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Cell Block 99 – Il cinema d’exploitation che ci piace

Che Steven Craig Zahler sapesse cavarsela egregiamente dietro la macchina da presa, già lo sapevamo.
La sua opera prima Bone Thomawk, un western horror in salsa splatter, aveva stupito per singolarità e abiltà nella messa in scena di questo poliedrico artista, che oltre al cinema si dedica alla musica e anche alla scrittura.
Cell Block 99 – Nessuno può fermarmi, presentato in anteprima e fuori concorso a Venezia 2017, è la conferma che ci troviamo davanti ad un ottimo regista, capace di portare una ventata di novità nel cinema d’exploitation, che soffriva un po’ del manierismo dovuto alle precedenti incursioni di registi del calibro di Tarantino, Rodriguez e Miike.

Bradley Thomas è un ex pugile, sposato e con un lavoro presso un carrozziere, anche se una minacciosa croce tatuata sul suo cranio ci ricorda del suo passato poco pulito.
Ma questo equilibrio ha vita molto breve: viene licenziato e, tornato a casa, scopre che la moglie lo tradisce.
Bradley comunque non si abbatte.
Riprende a lavorare nel mondo della criminalità e si riconcilia con la moglie, suggellando la stabilità ritrovata con un figlio nascituro.
Ma, come spesso accade, il crimine non paga, anzi.

Colto con le mani nel sacco mentre recupera una partita di droga, il nostro eroe si ritrova condannato a sette anni di prigione.
Tanto, troppo tempo, soprattutto per un uomo che ha compreso i suoi errori e ha cercato di rimediare facendo i nomi di chi stava sopra di lui.
Dovrà stringere i denti, ma ha la certezza che ad aspettarlo all uscita ci sara la sua famiglia ad attenderlo.
O almeno così crede perchè, come vendetta per il suo tradimento, il boss criminale rapisce sua moglie e lo obbliga ad una missione impossibile per evitare un terribile destino al figlio che porta in grembo.

Vince Vaughn (di spalle9 e Don Johnson

Inizia dunque la metamorfosi della pellicola, che rapidamente passa dall’essere un film drammatico (anche piuttosto lento) al più puro degli exploitaion movies.
La trama viene messa in secondo piano e per Bradley comincia una lunga e drammatica discesa verso gli inferi, con torture, pestaggi, combattimenti, umiliazioni, tutto in ambienti sempre più claustrofobici e squallidi.
Man mano che si procede anche nel nostro protagonista avviene una trasformazione.
Non appena è la sua famiglia ad essere minacciata, si risveglia in lui un istinto animale, un fuoco primordiale che lo porta alla totale abnegazione.
Non c’è più buono o cattivo, bene o male, chiunque proverà ad ostacolarlo verrà schiacciato dalla sua  ira distruttrice.

Parte della Troupe del film al Festival Di Venezia 2017

Cell block 99 è un ottimo esempio di cinema d’exploitation moderno, un prison movie che non lesina sulla violenza e lo splatter.
Zahler mette in mostra tutta la sua abilità registica, senza eccedere nei virtuosismi, scegliendo al contrario uno stile spesso freddo e distaccato.
Le scene d’azione infatti sono girate nella loro cruda semplicità.
Zahler lascia che sia la violenza a parlare, con una telecamera fissa che ci rende spettatori delle ottime e realistiche coreografie dei combattimenti.

Vince Vaughn interpreta il protagonista, in un ruolo un po’ fuori dalle sue corde, dal momento che ha legato la sua fama a numerose commedie per famiglie.
Nonostante ciò la sua interpretazione risulta abbastanza convincente, la sua enorme stazza  inoltre ben si presta alle frequenti scene di lotta del film.
Degna di nota è anche la cura dedicata alla caratterizzazione dei personaggi secondari, come Don Johnson nei panni del capo della prigione di massima sicurezza e un glaciale Udo Kier nel ruolo del tirapiedi del boss.

In conculsione, Cell block 99 è un film divertente e senza troppe pretese, con scene di lotta ben curate ed effetti splatter volutamente retrò ed esagerati, che sicuramente non deluderà gli amanti del cinema d’exploitation.

Articolo a cura di Alberto Viganò