma, con Dark 2, Netflix può dire di essere in possesso di una perla. L’asticella è stata alzata notevolmente. Otto episodi ricchi di colpi di scena e grande carica emotiva data dagli intrecci dei personaggi e dei loro drammi. Non è una serie da guardare per distrarsi, sicuramente richiede un’attenzione non indifferente, per poter seguire tutti i passaggi. Tuttavia nel vale davvero la pena. Dark non ha solo una storia ben costruita e interessante, è anche visivamente bella da guardare. Possiede una qualità superiore. Se volete appassionarvi, Dark è su Netflix che vi aspetta.

Articolo a cura di Lagertha