Scintillante, dinamico, volutamente sciocco e tanto female power, si potrebbe iniziare così per descrivere questo reboot di Charlie’s Angel firmato dall’attrice, sceneggiatrice e regista Elizabeth Banks.
45 anni dopo la celebre frase di lancio: “C’erano una volta tre ragazze che frequentavano l’Accademia di Polizia”, le temibili ragazze di Charlie sono tornate. E sono sempre un micidiale mix tra Marie Curie e Diana Prince, intelligenti e supereroine. Forti delle loro capacità e del fatto che “i maschi ci mettono sette secondi in più a percepire una minaccia in una donna piuttosto che in un uomo”.
Una frase che mette subito in chiaro gli intenti degli autori e da il via ad un incipit molto dinamico, sexy e ben girato.
Una scena in cui Sabina Wilson (Kristen Stewart) sfoggia alcune delle sue migliori frecce nella faretra, circuendo col suo fascino, volteggiando con le sue doti acrobatiche e colpendo con la sua preparazione da vera e propria arma letale. Quindi c’è la statuaria e bellissima femme fatale Jane Kano interpretata da Ella Balinska, qui al primo ruolo di rilievo. L’ultima arrivata Elena Houghlin (Naomi Scott), capo programmatore di una nuova tecnologia del settore energetico. Una scoperta rivoluzionaria e pericolosa, tanto da mettere seriamente a rischio l’intero pianeta. Ovviamente a guidare questa nuova squadra c’è l’esperta e biondissima Bosley (Elizabeth Banks).
Il film va avanti tra cliché narrativi, inseguimenti, botte da orbi e alcune scene, dirette interpretare e coreografate in maniera impeccabile.
Niente di nuovo ma tutto godibile, spigliato, giocoso e solo un po’ più glitterato del solito, tipo “Girls Just Want to Have Fun”. Soprattutto Charlie’s Angels non ha niente da invidiare alle pompose e steroidee produzioni maschili(ste) action di hollywood. Allora sorge spontaneo dare ragione a Elizabeth Banks e alle sue dichiarazioni che hanno accompagnato l’uscita del film in sala. “Se il film non farà soldi, non farà altro che rinvigorire lo stereotipo a Hollywood secondo cui gli uomini non vanno a vedere le donne che fanno i film d’azione.”
Insomma un flop annunciato ma non per demerito della pellicola ma per una scarsa predisposizione del fruitore medio del genere. Maschioni omega abituati a film su donne che le suonano di santa ragione a uomini troppo spesso beoti. Non stupisce ma intristisce.
Da segnalare la collaborazione tra Ariana Grande, Miley Cyrus e Lana Del Rey per “Don’t Call Me Angel“, canzone portante del film.