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Cinéma du look: ovvero fare film in modo figo e stiloso

Cinéma du look

Cinéma du look: ovvero fare film in modo incredibilmente figo e stiloso.

Cosa si intende per Cinéma du look? Il Cinéma du look non è altro che un’espressione, un movimento cinematografico francese breve ma allo stesso tempo incredibilmente intenso e folgorante, che ha illuminato la scena cinematografica d’oltralpe per una decina di anni, tra gli 80′ e i 90′, andando a cambiare in maniera ineluttabile il modo e lo stile di fare cinema.

Il termine Cinéma du look fu coniato per la prima volta nell’89’ dal critico francese Raphaël Bassan per andare ad indicare un movimento di giovani cineasti che, prendendo direttamente spunto dai registi della New Hollywood, mixando il loro stile con quello dei video musicali e commerciali, crearono un nuovo modo di fare e concepire il cinema: estremamente estetico e cool.

La cifra stilistica di questa corrente rivoluzionario è il “look” (da qui appunto il nome Cinéma du look): narrazione e sostanza vengono sacrificate sull’altare della forma e dello stile per dare maggiore risalto alle immagini, all’euforia visiva, a montaggi virtuosi, estremismo estetico e visivo ricercato ad ogni costo. Il tutto per rompere con il cinema del passato, dei loro padri, quella Nouvelle Vague così poetica, realista e borghese. Il focus viene quindi spostato dalle famiglie borghesi ai giovani sbandati rinnegati, dalle case aristocratiche ai tunnel metropolitani parigini e ad amori condannati, intensi e alienati.

Cinèma du look
Nikita di Luc Besson, una delle più famose pellicole del Cinèma du look

Inizialmente schernito dai critici più intellettuali che incolpavano i registi di preferire troppo la forma al contenuto, con il passare del tempo il successo del movimento fu tale da avere tutti i cinefili ai loro piedi. Il più famoso, commercialmente parlando, esponente del genere è sicuramente Luc Besson, che con Subway prima (una stravagante caccia all’uomo violenta, divertente, romantica e lisergica ambientata in una Parigi sotterranea, 1985) e Nikita poi (il film probabilmente di maggior successo del genere, 1990), ha contribuito a fondare e sdoganare tale movimento. Dopotutto prima di rincoglionirsi e diventare la risposta francese a Michael Bay, Besson è stato un incredibile regista punk.

Le altre due figure chiavi del trend furono Jean-Jacques Beineix, regista di Betty Blue (straziante storia d’amore tra un uomo ed una giovane donna pazza, 1986), e soprattutto Leos Carax, il massimo esponente del Cinéma du Look, uno degli ultimi grandi registi romantici (nel senso letterale del termine), il cineasta di cui ogni film è un perfetto esercizio di stile da Boy Meets Girl (1984) a Holy Motors (2012).

Personalmente penso che il picco più alto di questo movimento è stato toccato nel 1991 con la pellicola Gli Amanti del Pont-Neuf (Carax ovviamente), un indimenticabile e struggente storia d’amore tra due emarginati ambientata nel famoso Pont-Neuf di Parigi. Un capolavoro imperdibile e poetico.

Oggi il Cinéma du Look si è disgregato in mille direzioni. Holy Motors di Carax lo abbiamo citato (qui la nostra recensione) e della deriva hollywoodiana intrapresa da Besson già parlato. Tra gli attuali cineasti, in qualche modo eredi del movimento, Gaspar Noè e soprattutto Jean-Pierre JeunetIl favoloso mondo di Amélie vi dice niente?


Filmografia chiave del movimento:

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Chief editor e Co-fondatore

Cresciuto a massicce dosi di cinema, fin da giovane età veniva costretto dal padre a maratone e maratone di Spaghetti-Western. Leggenda narra che la prima frase di senso compiuto che uscì dalla sua bocca fu: “Ehi, Biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima……” Con il passare del tempo si è evoluto a quello che è oggi: un cinefilo onnivoro appassionato di cinema in ogni sua forma che sia d’intrattenimento, d’autore o l’indie più estremo. Conteso da “Empire”, “The Hollywood Reporter”, “Rolling Stone”, ha scelto Jamovie perché, semplicemente, il migliore tra tutti.